Si chiude la quarta edizione di Una Boccata d’Arte, il progetto nato da un’idea di Fondazione Elpis in collaborazione con Galleria Continua, e già cinque opere sono diventate permanenti:
D’Io, Bio di Mohsen Baghernejad Moghanjooghi in Calabria; Me ne andrei nella roccia della Lieta di Arianna Pace in Basilicata; Sagra della Lucertola di Simone Carraro in Abruzzo; Axis Mundi di Ella Littwitz in Sicilia; Barely Invisible Cities di Evita Vasiļjeva in Puglia.
Una Boccata d’Arte porta l’arte contemporanea fuori dai luoghi convenzionali e dalle grandi città per valorizzare il nostro straordinario patrimonio paesaggistico, storico, culturale e artistico. Il suo obiettivo è svelare il linguaggio dell’arte contemporanea ad un pubblico sempre più vasto ed eterogeneo, rendendolo più vicino alla realtà quotidiana.
In tutti i borghi coinvolti, gli abitanti hanno vissuto in prima persona la nascita dell’idea creativa e spesso hanno partecipato alla sua realizzazione, fino a diventarne narratori e promotori nei confronti dei turisti arrivati da tutto il mondo per vedere le opere. Hanno potuto vivere l’arte, seguirne il processo creativo e comprenderne il messaggio, in una relazione diretta e non mediata con gli artisti.
Artisti che spesso hanno vissuto settimane o mesi nel borgo per riuscire a penetrarne l’essenza e il carattere e trasmetterli agli altri, ciascuno con l’approccio, la tecnica e i materiali distintivi della propria arte. Del resto, nessuno degli artisti che ha raccolto la sfida di Fondazione Elpis ha avuto la possibilità di scegliere dove andare.
Sono stati coinvolti artisti affermati ed emergenti di diverse generazioni, provenienti da Italia, Brasile, Cipro, Costa d’Avorio, Germania, Iran, Israele, Lettonia, Palestina, Regno Unito. Alcuni, come Serena Vestrucci ed Evita Vasiljeva, hanno dovuto immaginare il contesto in cui la loro opera sarebbe stata vista. Si perché i piccoli, piccolissimi, borghi in cui hanno lavorato cambiano radicalmente a seconda delle stagioni.
I 20 interventi site specific (mostre, progetti e installazioni) sono stati esposti nei borghi per i tre mesi di durata del progetto, quest’anno fino al 24 Settembre, ma alcuni interventi sono diventati permanenti perché acquistati dalle amministrazioni locali o da privati, o ancora perché donati dallo stesso artista. Oggi si contano ben diciotto installazioni delle edizioni precedenti diventate permanenti, a cui si sono aggiunte le cinque dell’edizione 2023. Queste opere sono diventate parte delle comunità locali che hanno voluto rappresentare.
D’io, bio di Mohsen Baghernejad Moghanjooghi (Tehran, Iran, 1988) per Santa Severina (KR), Calabria
L’artista ha osservato lo svolgersi della vita quotidiana di questo borgo, dalle 6 del mattino fino a sera, per individuare i luoghi in cui realizzare le sue opere site specific. “Accade”, già presente in un progetto del 2018, è la parola che ha scelto di incidere sul muro del Comune di Santa Venerina di fronte alla Cattedrale romanica a Piazza Campo. “La piazza centrale ha un’identità fortissima per gli abitanti del borgo. Il percorso della loro vita passa da lì, tutto ciò che è più importante accade nei luoghi istituzionali che affacciano su di essa”, Mohsen Baghernejad Moghanjooghi.
L’artista ha voluto dare a questa parola anche un significato altro, più universale, legato al cambiamento climatico e al riscaldamento globale. “Se continuiamo a sfruttare le risorse ambientali con questo ritmo, una piccola realtà come questo borgo rischia di diventare un deserto tra 100 anni, trasformandosi in una città fantasma”. Mohsen Baghernejad Moghanjooghi
L’accoglienza e la comprensione nei confronti di culture diverse dalla propria, è parte del DNA degli abitanti di Santa Venerina. “Mi ha impressionato la stratificazione del tempo presente in questo luogo, che ha una storia lunga più di 2000 anni. Qui sono passati i Greci, i Normanni, i bizantini, gli arabi”, Mohsen Baghernejad Moghanjooghi. A rappresentare le diverse culture, che si sono susseguite nei secoli, l’artista ha scelto una parola persiana, incisa in farsi. La particolarità di questa parola è che cambia di significato solo aggiungendo un punto: “BELLƏ/PROIETTILE”.
La terza opera è stata posta nel castello, dove nel corso dell’anno sono organizzate delle ricostruzioni storiche, e, per esattezza, in quell’ala che era usata come teatro. Qui l’artista ha creato un palcoscenico a forma trapezoidale di 58 mq²: “Volevo che questo luogo riprendesse il suo uso originale. Quando diventerà palcoscenico, o qualcuno camminerà su quelle parole, queste creeranno un significato unico che per quella persona trasformandosi in ricordo”, Mohsen Baghernejad Moghanjooghi.
A voler rappresentare il tempo e le sue stratificazioni sulla lastra è incisa una lettera sul tema della relazione fra uomo e tempo. Il contenuto di quella lettera ha cambiato per sempre l’idea del tempo dell’artista iraniano e influenzato in maniera determinante la sua ricerca. Era parte di uno scambio epistolare del 2017 tra Mohsen e l’artista Lawrence Weiner, uno dei pionieri del movimento concettuale degli anni ’60 e ’70.
Le parole e le tante lingue del suo vocabolario sono sempre presenti nella sua pratica artistica. Queste scritte resteranno a Santa Venerina, aggiungendo l’arte contemporanea ai tanti linguaggi culturali che la rendono uno dei Borghi più belli d’Italia.
Barely Invisible Cities di Evita Vasiļjeva (Riga, Lettonia, 1985) per Maruggio (TA) Puglia
Le tre sculture-panchine, che l’artista ha posto nelle vie del borgo, si integrano perfettamente con le sue architetture. Il materiale arrugginito restituisce l’impressione del tempo passato e le sue figure richiamano alla mente degli abitanti qualcosa di conosciuto: gli affreschi del chiostro del Convento di Santa Maria delle Grazie, che ospita oggi il Comune di Maruggio.
L’elemento cancello, però, viene stravolto nel suo significato originario. Invece di chiudere l’accesso a qualcosa, apre alla possibilità di fermarsi e guardare il patrimonio artistico tutto intorno o chiacchierare con qualcuno.
Sagra della Lucertola di Simone Carraro (Treviso, 1995) per Pietracamela (TE) Abruzzo
La Sagra della Lucertola a Pietracamela non esiste. È un’invenzione dell’artista per rievocare antichi canti, costumi e rituali contadini, che parlano dell’uomo e del suo rapporto con la natura. Una delle sculture-strumento a forma di lucertola, utilizzate da Simone Carraro durante le performance che hanno animato il progetto, resterà al borgo abruzzese.
Me ne andrei nella roccia della Lieta di Arianna Pace (Pesaro, 1995) per Rivello (PZ) Basilicata
L’espressione dialettale “Me ne andrei nella roccia della Lieta” significa “me ne andrei in un luogo di calma”. La ricerca della pace perduta e il rapporto con il paesaggio sono al centro del progetto dell’artista. Delle tre opere esposte la scritta in corten “Fiume silenzioso, non passare che anneghi. Fiume che cammina passa che non anneghi” è diventata un’opera permanente. Il detto rivellese è inteso come monito sui cambiamenti climatici.
Axis Mundi di Ella Littwitz (Haifa, Israele, 1982) per Pollina (PA) Sicilia
L’Axis Mundi o Asse del mondo, presente in differenti religioni e mitologie, ha la funzione di collegare Cielo, Terra e Inferi. L’artista ha collocato la sua interpretazione contemporanea dell’Axis Mundi in marmo e acciaio nel sito più alto che domina il borgo, il belvedere del Teatro Pietra Rosa, dove in passato sorgeva il punto trigonometrico utilizzato per la mappatura dell’intera area.
Follow the braid di Laetitia KY (Abidjan, Costa d’Avorio, 1996) per Rocca Sinibalda (RI) Lazio
L’artista continua in questo progetto la sua ricerca sul concetto di metamorfosi e il borgo medioevale di Rocca Sinibalda ben si presta. Il suo castello, infatti, è detto “delle Metamorfosi” per gli affreschi presenti al suo interno e ispirati al testo di Ovidio. Chiusa l’edizione 2023 di Una boccata d’arte, della statua che rappresentava il corpo dell’artista in scala 1:1 non resterà nulla. Così pure, le lunghe corde intrecciate dei suoi capelli non condurranno più alle fotografie che mostravano le metamorfosi dell’artista. A restare sono i libri su tematiche femministe donati dall’artista alla biblioteca di Rocca Sinibalda, perché il messaggio contro la violenza sulle donne è troppo importante perché si spenga fino alla prossima occasione. La sua arte è da sempre improntata all’impegno nella lotta per i diritti delle donne, contro il patriarcato, la violenza e le imposizioni sociali.
