Sandra Baruzzi, Animale abitare, 54ª Mostra della Ceramica di Castellamonte, Spazio Espositivo Casa Gallo, dal 29 agosto al 21 settembre 2014
Nell’ambito della 54ª Mostra della Ceramica – XIª Mostra di Arte Applicata della Città di Castellamonte, il 29 Agosto Sandra Baruzzi presenterà l’inedita raccolta “Animale abitare” composta da una quindicina di nuove opere. Ad affiancarla, nell’affascinante scenario di Casa Gallo, l’installazione “Esercito di Terracotta” di Roberto Castellano e l’esposizione “Fiabe, Dame e Cavalieri” di Guglielmo Marthyn…
Se proprio volessimo, potremmo giocare: immaginare un mondo di molecole che si equivalgono. Salendo e scendendo le scale della percezione, sapremmo rivisitare i moduli della natura e del nostro pensiero come se rappresentassero un tutt’uno. Rivelazioni biologiche e speculazioni filosofiche si prenderebbero per mano, in un movimento fluido, libero, slacciato dalle concatenazioni della consuetudine. Così, in fondo, creiamo: aggrappati incredibilmente al corpo che siamo, scissi nella crisi tra essere e avere, destinati all’estinzione su una terra carica di macerie. Da questo universo attingiamo forme e sostanze, plasmando il nostro vivere nell’amalgama del creato.
Abitiamo, a questo modo, seguendo regole di adeguamento, antiche di millenni. Le case appartengono all’istinto animale e umano. Evoluzione delle corazze, estensione dei nidi, espansione delle grotte: le nostre dimore esprimono implicitamente il nostro rapporto con il vuoto e il pieno, l’aperto e il chiuso, la difesa e l’attacco, il calore e l’odore. Le decoriamo perché le adoriamo. Sommamente utili, indispensabili all’esistenza, nel nostro immaginario si fanno feticci, manifestazioni sensibili della nostra vita, eredità da consegnare al futuro, testimonianze divise tra necessità e memoria.
Sandra Baruzzi ha cotto i laterizi di questa riflessione, svuotandoli di ogni funzionalità, ricostruendoli ad arte. Partendo dal brodo primordiale, dall’immersione nei sali della creazione, l’artista ha tentato di ascendere ai cieli, in sospensione inquieta, radicale, archetipica. Nell’occhio della tartaruga, vecchio di secoli, brilla la scalinata che conduce all’entrata del palazzo. Nella barba sapiente del pesce gatto brulica il seme del progresso. La seppia trascina l’inchiostro di progetti futuri. Onde scolpiscono fondamenta, nubi accolgono tensioni incomunicabili. Nel centro, le costruzioni dell’uomo in assenza d’umanità: strutture del ricordo…