Spazio Parentesi presenta UNIO, la mostra personale di Aaron Gonzalez
Aaron Gonzalez è, proprio in virtù di tali dinamiche, artista interdisciplinare, votato e vocato al site-specific, all’allestimento, al pastiche di matrice scenografica, teatrale.
Per il progetto “UNIO”, esposto presso Spazio Parentesi a Torino dal 26 aprile al 4 maggio 2018, l’ autorialità si scioglie volutamente in un susseguirsi di frammenti oggettivati, che accoglie all’ interno del percorso gli strappi della quotidianità – scritti, appunti, dediche, citazioni, rivisitazioni – in modalità dimostrativa, chiarificante, sviscerante.
La pittura, di stampo illustrativo e, a tratti, pretestuale; fornisce il supporto confessionale e assertivo, l’omaggio e il compendio. A controcanto, la scultura e l’installazione garantiscono il rapporto vitale, l’estetica performativa fissata nel tempo. I colori si sprigionano, letteralmente, dalle cere e dai gessi, in fisicità marcate o tenui, scandagliando in altorilievo la pulsione erotica, lo slancio sessuale, le livide turgidezze e le ineludibili tumefazioni del dettato.
I video testimoniano del lavorìo, quando “tenere il tempo” appare la vera intenzione del creatore, l’opera necessaria alla critica sul sé, scissione dovuta e atto di avvicinamento al baratro dell’incontro e della conoscenza.
Dal testo di presentazione di Aaron Gonzalez: “UNIO rappresenta un viaggio attraverso l’umanità nella sua fragilità, mostrata attraverso varie espressioni artistiche.
La scultura è la parte più concreta, la carne fusa alla pietra, i sensi, denudati della loro consuetudine e la sessualità a volte dolce ed a volte animalesca.
La pittura muta in spirito, in una visione a volte eretica della fede, senza ricercare una confessione precisa se non quella legata strettamente all’uomo e le sue tentazioni, i suoi pregi e difetti, in una sacralità dai simbolismi quasi alchemici.
Infine, la fotografia, la mente, l’introspezione psicologica, gioia e dolore, amore ed odio, luce ed ombra mescolate insieme per ricercare una comprensione più profonda di se stessi.
Il tutto è accompagnato da un unico filo conduttore, il verbo, trasmesso attraverso pagine strappate da diarii molto intimi, sul quale negli anni sono stati appuntati pensieri, citazioni, bozze e sogni.”
Ivan Fassio
SPAZIO PARENTESI
Via Belfiore, 19 – Torino