sabato , 23 Novembre 2024
A sinistra “Infanzia. Stanza 1. Negazione”, pirografia su legno (130x70cm), a destra “Espiazione. Stanza 2. Rabbia”, pirografia su legno (86x110cm)
A sinistra “Infanzia. Stanza 1. Negazione”, pirografia su legno (130x70cm), a destra “Espiazione. Stanza 2. Rabbia”, pirografia su legno (86x110cm)

Wound to Wound di Roberta Petrone, a Paratissima 2018 un percorso di rielaborazione del dolore

“Feeling Different” è il titolo della 14sima edizione di “Paratissima”. Le 10 figure femminili esposte da Roberta Petrone lanciano un messaggio di allarme e al tempo stesso invitano a una distruzione dell’io necessaria che, liberandoci dai filtri della nostra coscienza, apre all’unico possibile dialogo genuino con noi stessi.

A sinistra “Infanzia. Stanza 1. Negazione”, pirografia su legno (130x70cm), a destra “Espiazione. Stanza 2. Rabbia”, pirografia su legno (86x110cm)
A sinistra “Infanzia. Stanza 1. Negazione”, pirografia su legno (130x70cm), a destra “Espiazione. Stanza 2. Rabbia”, pirografia su legno (86x110cm)

All’ultima edizione di “Paratissima”, manifestazione nata come evento off della più nota “Artissima”, quest’anno erano ben 28 gli spazi I.C.S. (Independent Curated Space), più del triplo rispetto al 2017. Complessivamente, invece, dal 31 ottobre al 4 novembre scorsi, oltre 350 giovani artisti italiani e internazionali hanno potuto mostrare le proprie opere al pubblico di appassionati, curiosi ed esperti del settore.

Tra questi c’era Roberta Petrone, che ha messo a nudo le proprie ferite interiori con la mostra “Wound to Wound”, un progetto che nasce lontano nel tempo: artisticamente quando l’artista aveva 27 anni, e ha iniziato a buttare giù le prime idee sotto forma di schizzi, a livello inconscio ancora prima, durante l’infanzia, quando l’evento traumatico da cui traggono origine le sue opere si è verificato.

Alcuni visitatori dello spazio I.C.S. destinato a Roberta nell’ex caserma La Marmora di Torino hanno avuto reazioni forti alla vista delle figure femminili rappresentate e del legno inciso con il fuoco: molti hanno apprezzato, qualcuno ha pianto, ma c’è stato anche chi ha riso sprezzante e chi le ha suggerito di non guardarsi così in profondità.

Roberta Petrone al lavoro
Roberta Petrone al lavoro

Roberta però intende proseguire proprio su questa linea. Adesso sta lavorando sul concetto di radice e sulla radice-organo della pianta, fondamentale per l’assorbimento di acqua, da cui dipende la vita, ma anche elemento di ancoraggio al terreno. Gli spunti di riflessione sono tanti e di nuovo il fulcro del progetto è la mente umana, i suoi difetti e le sue infinite possibilità, e di nuovo il materiale è il legno, il preferito di Roberta fin da quando era bambina.

Proprio la passione per il legno l’ha portata a intraprendere gli studi artistici, l’Istituto Alfieri di Asti prima, l’Accademia Albertina di Torino poi. La tecnica che predilige, invece, è la pirografia, l’incisione per mezzo di una fonte di calore, praticata con diversi attrezzi arroventati o fiamme vive, la stessa adoperata per realizzare le 10 opere di “Wound to Wound”.

Realizzati durante un percorso di psicanalisi affrontato dall’artista, ma universali nella loro drammaticità, i quadri esposti a Paratissima raccontano per immagini il modello delle cinque fasi dell’elaborazione del lutto e del dolore, inizialmente concepito dalla psichiatra Elisabeth Kübler-Ross nel 1970, e sono in coppia, due per ogni “stanza”.

Negazione, Rabbia, Negoziazione, Depressione, Accettazione sono le fasi nel modello di Kübler-Ross e sono le stanze del progetto di Roberta, ovvero luoghi nei quali rifugiarsi per parlare alla parte di sé più nascosta. Le singole opere, invece, si intitolano “Origine” e “Infanzia”, “Espiazione” e “Regressione”, “Trattativa” e “Rigetto”, “Dolore” e “Gioia”, “Identità” e “Quiete”: 10 quadri per raccontare l’operazione di distruzione dell’io necessaria per arrivare ad accettarsi a pieno. Dopo aver fatto riafforare alla coscienza gli eventi traumatici causa del proprio dolore, arriva la consapevolezza, la rimozione dal subconscio e l’accettazione di chi si è, nel bene e nel male.

Roberta Petrone e alcune delle opere in mostra
Roberta Petrone e alcune delle opere esposte a Paratissima 2018

Roberta Petrone ha un laboratorio in Borgo San Paolo, a Torino, dove realizza sculture in legno in collaborazione con un laboratorio floreale, lavora a nuovi progetti, sempre legati alle profondità della mente, effettua lavori di restauro di mobili e ne costruisce su richiesta.

 

Per maggiori informazioni:

www.robertapetrone.it

www.facebook.com/RobertaPetroneArt

About Sabrina Colandrea

Giornalista professionista materana, classe 1986, ho vissuto, studiato e lavorato a Pisa, Genova, Torino e Roma. Dal 2013 ho scritto soprattutto di cultura, arte e spettacolo per Mentelocale, La Repubblica Torino, Uncò Mag, Goa Magazine, Il Quotidiano della Basilicata. Ho all’attivo una serie infinita di stage, degni di nota e zuppi di sudore i due mesi a Rainews24 e i tre mesi nell’ufficio stampa e relazioni esterne dell’Università di Torino. Dopo un’esperienza nella redazione del talk show “Avanti il prossimo” su TV2000, ho lavorato come addetta stampa e videomaker freelance per emittenti tv, festival e associazioni culturali. Dal 2019 sono in forze nella redazione della web radio Activa, dedita alla divulgazione tecnologica. Con Canale Arte torno al mio primo amore, la parola scritta.

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3 Commenti

  1. Purtroppo non è stimolante il modo in cui è raccontato. E’ come un riassunto privo di spunti di riflessione che invece potrebbero portare a tanto altro. Spero venga colta come critica costruttiva.
    Saluti

    • Sabrina Colandrea

      Come si dice? Il lettore ha sempre ragione e ogni critica costruttiva è ben accetta. Sicuramente ci sarebbe stato ancora tanto da dire. Scrivere di arte però per me significa anche avvicinarsi in punta di piedi agli artisti e alla loro sensibilità, avvicinamento che in qualche caso si traduce in resoconti asciutti che possono e vogliono solo dare uno spunto sufficiente a suscitare curiosità.

  2. Buongiorno!
    Anch’io sono un appassionato d’arte e paratissima è un’occasione per vedere novità con nuovi approcci (forse Miglio aveva le stesse aspettative).
    Quando si va su google e si “sfogliano” i portali di settore si spera che le nuove generazioni possano descrivere con un approccio nuovo, con un linguaggio meno da brochure e che possano fare la differenza con noi della “vecchia scuola”.
    Ovviamente tutti i lavori vanno rispettati perchè è altrettanto importante l’intento e la fatica impiegata.
    Tra l’altro mi preme dire che Roberta Petrone è un’artista molto valida e mi auguro che con il suo talento riesca a ritagliarsi sempre più spazio.
    Un saluto.

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