Poesie Pneumatiche Tour # 1
Performance poetico-concreta di Jean-Paul Charles & Ivan Fassio
Jean-Paul Charles: tele e teli, pneumatico, vernici
Ivan Fassio: testi, fogli, nastri e voce
SB ART
Via Della Rocca, 37/c
Torino
venerdì 19 febbraio 2016, dalle ore 18:30
Canale Arte presenta oggi un testo teorico di presentazione della performance “Poesie Pneumatiche Tour” che, a partire da venerdì 19 febbraio 2016, verrà proposta da Jean-Paul Charles e Ivan Fassio in gallerie, locali e rassegne di Torino e provincia…
“Avrete, delle vocali, il suono. Ma sul loro colore congetturerete invano” (Guido Ceronetti)
I)
Dispendio, elargizione, sacrificio e distruzione sono categorie del Sacro. Relegate in un luogo sempre più distante, in un’isola dell’esistenza, esse agiscono ormai in una dimensione onirica. Non c’è più tempo per l’azione smisurata, per il dono eccessivo, per l’atto di fede assoluto. La condizione dell’allevamento ci conquista gradualmente, ci colonizza. I nostri sogni e i nostri incubi ne pagano il prezzo: sono senza occhi e sordi come un sasso.
I popoli, civilizzati, fuggono dal mondo per provare le estasi dell’iperrealtà e del nuovo regno dell’esperienza tecnologica. Le soggettività sono frammentate e perdute. Un inedito terreno di esperienze si profila, in cui immagine e suono ripercuotono i loro spettri. Le simulazioni proliferano e si rigenerano progressivamente. Amplificate e moltiplicate a dismisura, esse si riferiscono solo a se stesse, perdono il proprio oggetto, sciolgono ogni argomento in un indistinto groviglio di riferimenti arbitrari. Un magazzino di specchi riflette immagini proiettate da altre superfici sulla nostra coscienza. Qualunque artista, una volta iniziata la registrazione e l’interpretazione di un tale accumulo di materiale, vivrebbe in uno spazio scisso, in una lacerazione senza tessuto, in una ferita senza carne.
II)
Ogni movimento – che può interessare indifferentemente pittura, performance, poesia e musica – mirerà alla destabilizzazione di una superficialità di forma e contenuti. La soluzione sarà l’estinguersi di ogni sintesi definitiva. Un nocciolo fondante inizierà a porsi come inconoscibile, per scomparire finalmente nella definizione della propria inesistenza. L’incontro con l’altro potrà ristabilire una dottrina, ancorata sul confronto e sullo scambio, ignorando la ricerca dell’essenza e la dialettica tra verità e finzione. La vita – nella sua interezza – diverrà, allo stesso modo, la chiave della rappresentazione? Considerare la percezione del nostro stesso respiro come un fatto virtuale, in quanto conoscibile attraverso i sensi, potrà spaventarci, ma saprà aprire un nuovo dominio di conoscenza all’interno della nostra circoscritta realtà.