NEXT. Avanti il Prossimo!
Installazione partecipata ideata e realizzata da Davide Galipò
nell’ambito della mostra collettiva “Verso le sensazioni. Miscellanea da una Collezione d’Arte” domenica 4 marzo dalle 14 alle 21 presso Spazio Parentesi in via Belfiore 19 a Torino. Oltre alla partecipazione al progetto elettivo concettuale di Davide Galipò, il pubblico sarà coinvolto nell’elezione della migliore opera in mostra. Intervento cantautoriale di Flo Frau Spaguetty from Japan. Artisti: Enrico Boggione, Alessandro Catalani, Edmondo Maneglia, Virio da Savona, Giovanni Giani, Giovanni Omiccioli, Paul Kostabi, Francesco Casorati, Alberto Valsecchi, Nicolas Diulgheroff, Paola Bisio, Bruno Molinaro, Roberto Demarchi, Jean-Paul Charles
L’installazione, ideata dal poeta Davide Galipò e presentata a Spazio Parentesi domenica 4 marzo 2018, prevede una cabina elettorale in un ambiente in penombra, con due specchi a riflettere l’elettore in alto e in basso, quindi fissati al soffitto e sul pavimento. NEXT è pensata per essere fruita da uno spettatore per volta, che accede nella cabina elettorale accompagnato da una vecchia canzone che si ripete ossessivamente. L’elemento teatrale è molto importante: una scrutinatrice avvenente accoglie sorridente l’elettore all’ingresso, dandogli la matita con cui dovrà esprimere la sua preferenza.
L’elettore però non sa cosa lo aspetta: all’interno della cabina, adagiata su un ripiano, c’è la scheda elettorale per la preferenza, ma tutti i simboli sono uguali
L’effetto straniante di questo elemento, che di fatto annulla il senso dell’azione che è stata richiesta all’elettore, viene accentuato dalla presenza di un inginocchiatoio, posto all’interno della cabina elettorale, sul quale bisognerà poggiarsi per esprimere il voto.
L’unico modo per esprimere una preferenza è lanciare il dado posto sul ripiano e segnare il numero corrispondente alla casella sulla scheda. Le caselle sulla scheda elettorale sono in tutto sei, come le facce del dado; se, per esempio, esce il numero 6, l’elettore dovrà barrare la casella 6.
Altro elemento importante: la luce. L’interno della cabina elettorale è illuminato da una lampadina a tempo, che si spegnerà ogni cinque minuti, che più o meno corrispondono al tempo necessario durante il quale l’elettore potrà rendersi conto dell’inganno, essere frustrato o divertito, decidere di stare al gioco oppure rifiutarlo. In quel momento, la luce si spegne, la musica s’interrompe. Al suo posto si accende una luce rossa, con su scritto «next», che fa capire all’elettore che il tempo è scaduto e che dovrà lasciare il posto a chi verrà dopo di lui.
All’uscita dalla cabina elettorale, l’elettore viene ringraziato dalla soubrette, che nel frattempo si è trasformata in un uomo travestito. La soubrette-trans attende sorridente che l’elettore riponga la sua scheda nella scatola, saluta. E tutto può ricominciare.
C o n c l u s i o n e
«Arrivederci qui, non importa dove. Coscritti della buona volontà, avremo la filosofia feroce; ignoranti per la scienza, furbi per le comodità; crepare per il mondo che avanza. È la vera marcia. Avanti, forza!»
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Arthur Rimbaud, Democrazia
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S C H E D A T E C N I C A
– 1 cabina elettorale (cm 95x95x205)
– 1 matita gigante
– 1 personal computer con altoparlanti
– Schede elettorali pirata (da stampare a seconda dell’affluenza)
– 1 inginocchiatoio di legno da 1 posto
– 1 dado di plastica
– Lampade gialle a tempo (meglio se più di una)
– 1 lampadina rossa (o in alternativa, gelatina rossa)
– 1 scatola
C O M P R I M A R I
– Elettori (accedono uno per volta)
– Scrutinatrice donna