Nel prestigioso spazio espositivo della Corte Medioevale di Palazzo Madama, sino al 29 agosto, è esposta la pala d’altare di Ugo da Carpi.
Un’opera di straordinaria importanza per arte e fede,– eccezionalmente prestata dalla Fabbrica di San Pietro in Vaticano, che ritrae la Veronica che dispiega il velo del Volto Santo tra gli Apostoli Pietro e Paolo
L’unicità dell’opera, realizzata tra il 1524 e il 1525, consiste nel fatto che si tratta di una tavola “fatta senza pennello”, come è scritto dall’autore accanto alla firma e come riferisce Giorgio Vasari che la vide in San Pietro insieme a Michelangelo.
Un’opera davvero unica nel suo genere: quella di Ugo da Carpi “intagliatore” fu una sperimentazione audace, realizzata con la tecnica della stampa a matrici sovrapposte, tecnica che nessuno ebbe in seguito l’ardire di ripetere.
La tavola è preziosa occasione per rendere pubblico uno studio articolato e complesso che ha permesso di approfondire la storia e la tecnica d’esecuzione dell’opera che si appresta a compiere cinquecento anni di età: grazie a ricerche multidisciplinari, a immagini multispettrali e a diversificate indagini diagnostiche eseguite dai laboratori dei Musei Vaticani in spirito di fattiva collaborazione con la Direzione dei medesimi Musei del Papa, è stato possibile realizzare una replica a grandezza naturale della tavola del Volto Santo che ripropone gli originari valori cromatici e chiaroscurali consentendo così una più equa valutazione della pala di Ugo da Carpi, i cui colori sono oggi in gran parte perduti o alterati. prossimo Anno Santo del 2025.
Di grande suggestione il progetto espositivo, ideato dall’architetto Roberto Pulitani, che modifica completamente l’aspetto dell’antica Corte Medioevale, suggerendo piuttosto un’ambientazione barocca, in cui sono evidenziate, in proficuo dialogo, la pala d’altare con l’ostensione del Volto Santo sotto un secentesco affresco con l’ostensione della Sacra Sindone presente nella Corte Medievale. Spiega l’architetto: […] la scelta progettuale è stata quella di evidenziare l’oggetto, ma collocarlo all’interno di un percorso che si snoda attraverso i secoli dall’antica Basilica Costantiniana all’attuale Fabbrica di San Pietro.
L’allestimento appunto rappresenta queste due importanti realtà storico architettoniche, a grandezza pressoché reale, da un lato una navata dell’antica basilica con il ciborio del Volto Santo e dall’altra la riproduzione dell’attuale Pilastro della Veronica contrapposti ai lati della grande sala, lasciata volutamente sgombra al centro. Due quinte che fanno da supporto alle copiose documentazioni storiche e scientifiche. Un percorso, imperniato sull’opera di Ugo da Carpi esposta sospesa, levitante nell’aria, di fronte a un grande velario ostensorio e collocata simbolicamente sotto l’affresco della Sacra Sindone, portando il visitatore a riflettere proprio su quel gesto di misericordia umana della Veronica […].
Una sezione della mostra, a cura di Pietro Zander, è dedicata all’approfondimento della figura e all’opera dell’artista Ugo da Carpi, al quale fa riferimento e del quale si espone il settecentesco ritratto del Postetta dal Museo di Carpi. Del celebre intagliatore sono presentati alcuni chiaroscuri del Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, da cui proviene anche il disegno preparatorio di Parmigianino per la tavola di San Pietro, mutuato da una xilografia di Dürer del 1510, concessa in prestito dalla Galleria Sabauda dei Musei Reali Torino.
In relazione alla tecnica della xilografia in chiaroscuro e alle novità tecniche introdotte da Ugo da Carpi, preziose indicazioni sono fornite dal bel saggio del catalogo a firma di Laura Donati: […] I chiaroscuri, come abbiamo visto, sono xilografie ottenute con più legni distinti, generalmente tre o quattro, inchiostrati con diversi colori (o più frequentemente con differenti gradazioni di uno stesso colore più il nero) e impressi su carta in successione. Una buona messa a registro permetteva di raggiungere un effetto simile a un disegno acquerellato con lumeggiature bianche o a un dipinto monocromo. Gli effetti chiaroscurali, dunque, non si ottenevano con il tratteggio – generalmente nero, parallelo o incrociato – come nelle xilografie a un solo legno o nelle incisioni calcografiche, ma con più ampie stesure di inchiostro di diverse tonalità o intensità, mentre i bianchi si ricavavano dalla carta lasciata a vista. I legni erano impressi su carta umida per ottenere una maggiore aderenza tra le superfici di due materiali così differenti, usualmente partendo dal blocco inchiostrato con il colore più chiaro fino a giungere al più scuro – il legno chiave – per far risaltare maggiormente la composizione, o anche invertendo l’ordine quando si volevano raggiungere effetti meno contrastati. Sebbene Ugo ne dichiari la paternità nella sua supplica al Senato veneziano nel 1516, in realtà di stampe eseguite con questa tecnica si conoscono esempi in area germanica precedenti di alcuni anni: esistono prove precoci di Lucas Cranach, Hans Burgkmair, Hans Baldung Grien, Hans Wechtlin.
Si tratta di incisioni che probabilmente circolano anche nella nostra penisola e certamente sono ben note nella città lagunare, dove anche Ugo inizierà poi a produrne. Assodato che questi non è l’inventore della tecnica, il dibattito critico si è spostato sull’eventualità che sia stato almeno il primo a eseguire xilografie a chiaroscuro in Italia, ma anche questo primato gli viene conteso da altri incisori che a Venezia iniziano a copiare opere dei colleghi tedeschi, come nel caso del fiorentino Lucantonio degli Uberti. Le novità effettivamente introdotte da Ugo nella stampa xilografica a più legni consistono in realtà in una nuova distribuzione e articolazione della composizione sulle matrici xilografiche, con risultati formali indiscutibilmente originali. Le sue opere presupponevano una complessa progettazione prima di giungere all’intaglio vero e proprio dei legni, cosa che fa del nostro incisore non un mero traduttore a stampa di composizioni altrui, ma un artista impegnato a scomporre i soggetti per poi rielaborarli con un ampio margine di interpretazione nella distribuzione delle linee e dei piani di colore tra i diversi blocchi […]
L’opera viene esposta al vasto pubblico grazie al sostegno di Reale Mutua e al contributo tecnico di Targetti Sankey Spa attraverso tecnologie illuminotecniche ad accensione diversificata per una narrazione visiva abbinata
PER INFO
DA SAN PIETRO IN VATICANO. LA TAVOLA DI UGO DA CARPI PER l’ALTARE DEL VOLTO SANTO