È la splendida Madonna di Alzano di Giovanni Bellini l’Ospite Illustre che inaugura il 2020 al Grattacielo di Intesa San Paolo a Torino, dove è esposto al 36°piano sino al 6 gennaio.
Il dipinto (tempera e olio su tavola, realizzato intorno al 1487, presenta un medio formato che lascia intuire una devozione privata) venne definito nel 1903 da Bernard Berenson “uno dei più bei dipinti d’Italia” e non lasciava da oltre vent’anni l’Accademia Carrara di Bergamo, nella quale entrò, insieme ad altri capolavori, come lascito del grande studioso Giovanni Morelli nel 1891, come ricorda la direttrice dell’Accademia Maria Cristina Rodeschini.
L’Ospite Illustre è un progetto inedito, unico nel suo genere, fortemente voluto da Intesa San Paolo e giunto al suo dodicesimo appuntamento, come sottolinea Michele Coppola, Executive Director Arte e Cultura e Beni Storici di Intesa San Paolo, da quando il Ritratto d’uomo di Antonello da Messina dal Museo Civico d’Arte Antica di Torino partì alla volta di Napoli, a Palazzo Zevallos Stigliano, nel capodanno del 2015. Un’opera, un singolo capolavoro della Storia dell’Arte lascia la sua storica collocazione museale per essere ammirato in un luogo altro, – per Intesa le Gallerie d’Italia e il grattacielo di Torino di Renzo Piano – per un periodo relativamente breve: una rassegna snella, accattivante e intelligente nel suo focalizzare l’attenzione su una singola star, per ammirare e riflettere con particolare attenzione, da vedere e rivedere.
Un’operazione che ricorda come opere fondamentali per fama e tecnica siano da godere “de visu”, e come alcune di esse, proprio per la loro eccezionalità qualitativa, circolassero in passato con maggiore facilità portando con sé (in assenza di altri organi di informazione, se non talvolta l’opera dei copisti) l’opportunità di cogliere nuovi messaggi, stili, persino tecniche. Nella definizione dell’Ospite Illustre c’è già tutto: è un ospite e non si tratterà molto; è illustre, ma nella lingua italiana l’ospite è anche colui che ospita, e Intesa San Paolo è un ospite illuminato e generoso, accoglie al meglio ( e si noti da quest’anno il nuovo allestimento per custodire l’opera, in questo caso abilmente coordinato nella scelta delle cromia sui toni del verde-prato presenti nel dipinto) nei palazzi storici che ha inteso dedicare alla promozione dell’arte e della cultura, il Grattacielo di Renzo Piano, le Gallerie d’Italia in Piazza della Scala a Milano, Palazzo Leoni Montanari a Vicenza, Palazzo Zevallos Stigliano a Napoli. Illustre infine per molte ragioni: è un’opera di un artista di fama internazionale (Bronzino, Bellini, Tiziano, Picasso, Basquiat, Gauguin) in prestito da Musei di altrettanto rilievo, tra gli altri il Metropolitan di New York, il Guggenheim di Bilbao, il Museo Puskin di Mosca. l’Hermitage di San Pietroburgo. Una dimostrazione della capacità di Intesa San Paolo di instaurare rapporti, proporre collaborazioni e scambi con i più autorevoli interlocutori del mondo dell’arte nel mondo, pubblici e privati.
Come afferma Gian Maria Gros-Pietro, Presidente Intesa Sanpaolo: “A Torino l’iniziativa, collocata come consueto nel periodo delle festività natalizie, è diventato un appuntamento fisso e molto atteso dai visitatori (le prenotazioni on line dichiarano il sold out in pochi giorni, ndr.) che conferma il grattacielo come luogo aperto e inclusivo, centro propulsore di iniziative per la città. Il protagonista, la Madonna di Alzano capolavoro di Giovanni Bellini, dialoga con la mostra di Andrea Mantegna recentemente inaugurata a Palazzo Madama di cui siamo co-organizzatori. Intesa Sanpaolo riesce così a proporre alla città un’offerta culturale lineare e coerente”.
La presenza a Torino del dipinto è in stretta relazione con la contemporanea mostra torinese dedicata ad Andrea Mantegna anche in forza ai legami familiari e artistici tra i due maestri, che erano cognati e amici. La mostra a Palazzo Madama (fino al 4 maggio), co-organizzata e promossa da Intesa Sanpaolo, vanta importanti prestiti provenienti anche dall’Accademia Carrara, tra cui la Resurrezione di Cristo, protagonista della straordinaria attribuzione del 2018, opera da secoli creduta una copia e ora restituita al maestro Mantegna.
