Tales for Harsh Days è il tema scelto per l’ ottava edizione di Art Site Fest, festival dedicato alle arti contemporanee in dialogo con i luoghi della storia e dell’impresa.
È stata presentato a Palazzo Madama a Torino il programma della nuova edizione di Art Site Fest, articolato in numerosi appuntamenti sino a dicembre sul territorio piemontese presso luoghi di cultura e Musei d’impresa. Il tema scelto per quest’anno è Tales for Harsh Days, Narrazioni per giorni difficili: come spiega il curatore Domenico Maria Papa: “Viviamo giorni segnati da pandemia e guerre, eco di un passato che credevamo di aver dimenticato. Di fronte alle nuove emergenze, ci chiediamo, che cosa può fare l’arte? Ha ancora un compito? Che ne è della bellezza? Con Art Site Fest proviamo a dare una risposta a domande che di certo sopravanzano le poche ambizioni di un festival, nella speranza che l’arte sappia come raccontare questi nostri tempi difficili. Perché raccontare è un modo per salvarsi. Come ci insegnò Sherazade”.
L’ottava edizione di Art Site Fest è dunque dedicata al tema della narrazione nelle sue molteplici espressioni: e arti visive da sempre hanno tratto ispirazione dalle infinite possibilità del racconto, celebrando storie e restituendo ad esse una dimensione visiva, a partire, per esempio, dai cicli medievali e per arrivare più di recente alla pittura surrealista che indaga la quotidianità profonda dell’io. Questi difficili giorni chiedono di raccontare la nostra inedita condizione, nella speranza di accedere a una maggiore consapevolezza.
Alle arti visive, com’è nella tradizione di Art Site Fest, si affiancano il teatro, la danza, la musica, in un ricco programma che privilegia la sperimentazione e l’incontro tra ambiti disciplinari differenti. Una delle cifre caratteristiche del Festival è dunque il dialogo tra le discipline, con l’intenzione di offrire al pubblico un’esperienza il più possibile immersiva. Agli artisti è stato chiesto di elaborare progetti originali che si adattino ai luoghi nei quali sono ospitati, tenendo conto della dimensione narrativa del loro lavoro. Le sedi dell’ottava edizione di Art Site Fest presentano alcune conferme come il Castello di Govone, Palazzo Madama, il Museo Storico Reale Mutua, il Museo Lavazza, Archivio di Stato di Torino, Galleria d’Arte Moderna di Torino, la Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso (TO), e alcune novità come il Casstello di Moncalieri, il Principato di Lucedio (VC), il Teatro Cinema Maffei di Torino, in collaborazione con il Museo del Cinema. Come ogni anno, Art Site Fest sarà ospitato al Book Corner di Artissima per presentare le attività editoriali collegate al suo programma. Numerosi sono gli autori che propongono reading, installazioni, performance e mostre nei prestigiosi spazi scelti, interpretando, come è nella filosofia di Art Site, le caratteristiche storiche, le qualità architettoniche, le suggestioni percettive. Tra questi: Lech Majewski, Peter Senoner, Elizabeth Aro, Chen Li, Patrizia Polese, Ritmi sotterranei, Project-To, Eleni Molos, Mariana Travacio, Fukushi Ito, Associazione È.
Il Programma
Si inizia Lunedì 12 settembre nella Sala Staffarda di Palazzo Madama in Piazza Castello con l’installazione di Lech Majewski – Bruegel Suite e all’Archivio di Stato di Torino con l’intervento site specific di Patrizia Polese.
Bruegel Suite è una videoinstallazione basata sul dipinto La salita al Calvario di Bruegel del 1564, realizzata da Lech Majewski durante le riprese del suo film The mill and the cross. Majewski fa rivivere le oltre 150 figure rappresentate nel dipinto, per portare lo spettatore all’interno del quadro. Mettendosi nei panni del pittore, per tre anni Majewski ha tessuto un enorme arazzo digitale, combinando tecniche diverse: blue screen, CG e effetti 3D, un fondale 2D dipinto su tela dal regista stesso, scene filmate in paesaggi simili a quelli dei dipinti di Bruegel, un lavoro minuzioso su prospettiva, fenomeni atmosferici e persone. L’opera è stata presentata alla 54° edizione della Biennale di Venezia. La collocazione nella sala Staffarda di Palazzo Madama sottolinea il dialogo tra il linguaggio contemporaneo della videoinstallazione, che reinterpreta a sua volta il dipinto, con l’arte antica. Il coro dell’Abbazia Staffarda, notevole esempio di pregiata intagliatura, è vicino per epoca al dipinto di Bruegel. Lech Majewski è un poeta, artista multimediale, scrittore e regista di film, teatro e opera. Le sue opere, esposte in gallerie e musei di fama mondiale come il MoMa e la Whitechapel Gallery, indagano la complessità della natura umana, quella miscela di delirio, illusione, immaginazione, volontà, desiderio e sogni che popolano la nostra mente.
