Dal 23 al 26 gennaio, nell’ambito di ART CITY Segnala 2020, organizzata in occasione di Arte Fiera, il museo di realtà virtuale a cura di Eleonora Frattarolo
Un museo temporaneo dedicato alla realtà virtuale articolato in cinque progetti unici e immersivi. “WHAT IF. La riproducibilità tecnica nell’epoca dell’opera d’arte”, a cura di Eleonora Frattarolo, sarà allestito dal 23 al 26 gennaio 2020 nei nuovi spazi di VRUMS – Virtual Reality Art Rooms, in Via Zaccherini Alvisi 8 a Bologna. Il progetto si inserisce nella programmazione di ART CITY Segnala 2020, in occasione di Arte Fiera.
“L’esposizione vuole fare il punto della situazione sulle potenzialità e lo sviluppo della realtà virtuale in campo artistico (dal cinema, all’architettura, alla pittura) attraverso opere che configurano realtà sorte nel passato, o proiettate nel futuro, in mondi fantastici, frutto di immaginazioni totalizzanti”. spiega la curatrice Eleonora Frattarolo.
“What if. La riproducibilità tecnica nell’epoca dell’opera d’arte” sovverte il titolo del testo di Walter Benjamin e inizia dove termina l’estensione dell’opera d’arte, che nell’attuale sistema culturale può essere tutto, e dunque vive in lotta con i territori del nulla. Questa è una mostra in cui s’intraprendono viaggi nelle possibilità, che la tecnologia delinea dando forma, bellezza, stupore, meraviglia, alle risorse vitali della mente.
Quattro di queste esperienze virtuali, già esposte nei musei d’arte contemporanea o durante festival specifici, saranno presenti in mostra durante Arte Fiera, e riunite per la prima volta.
“Synapse” di Enrico T. De Paris, esposta alla Triennale di Milano, è un labirinto a struttura molecolare progettato e popolato dall’artista, dove lo spettatore si fa parte attiva dell’opera d’arte e diventa a sua volta opera nell’opera. Il pubblico si muove liberamente fra le stanze, viene stimolato da piccoli oggetti volanti, entra in contatto con diverse creature, simboli, emblemi, metafore. Indossare il visore ed entrare in “Synapse” significa divenire artefici del proprio percorso, autori della propria personale esperienza artistica.
“Casa DO UT DO” è realizzata per la Fondazione Isabella Seràgnoli su un disegno di Alessandro Mendini con stanze di Alberto Biagetti, Mario Cucinella, Riccardo Dalisi, Michele De Lucchi, Stefano Giovannoni, Alessandro Guerriero, Massimo Iosa Ghini, Daniel Libeskind, Angelo Naj Oleari, Terri Pecora, Renzo Piano, Claudio Silvestrin, Nanda Vigo.
Questa esperienza virtuale è stata esposta nei più importanti musei italiani per l’arte contemporanea, MADRE, MAST, MAMbo, Mart, MAXXl, Guggenheim Venezia, Pinacoteca di Bologna, Reggia di Caserta, Circolo dei Lettori di Torino.
Il catalogo DO UT DO, rappresentante il progetto realizzato da Alessandro Mendini, è stato inserito nel catalogo ADI DESIGN INDEX 2017 che raggruppa i prodotti selezionati per concorrere al Compasso d’Oro 2018, il più prestigioso riconoscimento della qualità produttiva e progettuale di beni, servizi, processi e sistemi del design italiano.
“Casa Malaparte” è stata esposta alla Bologna Design Week 2015. Il mare, i mattoni rossi, la vista sui faraglioni, la lunga scalinata che conduce al tetto e alla mitica vela bianca dietro la quale Brigitte Bardot prendeva il sole nel Disprezzo, il salone principale, le ceramiche di Alberto Savinio. Sono solo alcuni dei particolari che continuano a sedurre e affascinare studiosi, architetti, artisti e appassionati di tutto il mondo. Casa Malaparte di Vitruvio è una sfida tecnologica, un’esperienza virtuale immersiva che ha riaperto al pubblico la mitica casa di Capri discussa e amata in tutto il mondo.
“Leggero – Tributo a Freak Antoni”, esposta al Museo della Musica di Bologna, è il tributo che Vitruvio Virtual Museum ha dedicato a uno degli artisti italiani più sovversivi e destabilizzanti della storia musicale del nostro paese. L’esperienza di realtà virtuale immersiva dialoga direttamente con la scultura in marmo di Carrara realizzata dello scultore Daniele Rossi che ritrae Freak Antoni all’interno di un sanitario dotato di razzi. Attraverso la realtà virtuale i razzi vengono attivati e il fruitore dell’esperienza compie un viaggio su Bologna fra le note di Ludovico Einaudi e i versi di Le onde leggero, delicata e sorpren-dente poesia dello stesso Antoni.
Oltre a questi quattro progetti, ne sarà presentato un quinto del tutto inedito, che dà il titolo alla mostra. “What if” è un’indagine artistica sulle emozioni basilari dell’uomo. A partire dalla scrittura di un soggetto e una sceneggiatura originale, il visitatore potrà immergersi e ammirare affascinanti scenografie iperreali dominate dai quattro elementi: aria, terra, fuoco, acqua.
Chi entra in What if vive un’esperienza virtuale immersiva apparentemente libera. In realtà, per evitare la paralisi, è necessario seguire la regia occulta e prestabilita che governa l’esperienza, fare i conti con i propri ricordi e le proprie paure. In What if niente è casuale e tutto segue una logica precisa. Escluse le emozioni.
What if. La riproducibilità tecnica nell’epoca dell’opera d’arte
Un progetto promosso da Vitruvio Virtual Museum,
a cura di Eleonora Frattarolo
23-26 gennaio 2020, nell’ambito di ART CITY Segnala 2020 in occasione di Arte Fiera
Tutti i giorni dalle 15.00 alle 23.00
Virtual Reality Art Rooms
Via Zaccherini Alvisi 8 – Bologna
Servizio di Navetta gratuita da Arte Fiera a Vrums tutti i giorni dalle 15.00 alle 20.00
Ingresso gratuito