Sarà visitabile sino al 30 luglio nell’Ala Monumentale dell’Ospedale, nel chiostro dei Carracci e nella sala Viseur dell’Istituto Rizzoli la mostra SUBLIME, curata dalla Fondazione Videoinsight®, in cui vengono esposte per la prima volta al pubblico le foto dell’Archivio Storico del Rizzoli di Bologna.
La mostra presenta una selezione tra le migliaia di immagini custodite nell’Archivio Storico dell’Ospedale, che fin dalla sua fondazione nel 1896 fu dotato di un laboratorio fotografico per la realizzazione di scatti professionali, attivo fino agli anni ’50 del ‘900: il paziente veniva ritratto nei diversi momenti della malattia, così da tenere traccia visiva della progressione delle cure. Ogni cartella clinica conteneva, oltre ai referti dei medici e agli esiti degli esami diagnostici come le radiografie, anche una serie di fotografie del paziente, che rappresentano oggi una documentazione unica dal punto di vista scientifico, ma anche un materiale di inaspettato valore artistico.
L’esposizione, proposta dalla Fondazione Videoinsight® nella persona di Rebecca Russo, Presidente della Fondazione, ideatrice e curatrice del progetto, è stata da subito appoggiata dalla Direzione dell’Ospedale: il Direttore Generale dell’Istituto Rizzoli ha ribadito come questo sia un appuntamento importante per valorizzare il patrimonio fotografico storico del Rizzoli e ne evidenzi l’importanza e l’unicità come documentazione medico-scientifica e parallelamente lo straordinario impatto estetico. Le immagini in bianco e nero sono di una grande raffinatezza estetica, e hanno in sé quel carattere di bellezza e narrazione che le accosta immediatamente al mondo dell’Arte.
E’ la stessa Rebecca Russo a raccontare come è nata l’intuizione di riportare alla luce questa notevole documentazione fotografica, quasi senza tempo nella politezza del bianco e nero, sottolineandone la forte affinità con l’opera d’arte e lo stretto legame tra Arte -Scienza e Bellezza, in grado di generare un insight, una risposta interiore, che è in principio cardine della Fondazione da Lei diretta: “L’immenso e originale patrimonio di Fotografia Medica Ortopedica, classificato cronologicamente e custodito in centinaia di antiche e impolverate scatole, oltre che rappresentare una straordinaria risorsa storica e scientifica, si rivelò ai miei occhi sublime materiale artistico, antico e contemporaneo. I negativi che documentavano i pazienti in differenti fasi evolutive, nelle loro patologie, nel loro decorso clinico e trattamento terapeutico, sorte come riproduzioni del reale prive d’intenzionalità artistica, ri-fotografate nel presente risultarono al primo sguardo Opere d’Arte Contemporanea non premeditate”[…]
Nel testo in catalogo che accompagna la mostra viene acutamente narrato “l’incontro” fortuito con il laboratorio fotografico e la successiva decisione di restituire alla luce molto del materiale rinvenuto: “Ispirata, mossa dal destino, da un’attrazione inconscia, da una curiosità intellettuale, mi ritrovai a varcare la soglia del Laboratorio Fotografico dell’Istituto Ortopedico Rizzoli per scoprirne l’incredibile contenuto. “Sublime!”, questo esclamai guardando per la prima volta un negativo su lastra di vetro risalente all’inizio del secolo scorso. Al primo sguardo una fortissima emozione si creò nella mia anima. Contemplai commossa l’immagine. Risultò magnifica, eccelsa, in senso estetico, intellettuale, etico, spirituale. Sperimentai interiormente una fascinazione misteriosa, un contagio puro, che trascese la contemplazione del bello, divenendo valore altissimo, eccellente. Fui sorpresa, meravigliata, folgorata dalla risorsa che stavo scoprendo. Fu colpo di fulmine, amore a prima vista. Cos’è il Sublime? E’ il sentimento, l’effetto di un’opera o di un oggetto sull’animo umano. Sublime, dal latino sublimis (sub, “sotto”, e limen, “soglia”) è ciò che giunge fin sotto la soglia più alta, ciò che è ‘al limite’.[…]. L’Arte si fa riconoscere per quello che è, ha una sua identità, una sua natura, un valore universale. Turba, si fa percepire con la ragione e con il sentimento. Crea una diversa interpretazione della realtà, una presa di coscienza, una visione interiore, un’intuizione, un’illuminazione, un insight. I soggetti rappresentati, con le loro peculiari caratteristiche estetiche, posture e imperfezioni corporee, mostravano un’intrinseca bellezza, una dignità senza tempo, immortale, circolare, essenziale, universale. […] ll Sublime è un processo. Immaginai di inserire nella dinamica del Sublime alcune di queste straordinarie fotografie, rimaste per cento anni immobili, inerti, nascoste, sia fisicamente, mettendole in movimento, trasportandole dal buio sotterraneo alla luce del sole, che spiritualmente, creando un flusso che proseguisse nella mente e nelle emozioni di chi ne avesse fruito, sublimandole in Arte. L’intenzione fu quella di rompere gli schemi, travalicare gli spazi, irrompere trasversalmente, svelare, trasformare il negativo in positivo, il dolore in estasi, la malattia in bellezza. Il percorso aprì uno squarcio tra i mondi, tra le dimensioni del passato e del futuro, dell’invisibile e del visibile, del rimosso e del cosciente, della Scienza e dell’Arte. Ne scaturì una luce ‘sublime’. Ricavare le immagini in positivo da quelle in negativo fu tremendamente entusiasmante. Il disvelamento dei volti, dei dettagli, delle sfumature provocò in me stupore, meraviglia, incanto. Un’Opera d’Arte per esistere deve essere vista, deve essere visibile. Vidi Arte in queste immagini, per questo volli portarle alla luce. La mostra attuale, frutto di un’immersione profonda, di una ricerca, di un riconoscimento, è una scommessa sul futuro, oltre che un omaggio al passato.
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