La sorgente è un intervento site-specific pensato da Patrizia Polese per l’Archivio di Stato di Torino: fibre che, come sinapsi, escono da libri e si connettono tra loro. La sorgente di Patrizia Polese, una delle artiste contemporanee di fiber art più rappresentative, è il titolo dell’installazione per l’Archivio di Stato di Torino. Così come gli 83 km di scaffalatura dell’istituzione raccontano la lunga storia della città e del Piemonte, il lavoro di Patrizia Polese svuota gli oggetti, come i libri, e li riempie di sinapsi, metafora del trasferimento delle informazioni interne al cervello, per evidenziare il legame sottile e invisibile che lega la storia e i corpi. Saranno presentati, inoltre, una serie di arazzi che rappresentano i legami che accomunano gli esseri umani e che attraversano le loro differenze. Il dialogo rappresenta la sorgente alla quale ciascuno può attingere per una emancipazione come essere vivente: la forma stretta e lunga degli arazzi suggerisce una ricerca di questa elevazione, mentre i fili di differenti materiali vogliono ispirare una forma simile a una scrittura immaginaria. Nel percorso è presente un video che esprime la volontà di raccontarsi e di ritrovarsi, dopo una situazione difficile che ha toccato l’intera umanità. Patrizia Polese vive e lavora in Italia. Dopo una lunga esperienza nel campo del restauro, si è specializzata nell’arte della tessitura. La sua è una continua ricerca di linguaggi comuni tra tutte le cose, nell’intersecarsi non solo di spazio e tempo ma anche di elementi umani, animali e vegetali. Un tentativo costante che ha come obiettivo il risveglio delle coscienze alla verità, della non separazione tra l’io e l’ambiente e di come tutto sia governato dalla percezione individuale attraverso la quale tutto si compone, si scompone e si collega.
Sabato 17 settembre alle ore 18.00 Castello di Govone – Salone d’onore
Presso il castello di Govone verrà presentata la performance multimediale Ballammo fino a morirne con il testo di Emma Costa, l’adattamento di Domenico M. Papa ed Eleni Molos, voce di Eleni Molos, musiche e video livedi Riccardo Mazza, Laura Pol (Project-To), coreografie di Alessia Gatta (Ritmi sotterranei) con le danzatrici Matilde Cortivo, Vanessa Guidolin, Viola Pantano.
Una epidemia si diffonde a Strasburgo nell’estate del 1518: d’improvviso, tante persone cominciano a udire una musica e a ballare, fino allo sfinimento, fino a non avere più forze. Fino a morire. La voce di Eleni Molos ci fa immergere nell’atmosfera d’altri tempi all’interno nella suggestiva cornice cinquecentesca del castello di Govone, mentre le ballerine della compagnia di Ritmi Sotterranei, accompagnate dalla musica e dai visual di Project-TO, reinterpreteranno in una performance che unisce danza contemporanea, musica e live visual, questo racconto al confine tra la storia e la fantasia scritto da Emma Costa. [RITMI SOTTERRANEI] contemporary dance company è una compagnia di coreografia e performance diretta da Alessia Gatta. Le performance sono strettamente legate all’idea di spazio: l’interazione con l’ambiente circostante fa riferimento a tutti gli aspetti della sua identità, dalla danza allo studio dell’architettura, dalla struttura spaziale alla cultura. Project-TO nasce dall’idea di due artisti: Riccardo Mazza e Laura Pol. Il primo è conosciuto per le sue ricerche nel campo della psicoacustica, o psicologia della percezione acustica. La seconda è una fotografa e videomaker, autrice di lavori nel mondo dell’arte e dei musei. Si tratta di un progetto in cui la musica elettronica incontra l’arte visiva e insieme si appropriano dello spazio in cui si incontrano, creando esperienze uniche di live performance.
