sabato , 23 Novembre 2024

“Sandy Skoglund. Visioni ibride” a CAMERA Torino

Sandy Skoglund, Winter (2018) Gentile concessone della Paci contemporary gallery

Dal 24 gennaio al 23 marzo 2019, a Torino, la prima grande retrospettiva dedicata ai lavori dell’artista e fotografa americana Sandy Skoglund

Aprirà al pubblico il 24 gennaio 2019, negli spazi di CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia a Torino, l’importante mostra “Sandy Skoglund. Visioni Ibride”, prima antologica dell’artista statunitense Sandy Skoglund (1946), curata da Germano Celant.

La mostra riunisce lavori che vanno dagli esordi nei primi anni Settanta all’ancora inedita opera “Winter”, alla quale l’artista ha lavorato per oltre dieci anni. Sarà proprio questa immagine – accompagnata da alcune delle sculture create per l’installazione da cui è stata tratta la fotografia – il fulcro dell’esposizione: una spettacolare anteprima mondiale che conferma una volta di più l’unicità della ricerca e del linguaggio della Skoglund, formatisi in pieno clima concettuale per evolversi poi verso un immaginario sospeso tra sogno e realtà, di straordinaria potenza evocativa.

Sandy Skoglund, Revenge of the goldfish (1981)
Gentile concessone della Paci contemporary gallery

La mostra a Torino permette di seguire questo percorso attraverso oltre trenta opere, quasi tutte di grande formato. Si va dalle prime serie fotografiche prodotte a metà anni Settanta, dove già emergono i temi caratteristici dell’interno domestico e della sua trasformazione in luogo di apparizioni tra comico e inquietante, fino alle grandi composizioni dei primi anni Ottanta, che hanno dato all’artista fama internazionale.

Tra i lavori più interessanti, le visionarie “Radioactive cats” (1980) e “Revenge of the goldfish” (1981), autentiche icone del periodo, rivisitazioni surreali e stranianti di ambienti familiari dai colori improbabili, invasi da gatti verdi e pesci volanti.

Sandy Skoglund, Radioactive Cats (1980)
Gentile concessone della Paci contemporary gallery

“Credo che esista un contrasto tra l’aspetto della fantasia e la realtà – ha dichiarato l’artista. – Poiché noi, in quanto esseri umani, ci consideriamo la principale forma di coscienza esistente in natura, ho scelto di popolare le mie immagini di animali per introdurre nella nostra esperienza questa coscienza alternativa”.

Le immagini di Sandy Skoglund nascono sempre dalla costruzione di un set, estremamente complesso, che l’artista poi fotografa: un procedimento che ben spiega la rarefatta produzione dell’artista e la peculiarità della suo percorso visuale, che è al tempo stesso installativo, scultoreo e fotografico. Elementi, tutti, che si ritrovano nella mostra torinese, dove alcune sculture rimandano alle fotografie e viceversa.

Sandy Skoglund, Raining Popcorn (2001)
Gentile concessone della Paci contemporary gallery

Tra le tante opere storiche che compongono l’esposizione, ricordiamo i venti scatti della serie “True Fiction Two”, realizzata tra 1986 e 2005, una lisergica interpretazione dell’American Way of Life; le spettacolari composizioni di “Fox Games” (1989) e “The Green House” (1990), con i loro iconici animali, volpi rosse e cani viola. Seguono il balletto di “Shimmering Madness” (1998), dove le statue e le figure umane condividono lo stesso spazio in una folle coreografia, e il visionario pic nic di “Raining Popcorn” (2001).

Opera dopo opera, sperimentazione dopo sperimentazione si arriva alle più recenti “Fresh Hybrid” (2008) e l’inedito “Winter” (2018). Sono i primi due capitoli di una serie dedicata alle quattro stagioni, tra i lavori più ambiziosi e impegnativi dell’artista americano. Si tratta di riflessioni non solo sull’arte, ma sulla vita, nel sempre più complesso rapporto tra essere umano e natura, tra realtà e artificio.

Sandy Skoglund, Fresh Hybrid (2008)
Gentile concessone della Paci contemporary gallery

“Per resistere all’istantanea, questa fotografia si muove alla velocità di un ghiacciaio – ha scritto Sandy Skyoglund. – Il tempo resta immobile per un momento, ma solo dopo un lungo periodo di accumulazione e fatica. Ogni frammento di ‘Winter’ è stato scelto per esprimere la paura primaria della dipendenza umana dalla natura e dagli altri. Noi non siamo soli, e la nostra situazione è invariabilmente precaria”.

La mostra – che resterà aperta fino al 23 marzo 2019 ed è realizzata in collaborazione con la Galleria Paci contemporary di Brescia – è accompagnata da un volume monografico edito da Silvana Editoriale e curato da Germano Celant, in cui si ricostruisce l’intero percorso dell’artista attraverso l’intreccio della sua biografia con il suo procedere professionale, documentato dalla riproduzione di tutte le sue opere, accompagnate da note critiche e da un’ampia bibliografia.

 

Sandy Skoglund. Visioni ibride

24 gennaio – 23 marzo 2019
Lunedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica 11:00 – 19:00
Martedì chiuso
Giovedì 11:00 – 21:00
(ultimo ingresso mezz’ora prima della chiusura)

CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia
Via delle Rosine 18, 10123 – Torino

Facebook/ @CameraTorino
Instagram/camera_torino
Twitter/@Camera_Torino #CAMERAtorino

About Roberta Turillazzi

Giornalista per passione e professione dal 2015. Mamma e moglie giramondo, che attualmente vive a Londra. Lettrice a tempo pieno. Amo l'arte, il cinema, i libri e il calcio.

C'è anche questo...

Artissima 2024

Artissima 2024. The Era of Daydreaming

Questa edizione, diretta per il terzo anno da Luigi Fassi, ha chiuso con un grande …

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *