Una mostra sorprendente e seducente nelle parole del Presidente Maurizio Cibrario quella a Palazzo Madama sino al 21 maggio 2018: la mostra PerFumum. I profumi della Storia, affronta il tema del profumo, la sua pluralità di significati e l’utilizzo nel corso dei secoli, dall’Antichità greca e romana al Novecento.
Un racconto che si snoda attraverso più di duecento oggetti esposti, oreficerie, vetri, porcellane, affiches e trattati scientifici, ma anche boccette che hanno segnato la storia del profumo nel Novecento e che molti visitatori riconosceranno. Maurizio Cibrario coglie l’occasione per sottolineare la buona risposta del pubblico alle mostre a tema che caratterizzano la programmazione del Museo, in special modo a partire dalla direzione “dell’era Guido Curto”, come l’ha definita, evidenziando un aumento del 45% dei visitatori nel mese di gennaio rispetto allo stesso periodo del 2017. L’esposizione, curata da Cristina Maritano, conservatore di Palazzo Madama si avvale, come per le altre mostre in corso, di una grande collaborazione del territorio, a partire dai numerosi prestiti (molti dei quali prelevati dai depositi e quindi pressoché inediti) provenienti da musei e istituzioni torinesi, come il MAO Museo d’Arte Orientale, il Museo Egizio, il Museo di Antichità, la Biblioteca Nazionale, la Biblioteca Guareschi del Dipartimento di Scienza e Tecnologia del Farmaco. Importante anche il contributo di realtà nazionali come il Museo Nazionale del Bargello, Gallerie degli Uffizi, il Museo Bardini e la Galleria Mozzi Bardini di Firenze e il Museo di Sant’Agostino di Genova.
Il percorso espositivo prende coerentemente avvio da alcuni reperti della civiltà egizia e greco-romana provenienti dai Musei cittadini, che, sulla scorta di tradizioni precedenti, assegnano al profumo molteplici funzioni e significati, in special modo il profumo assurge a strumento di igiene, cura del corpo e seduzione. Nell’Europa del primo Medioevo, sopravvive la concezione protettiva e terapeutica del profumo, come testimoniato in mostra dalla preziosa bulla con ametiste incastonate proveniente dal Tesoro goto di Desana. L’uso di profumi a contatto con il corpo con funzione di protezione nei confronti di malattie è attestato più tardi nei pommes de musc frequentemente citati negli inventari dei castelli medievali, come il rarissimo esempio quattrocentesco in argento dorato in prestito dal Museo di Sant’Agostino di Genova, che conserva ancora la noce moscata al suo interno.
La civiltà islamica, che eredita e preserva il sapere del mondo antico, sviluppa e innova la cultura del profumo greca e romana, persiana e bizantina, introducendo importanti conquiste tecnologiche, come il perfezionamento dell’arte della distillazione compiuto da Avicenna. In mostra alcune fiasche da profumo di arte ottomana, in ottone geminato, in legno di rosa e in maiolica e vetro. L’età rinascimentale vede la progressiva laicizzazione dei significati del profumo, il cui uso si fa più esteso e articolato presso le classi sociali più elevate. Gli antichi trattati circolano grazie alle edizioni a stampa, fioriscono nuovi ricettari che propongono la fabbricazione individuale dei profumi, si sviluppa la profumeria alcolica. Si diffonde in tutta Europa la moda invalsa nelle corti italiane di profumare oltre al corpo anche gli accessori di vestiario, specialmente in pelle, e di indossare contenitori per profumi di straordinaria ricercatezza, come il flacone in agata con montatura in oro, rubini e smalto, proveniente dal Museo degli Argenti di Palazzo Pitti, forse un dono di Caterina de Medici, a cui si deve l’esportazione della moda italiana dei profumi in Francia. Dal Seicento, la supremazia nel campo della produzione dei profumi spetta incontestabilmente alla Francia.
La mostra offre infine una panoramica sul Novecento grazie ai prestiti provenienti da collezioni private che hanno consentito di arricchire il percorso espositivo con un’ampia carrellata di flaconi, tra cui spiccano quelli creati da René Lalique per François Coty, di Baccarat per Guerlain, ma anche gli eccezionali Arpège di Jeanne Lavine Shocking di Elsa Schiaparelli
Elemento di novità (ma il Museo ha incominciato già da qualche tempo ad adottare questa modalità di attrazione di nuovi pubblici anche per altre esposizioni) è il palinsesto di eventi collaterali, conferenze e non solo, che andranno a completare il racconto: l’Associazione culturale torinese Per Fumum, fondata da Roberta Conzato, creatrice di profumi ella stessa, e Roberto Drago, grande esperto del settore, organizza una rassegna di incontri internazionali sulla cultura dell’olfatto rivolta a tutto il mondo degli appassionati della profumeria. Roberto Drago ha illustrato il ricco programma, nel quale è da segnalare la conferenza-Laboratorio “Viaggio nella profumeria moderna e nei suoi capolavori”, a cura de l’Osmothèque di Versailles, unico museo al mondo ad avere la collezione completa dei profumi originali prodotti dal 1800 ad oggi, in cui sarà possibile sperimentare alcune fragranze del passato. Altro incontro unico nel suo genere, e primo in Italia, sarà quello con Jean Claude Ellena, celebre profumiere e storico naso di Hermès, che illustrerà il percorso che porta alla creazione di un profumo, con riferimento alla sua celebre fragranza Un jardin en Méditerranée. Gli incontri si terranno il 16, 17, 18 febbraio e il 7 e 8 aprile 2018 presso Palazzo Madama e altre sedi. In occasione della mostra, infine, il giovane creatore di fragranze Luca Maffei, promessa italiana come “naso”, creerà dei profumi ispirandosi alle collezioni storiche del museo del periodo romano, medievale, rinascimentale e barocco che verranno diffusi nelle sale del Palazzo. Roberto Drago ha tenuto inoltre a sottolineare la molteplicità degli ambiti in cui il profumo è parte integrante delle nostra vite, tanto è vero che è stato dimostrato che un uomo nella vita ha memoria del 5% delle cose viste e ben del 20 % di ciò che ha odorato, dimostrandone la predominanza in ambito sensoriale. Roberto Drago terrà inoltre la conferenza “Comunicare il profumo: parole, immagini e il loro utilizzo nel mondo della profumeria” in collaborazione con la Scuola Holden di Torino. Un percorso coinvolgente sulla comunicazione nel mondo del profumo, che parte dal testo ispirazionale e passa per la fotografia la narrazione video.
L’incontro sarà anche l’occasione per la presentazione di un racconto scelto tra quelli pervenuti e scritti da studenti della Scuola Holden, sul tema «Il profumo di Torino», con la possibilità di sentire il profumo ispirato dal racconto. Drago non nasconde il grande sogno che è sotteso a questo progetto di mostra, ossia il desiderio di fondare una Scuola di Profumeria, proprio a Torino, che nella sua lunga esperienza professionale di responsabili di brand internazionali, ha dimostrato essere città particolarmente sensibile al tema, con un altissimo rapporto tra abitanti e profumerie di nicchia e un interesse raffinato verso l’argomento.
Per informazioni sugli eventi:
PerFumum: i Profumi della Storia
Museo Civico di Arte Antica Palazzo Madama