Sabato 1 ottobre – ore 17.30 Castello di Moncalieri Piazza Baden Baden, 4 – Moncalieri (TO)
Fukushi Ito presenta il progetto Nulla più che scrivere; tutta l’opera di Fukushi Ito ha come tema fondamentale il recupero della propria identità, in un dialogo costante tra cultura orientale e occidentale, per trovarne i punti d’unione e di forza. Nulla più che scrivere indaga la scrittura giapponese di due autrici giapponesi, utilizzando medium contemporanei, quindi monitor e lightbox, per raccontare una storia passata. Siamo di nuovo di fronte a un racconto che parte dal passato per arrivare al contemporaneo, un lavoro di ritrovamento della manualità calligrafica con mezzi tecnologici. Ma non solo, l’opera di Ito è anche un omaggio alle donne, per questo viene inserita all’interno del Castello di Moncalieri, residenza ultima di Maria Letizia Bonaparte, donna illuminata e reale beneamata dai cittadini, a cui è dedicato l’allestimento permanente. Fukushi Ito è nata a Nagoya nel 1952. Nel 1980 si trasferisce in Italia, dove tuttora vive e lavora. L’appartenenza a due culture così diverse la porta a sviluppare un concetto particolare di “patria”: nelle sue opere Oriente e Occidente dialogano attraverso l’unione di materiali antichi e contemporanei, alla ricerca della perfetta sintesi artistica tra i due mondi.
Martedì 4 Ottobre – ore 17.30 Palazzo Biandrate – Museo Storico Reale Mutua Via Garibaldi 22, Torino
Il lungo viaggio è l’intervento site-specific Chen Li per la sede del Museo Storico della Reale Mutua, pensato in particolare per il suo scenografico cortile. La ricerca dei piaceri della quotidianità, e della gestualità insita nella scrittura, sono il fulcro del lavoro che Chen Li porta all’interno del chiostro di Palazzo Biandrate – Museo Storico Reale Mutua. Delle grandi tele e un’installazione site specific su cui l’artista e calligrafa riporta, tra le altre, poesie di scrittrici cinesi di epoca Tang, esplorando la tecnica manuale per narrare storie antiche e farle rivivere nel presente. Chen Li ci narra dell’importanza dei piccoli gesti, della manualità, del ritrovato piacere della vita di tutti i giorni. Cornice pregiata dell’installazione è il chiostro di Palazzo Biandrate, sede del Museo Storico Reale Mutua e già location per Art Site Fest dell’esposizione dedicata al Kintsugi: il legame tra l’opera d’arte e la sua sede si rinnova anche quest’anno nell’arte sapiente del ricucire le distanze tra passato e presente. Chen Li è un’artista contemporanea, calligrafa e creative director freelance. Vive e lavora a Torino e Milano e ha esposto le sue opere in Italia, Europa, USA, Asia. Nei suoi lavori utilizza pittura, scultura, fotografia, installazioni, arte digitale e calligrafia, dove la sapienza tecnica e il controllo del gesto si uniscono a un’urgenza espressiva per trasformare le singole parole in musicalità cromatica.
Giovedì 20 ottobre – ore 11.00 presso la Nuvola Lavazza – Basilica Paleocristiana via Bologna 32, Peter Senoner presenta MONOMON.
Peter Senoner torna ad Art Site Fest con una installazione site specific nella cornice della Basilica Paleocristiana, della Nuvola Lavazza. Senoner lavora con le sculture partendo dal ritratto come forma d’arte, per creare alieni, presenze d’altri mondi, creature ultraterrene che dialogano con lo spazio e con lo spettatore. La sonorizzazione degli ambienti della Basilica è un progetto del duo multimediale Project-To, che impiega la voce di Eleni Molos e di Toni Mazzara, su testo di Domenico Maria Papa. Collegandosi alle sculture di Senoner, Project-To crea una composizione stocastica casuale: il racconto viene frammentato in una serie di frasi, che si compongono di volta in volta in strutture diverse, in modo che ogni visita sia unica e ogni storia abbia un senso differente per chi l’ascolta. Peter Senoner, nato a Bolzano, allievo di noti maestri come Asta Gröting presso l’Accademia delle Belle Arti di Monaco, ha vissuto e lavorato a New York, Tokyo, Vienna, Berlino, Detroit. Nelle sue opere fonde la natura umana con le moderne tecnologie, per creare ritratti visionari di creature artificiali, ispirate al mito e all’arte popolare folk.
Sabato 22 ottobre – ore 17.00 Principato di Lucedio Frazione Lucedio, 8 – Trino (VC) Inaugurazione Elizabeth Aro – Danza Nocturna Intervento site-specific — Eleni Molos – Figure Infinite Reading su testo di Mariana Travacio.
Le opere di Elizabeth Aro, artista interdisciplinare specializzata in installazioni site specific, sono improntate a un’azione lenta, che rimanda sia al femminile che alla ricerca del “noi” e delle proprie radici. In Danza Nocturna Elizabeth Aro, esplora il rapporto tra uomo e terra, la potenza e la benevolenza della Natura come identità a cui siamo legati e da cui dipendiamo. Usando un paracadute ritrovato e un prezioso velluto jacquard di Marzotto Interiors, l’opera narra una storia di smarrimento proprio della nostra epoca. Una storia simile a quella narrata da Mariana Travacio nel racconto Figure infinite, per la prima volta tradotto in italiano, in occasione di Art Site Fest. Ad accompagnare l’installazione site specific ci sarà un reading di Eleni Molos, già voce per la performance multimediale Ballammo fino a morirne al Castello di Govone, sul testo di Mariana Travacio. Danza Nocturna racconta anche l’identità storica del Principato di Lucedio, che ospita l’installazione, noto per il suo millenario legame con la coltivazione e la cura della terra. Elizabeth Aro, nata a Buenos Aires e attualmente in Italia, è un’artista interdisciplinare specializzata in installazioni site-specific. Usando tessuti, sculture, foto e video, esplora i diversi modi in cui l’ambiente influenza psicologicamente ed emotivamente lo spettatore, creando opere di densità poetica dove l’immaginazione e il sogno diventano realtà.
Venerdì 11 novembre – ore 21.00 Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso Località Sant’Antonio di Ranverso – Buttigliera Alta (TO) Performance Bestiario. Narrazione per immagini e corpi A cura di Serena Fumero Associazione È arte “È” è un’associazione di promozione sociale che opera nel campo delle arti e della loro applicazione nella formazione e nella cura. Formata da artisti, esperti museali, arteterapeuti, insegnanti e formatori, medici, psicologi, sociologi e altre persone interessate a un dialogo interdisciplinare, vede i linguaggi dell’arte come strumenti per l’evoluzione individuale e collettiva.
A cura di Serena Fumero, museologa e storica dell’arte, Bestiario. Narrazione per immagini e corpi è una performance che narra le storie, i miti, legati al mostruoso e al santo, in un intreccio a doppia mandata con la Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso, luogo importante nel passato per la cura e la guarigione dei viandanti lungo la via Francigena. L’associazione è, formata da artisti, esperti museali, arteterapeuti, insegnanti, medici e danzatori è fucina di progetti artistici, formativi e culturali dedicati a un’utenza trasversale. L’intenzione è di favorire, attraverso la pratica e la fruizione artistica, la crescita, il benessere e la consapevolezza delle persone e delle comunità sul territorio. Ha curato per la Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso il progetto Bestiario: Il Carnevale degli Animali e Narrazione per immagini e corpi.
Sabato 3 dicembre – ore 20.00 Cinema Teatro Maffei Via Principe Tommaso 5, Torino Performance multimediale Ballammo fino a morirne (vol. II) Testo: Emma Costa Adattamento: Domenico M. Papa ed Eleni Molos Voce: Eleni Molos Musiche e video live: Riccardo Mazza, Laura Pol (Project-To) Coreografie: Alessia Gatta (Ritmi sotterranei) Danzatrici: Matilde Cortivo, Vanessa Guidolin, Viola Pantano
La storia dell’epidemia di danza viene ripresa. Si torna a raccontarla attraverso una performance multimediale che si adatta e si sviluppa negli spazi del Teatro Maffei, riformulando l’intreccio tra voce, musica e danza. Il Cinema Teatro Maffei nasce all’inizio del secolo scorso come Salone Eden sullo stile dei cafè chantant parigini. Negli anni ’30 è uno dei principali teatri torinesi. Distrutto nei bombardamenti della seconda Guerra Mondiale, rinasce insieme alla prima compagnia di avanspettacolo fondata dall’impresario Ventavoli. Sul suo palcoscenico passano i nomi più noti del tempo. Il passaggio a sala cinematografica avviene alla fine degli anni ’70, parallelamente alla nascita del varietà televisivo. Diventa sala a luci rosse all’inizio degli anni ’80. Oggi rinasce come spazio culturale.
PER INFO: www.artsitefest.it