Riguardo alla Madonna di Alzano di Giovanni Bellini, scrive Caroline Campbell, nota studiosa e conservatrice della National Gallery di Londra nel catalogo dell’esposizione (edito da Edizioni Gallerie d’Italia | Skira – e questa è un’altra bella novità che accompagna la rassegna – con testi della Campbell e di Giovanni Valagussa): […]La Madonna di Alzano è tra le più belle, suggestive e tipiche della pittura belliniana, un brillante esempio della capacità dell’artista veneto di conferire alla quotidianità un che di straordinario- addirittura di divino – in virtù della sua maestria. […] Più di ogni altro Bellini visualizza l’atto di fede che tutti i cristiani sono chiamati a fare: credere cioè nella natura al tempo stesso umana e divina di Cristo e Maria. Il parapetto, splendidamente dipinto a imitazione del marmo rossiccio, rende reale la separazione metafisica tra le figure sacre e noi mortali, che possiamo guardare la Madonna e il Bambino ma non ci viene concesso di avvicinarci troppo a loro, e certamente non possiamo toccarli. La pera matura in equilibrio sulla balaustra che rappresenta il confine tra noi e loro sottolinea la divisione tra Cielo e Terra, ma è anche un riferimento alla differenza essenziale tra Eva e Maria, che invece di soccombere alla tentazione, è libera dal peccato originale e di conseguenza, insieme al figlio Gesù, salverà l’umanità dalla morte e dal peccato[…].
Notevole anche lo sfondo lenticolare e definito (da attribuire forse alla bottega) che rappresenta un paesaggio in cui si distingue una città con le mura, un lago con una barca, un cavaliere a caccia e due pellegrini che si riposano durante il cammino. Il dipinto risale al 1487 circa, negli anni centrali della produzione di Bellini quando il pittore impiega una pittura morbida e trasparente, fatta negli incarnati di velature leggerissime stese con piccoli tocchi liquidi. Tra le varie versioni del tema, questa immagine della Madonna con il Bambino ha un tono limpido e sereno, accresciuto dagli effetti di luce e dal nitido paesaggio sullo sfondo. Dallo sguardo intenso e dolce della Vergine è assente quel velo di malinconica tristezza presente in altri dipinti di analogo soggetto.
Giovanni Bellini (Venezia 1430 circa – Venezia 29 novembre 1516)
L’artista nacque a Venezia, ma non si conosce la data precisa, probabilmente tra il 1430 e il 1435. Figlio del pittore Jacopo Bellini, Giovanni cresce nella bottega pittorica all’epoca più moderna di Venezia, avendo come fratello Gentile e come sorella Nicolosia, che nel 1453 sposa Andrea Mantegna. Il 1453 è anche la prima data certa di un’opera attribuita a Giovanni, ovvero le quattro pagine miniate nella Passio Mauritii. Il Battesimo di Cristo in Santa Corona a Vicenza risale al 1500-1502 e mostra la conoscenza degli esordi di Giorgione, forse anch’egli passato nella bottega belliniana poco dopo la metà degli anni Novanta. L’allargamento degli interessi umanistici del pittore è testimoniato anche dall’amicizia con Pietro Bembo. Ben tre opere sono datate 1505: la pala in San Zaccaria a Venezia e le due ora esposte a Birmingham e a Washington. Nel 1506 Albrecht Dürer soggiorna a Venezia e va in visita dal pittore ormai anziano, che giudica ancora, nonostante l’età, il migliore di tutti. La morte di Mantegna nel 1506 lascia incompiuto un lavoro realizzato da Andrea per la famiglia Corner, che Giovanni completa con la Continenza di Scipione, ora a Washington. Del 1509 e 1510 sono le due immagini della Madonna con il Bambino, oggi rispettivamente a Detroit e alla Pinacoteca di Brera a Milano, che dimostrano il continuo aggiornamento di Giovanni, ormai ottantenne, con le nuove generazioni. Del 1513 è la grande pala in San Giovanni Crisostomo a Venezia e del 1514 è il Festino degli dei, realizzato per il Camerino di Alfonso d’Este. Nel 1515 il pittore, ormai ottantacinquenne, data due capolavori: la Donna allo specchio, oggi a Vienna, e Fra Teodoro d’Urbino come san Domenico, oggi a Londra. Nel 1515 Giovanni inizia la commissione del Martirio di San Marco per la Scuola Grande di San Marco a Venezia, firmato da Vittore Belliniano nel 1516. Il 29 novembre dello stesso anno, Giovanni muore a Venezia.
Per info
fino al 6 gennaio
L’ingresso è gratuito previa prenotazione obbligatoria sul sito.
Grattacielo San Paolo_Torino