Victimula di Invernomuto, il duo composto da Simone Bertuzzi e Simone Trabucchi, per Vermogno – frazione di Zubiena (BI), Piemonte
La caccia virtuale alle mille pepite d’oro, pensata e realizzata dal duo Invernomuto nel borgo di Vermogno, si è conclusa. Le pepite trovate resteranno per ora nel portafoglio digitale dei cercatori d’oro del XXI secolo, i cittadini e turisti che hanno partecipato all’originale progetto degli artisti, in attesa di essere trasformate in cripto valuta.
Gli altri interventi di Una Boccata d’Arte 2023
Abbronzatissimi Pallidissimi, Serena Vestrucci per Cetara (SA), Campania
Il Buffone, Diego Miguel per Mirabella Agnone (IS), Molise
Rosa Mystica, Theodoulos Polyviou in collaborazione con Loukis Menelaou per Fosdinovo (MS), Toscana
Il frullamento del mare di latte, Diego Perrone per Costozza – frazione di Longare (VI), Veneto
Serpentina Per un mūsēum senza tempo, Raffaela Naldi per Rossano per Belvì (NU), Sardegna
Bodies And Subwoofers (B.A.S.) 8.0: permanenza, Stefanie Egedy per Fénis (AO), Valle d’Aosta
Se si resta sul posto, Leonardo Meoni per Castelvecchio di Rocca Barbena(SV), Liguria
Serenata agitata, Jacopo Benassi per Gardone Riviera(BS),Lombardia
To Live Inside a Second, Benjamin Jones per Pieve Tesino(TN), Trentino-Alto Adige
Relation Rests, Judith Hopf per Aquileia (UD), Friuli-Venezia Giulia
La montagna è ancora in movimento, Raghad Saqfalhait per Travo(PC), Emilia-Romagna
Pila Thinkerwiller, Mattia Pajè per Toscolano – frazione di Avigliano Umbro (TR), Umbria
Eight Types of Whistles, Margherita Raso per Petritoli(FM), Marche
Elenco opere permanenti delle precedenti edizioni di Una boccata d’arte (comodati e donazioni)
2020
Claudia Losi, Presicce-Acquarica (LE), Puglia, 2020
2021
Giuseppina Giordano, Gressoney-Saint-Jean (AO), Valle d’Aosta, 2021
Alice Cattaneo, Campo Ligure (GE), Liguria, 2021
Camille Norment, Santa Gertrude (BZ), Trentino-Alto Adige, 2021
Binta Diaw, Monastero Borbida (AT), Piemonte, 2021
Agnese Spolverini, Abbateggio (PE), Abruzzo, 2021
Zhanna Kadyrova, Tolfa (RM), Lazio, 2021
David Benforado, Tratalias (SU) Sardegna, 2021
2022
Antonio Della Guardia, Fénis (AO), Valle d’Aosta, 2022
Alice Ronchi, Montemarcello (SP), Liguria, 2022
Alina Kleytman, Cigognola (PV), Lombardia, 2022
Giulia Mangoni, San Lorenzo Dorsino (TN), Trentino-Alto Adige, 2022
Diana Policarpo, Montegridolfo (RN), Emilia-Romagna, 2022
Victor Fotso Nyie, Rocca San Giovanni (CH), Abruzzo, 2022
Tommaso Spazzini Villa, Castropignano (CB), Molise, 2022
Fabrizio Bellomo, Albori (SA), Campania, 2022
Anna Zvyagintseva, San Donato di Ninea (CS), Calabria, 2022
Ludovica Carbotta, Aggius (SS), Sardegna, 2022
Una Boccata d’Arte è un progetto di Fondazione Elpis, in collaborazione con Galleria Continua e con la partecipazione di Threes.
Quarta edizione – Fino al 24 settembre 2023
www.unaboccatadarte.it
Fondazione Elpis ha al centro della sua mission il supporto ai giovani artisti.
www.fondazioneelpis.org
Galleria Continua, presente con otto sedi in tutto il mondo, è stata fondata nel 1990 negli spazi di un ex cinema nel borgo di San Gimignano.
www.galleriacontinua.com
Threes è un team curatoriale e agenzia creativa con base a Milano, che concentra la propria pratica su progetti che intersecano suono, arte e paesaggio.
www.threesproductions.com