L’Oltre. In Formule e Gradi con Benedetto Bonaffini, Romina Di Forti, Flavio Fassio, Cecilia Gattullo, Alessandra Nunziante, Ester Pairona, Piera Romeo continua fino al 29 aprile, dal martedì al sabato (orari 16.30-22.00) presso Il Circolo Virtuoso in via San Secondo, 66 a Torino. Presentiamo qui una serie di testi dedicati ai singoli artisti in mostra
Romina Di Forti
Ci salva da malinconie ogni sguardo allo stellato specchio, quello che ridente ci sovrasta. Ecco una missione chiara per il viaggiatore, aggrappato stretto alle apparenze, per necessità virtù. Siano queste una rincorsa all’eco lontana, una chiaroveggenza impigliata ad un raggio o la segreta consapevolezza del fenomeno. In tutto, per tutto, al di sotto, sogna sempre la verità bellezza, e l’infinito.
Cecilia Gattullo
Si scende in picchiata nella propria notte, quella sicura e assiduamente frequentata, con la leggerezza della discesa dolce. Intanto, si amalgamano i tuffi del sangue e gli scarti logici, le visite improvvise alle occasioni mancate. Anche in questo apprendistato alchemico, allo stesso modo dei matematici, cerchiamo insieme, nell’accezione doppia di perseguire e d’incorniciare, risultato e soluzione.
Piera Romeo
La ricerca pulsa, oggettivamente, nella materia stessa, che si piega, contorce, piange. Talvolta, per l’identico afflato, ride, si gonfia, esulta. Ecco il chiaro anelito del pianeta, dell’atmosfera celeste cristallina, alla nostra più che umana allibita commozione: ci mantenga indifferenti, sempre, per sommo atto d’amore, alle necessità supreme di rotazione evoluzione.
Ester Pairona
Un’identità, da sempre per definizione molteplice, s’impone, al primo sguardo, almeno in duplice lucentezza: per storia e situazione. Dove una memoria lavora e incide, il presente si arricchisce di tutti i profumi, le suggestione, le impressioni del bagaglio fin qui trasportato, inevitabilmente dissigillato per ogni occasione. Sono dolci i fiori del glicine, le foglie dell’edera e le prime rose, nella sera d’aprile, quando tutto il tempo necessario ancora si spera.
Flavio Fassio
La trasmissione si innova per necessità, per curiosità, talvolta fortunatamente per avventato atto di coraggio: messinscena di un’intuizione. Così, il forziere dei talenti dispensa le possibilità per una divulgazione futura, affinché il canale diventi la struttura stessa del contenuto, del concetto e della sua comunicazione: mestiere infinito della verbale visiva corporea e temporale, tutta sensibile, espressione.
Benedetto Bonaffini
I piani si invertono spesso, nell’universo del mito. Dove un narciso si specchia, nasce l’orchidea. Quando un treno si avvia, gli spettatori tutti della stazione, avvertono un impulso alla partenza, assoggettandosi, passivi, al movimento. Allo stesso modo, quando passeggiamo nella città fremente di visioni, una vetrina ci dona un batticuore, facendoci scorgere, riflessa, l’immagine fascinosa di un’amore già possibile, di una passante trasognata.
Alessandra Nunziante
Suonando – il disco della disperazione – battendo il ritmo sulle corde trite della desolazione, ci possiamo trasportare verso un’allegria smodata ed insperata. La danza è quest’ebbrezza, che ci ritroviamo, appesa improvvisata, tra capo e collo. Ne saremo ben coscienti, quando sapremo riconoscere il nostro talento: recuperare una tela rovinata evidenziandone gli esili strappi e le ferite. Bruciando tutto l’indispensabile, ecco creata la consapevolezza nuova, l’esperienza liberata.