“Feeling Different” è il titolo della 14sima edizione di “Paratissima”. Le 10 figure femminili esposte da Roberta Petrone lanciano un messaggio di allarme e al tempo stesso invitano a una distruzione dell’io necessaria che, liberandoci dai filtri della nostra coscienza, apre all’unico possibile dialogo genuino con noi stessi.
All’ultima edizione di “Paratissima”, manifestazione nata come evento off della più nota “Artissima”, quest’anno erano ben 28 gli spazi I.C.S. (Independent Curated Space), più del triplo rispetto al 2017. Complessivamente, invece, dal 31 ottobre al 4 novembre scorsi, oltre 350 giovani artisti italiani e internazionali hanno potuto mostrare le proprie opere al pubblico di appassionati, curiosi ed esperti del settore.
Tra questi c’era Roberta Petrone, che ha messo a nudo le proprie ferite interiori con la mostra “Wound to Wound”, un progetto che nasce lontano nel tempo: artisticamente quando l’artista aveva 27 anni, e ha iniziato a buttare giù le prime idee sotto forma di schizzi, a livello inconscio ancora prima, durante l’infanzia, quando l’evento traumatico da cui traggono origine le sue opere si è verificato.
Alcuni visitatori dello spazio I.C.S. destinato a Roberta nell’ex caserma La Marmora di Torino hanno avuto reazioni forti alla vista delle figure femminili rappresentate e del legno inciso con il fuoco: molti hanno apprezzato, qualcuno ha pianto, ma c’è stato anche chi ha riso sprezzante e chi le ha suggerito di non guardarsi così in profondità.
Roberta però intende proseguire proprio su questa linea. Adesso sta lavorando sul concetto di radice e sulla radice-organo della pianta, fondamentale per l’assorbimento di acqua, da cui dipende la vita, ma anche elemento di ancoraggio al terreno. Gli spunti di riflessione sono tanti e di nuovo il fulcro del progetto è la mente umana, i suoi difetti e le sue infinite possibilità, e di nuovo il materiale è il legno, il preferito di Roberta fin da quando era bambina.
Proprio la passione per il legno l’ha portata a intraprendere gli studi artistici, l’Istituto Alfieri di Asti prima, l’Accademia Albertina di Torino poi. La tecnica che predilige, invece, è la pirografia, l’incisione per mezzo di una fonte di calore, praticata con diversi attrezzi arroventati o fiamme vive, la stessa adoperata per realizzare le 10 opere di “Wound to Wound”.
Realizzati durante un percorso di psicanalisi affrontato dall’artista, ma universali nella loro drammaticità, i quadri esposti a Paratissima raccontano per immagini il modello delle cinque fasi dell’elaborazione del lutto e del dolore, inizialmente concepito dalla psichiatra Elisabeth Kübler-Ross nel 1970, e sono in coppia, due per ogni “stanza”.
Negazione, Rabbia, Negoziazione, Depressione, Accettazione sono le fasi nel modello di Kübler-Ross e sono le stanze del progetto di Roberta, ovvero luoghi nei quali rifugiarsi per parlare alla parte di sé più nascosta. Le singole opere, invece, si intitolano “Origine” e “Infanzia”, “Espiazione” e “Regressione”, “Trattativa” e “Rigetto”, “Dolore” e “Gioia”, “Identità” e “Quiete”: 10 quadri per raccontare l’operazione di distruzione dell’io necessaria per arrivare ad accettarsi a pieno. Dopo aver fatto riafforare alla coscienza gli eventi traumatici causa del proprio dolore, arriva la consapevolezza, la rimozione dal subconscio e l’accettazione di chi si è, nel bene e nel male.
Roberta Petrone ha un laboratorio in Borgo San Paolo, a Torino, dove realizza sculture in legno in collaborazione con un laboratorio floreale, lavora a nuovi progetti, sempre legati alle profondità della mente, effettua lavori di restauro di mobili e ne costruisce su richiesta.
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Purtroppo non è stimolante il modo in cui è raccontato. E’ come un riassunto privo di spunti di riflessione che invece potrebbero portare a tanto altro. Spero venga colta come critica costruttiva.
Saluti
Come si dice? Il lettore ha sempre ragione e ogni critica costruttiva è ben accetta. Sicuramente ci sarebbe stato ancora tanto da dire. Scrivere di arte però per me significa anche avvicinarsi in punta di piedi agli artisti e alla loro sensibilità, avvicinamento che in qualche caso si traduce in resoconti asciutti che possono e vogliono solo dare uno spunto sufficiente a suscitare curiosità.
Buongiorno!
Anch’io sono un appassionato d’arte e paratissima è un’occasione per vedere novità con nuovi approcci (forse Miglio aveva le stesse aspettative).
Quando si va su google e si “sfogliano” i portali di settore si spera che le nuove generazioni possano descrivere con un approccio nuovo, con un linguaggio meno da brochure e che possano fare la differenza con noi della “vecchia scuola”.
Ovviamente tutti i lavori vanno rispettati perchè è altrettanto importante l’intento e la fatica impiegata.
Tra l’altro mi preme dire che Roberta Petrone è un’artista molto valida e mi auguro che con il suo talento riesca a ritagliarsi sempre più spazio.
Un saluto.