Il volume “Fragile bellezza: arte e oreficeria contemporanea” è il racconto dell’articolato e appassionante progetto culturale che, da oltre un anno a questa parte, ha coinvolto il Comune di Valenza con una serie di iniziative culturali multidisciplinari.
Iniziative che ribadiscono la centralità della vocazione di distretto orafo internazionale come potente veicolo culturale sul territorio, sperimentano nuovi legami tra arte contemporanea e produzione orafa. Il catalogo, a cura di Lia Lenti e Domenico Maria Papa ed edito da Silvana Editoriale, è il ricco compendio delle diverse iniziative svolte nei mesi e racconta nel dettaglio la genesi e lo sviluppo della mostra che doveva concludere la rassegna; quest’ultima, destinata a non essere aperta al pubblico per le note emergenze sanitarie, è stata ugualmente allestita negli spazi dell’Oratorio di San Bartolomeo e resa fruibile grazie ad un’efficace visita virtuale con ricchi materiali a corredo, che includono le interviste agli artisti e degli artigiani orafi coinvolti nel progetto: il tutto è possibile collegandosi alla pagina facebook del Centro Comunale di Cultura di Valenza o al portale www.archiviorafivalenza.it.
Come spiegato dal curatore Domenico Maria Papa, la mostra racconta la collaborazione fra artisti e aziende orafe di Valenza, a partire da un’affinità che nasce già negli anni ‘50; un legame ben rievocato nel saggio della curatrice Lia Lenti, studiosa del gioiello, che grazie ad un’ampia rassegna di documenti e disegni illustra le vicende storiche che hanno visto importati scambi con le Triennali di Milano, in special modo con quella del ‘57 che annoverava i fratelli Arnaldo e Gio’ Pomodoro come responsabili del coordinamento della sezione dell’oreficeria nella Mostra delle produzioni d’arte; la studiosa indaga anche le collaborazioni tra nomi celebri, come tra Gianni Dova, Ettore Sottssass e gli orafi Saverio Cavalli e Giovanni Baggio, Lorenzo Guerrini e Vendorafa26. Per questo progetto, anche in memoria delle proficue collaborazioni del passato, è stata promossa la realizzazione di dieci nuove opere frutto della fusione fra il pensiero artistico di nomi del panorama contemporaneo (molti alla prima prova di questo tipo) e il saper fare artigianale delle aziende che operano sul territorio.
Protagonisti dell’iniziativa sono stati gli artisti Elizabeth Aro, Güler Ates, Enrica Borghi, Antonio De Luca, Paolo Delle Monache, Mario Fallini, Fukushi Ito, Carlo Galfione, ProjectTo, Alice Zanin e le aziende orafe valenzane Ceva Gioielli Srl, Crivelli Srl, Il Diamante Snc, Gioj Srl, Leo Pizzo Spa, Margherita Burgener, Ofir Srl, Scuola Orafa For.Al “Vincenzo Melchiorre”, Vendorafa Lombardi Srl e Villa Pedemonte Atelier (VPA) Srl. “Il tema della fragilità e della necessità di prendersene cura apre a una nuova prospettiva estetica, grazie alla quale è possibile istituire una più autentica relazione con il mondo fondata sulla volontà di rimediare all’inevitabile frammentazione dell’esistenza. Fragile bellezza vuole dunque essere qualcosa di più del titolo di un progetto, nato come un programma di sperimentazione per un rinnovato rapporto tra arte contemporanea e produzione orafa, programma che vede dieci artisti dialogare con altrettante aziende valenzane. La storia recente del distretto orafo della città di Valenza si è spesso intrecciata con i progressi dell’arte moderna e contemporanea. Molti rinomati artisti del nostro Novecento hanno soggiornato a Valenza e hanno prestato il loro talento alle aziende che nell’arte hanno riconosciuto un fondamentale valore aggiunto per una produzione già di grande eccellenza. Fragile bellezza vuole essere un contributo a riannodare quel dialogo. […] In tutti gli artisti coinvolti è presente una spiccata sensibilità all’ascolto, una capacità di accogliere nel proprio lavoro direttrici diverse e una speciale attenzione alla preziosità del fare, più ancora del materiale impiegato. Così Elizabeth Aro, artista argentina, da molti anni residente in Europa, prima in Spagna e poi in Italia, fa suo un linguaggio che allude da un lato a elementi naturali, come alberi, radici, foglie, e dall’altro a un lavoro paziente e reiterato come quello della tessitura. Le opere di Aro sono opere realizzate attraverso la ripetuta declinazione di gesti minimi, come quelli delle produzioni tradizionali.
Güler Ates artista residente a Londra, di origine turca, ambienta le sue performance in luoghi significativi per la storia e l’arte di popoli diversi. Ha tratto le sue opere da viaggi in India, Medio Oriente, Sud America, Nord Europa, Italia, ogni volta producendo installazioni site-responsive. Enrica Borghi lavora sull’impiego e il riutilizzo di materiali poveri o di scarto, ottenendone oggetti di grande suggestione e raffinata fattura. Il contrasto tra povertà delle plastiche e preziosità dei materiali nobili, induce nello spettatore uno spiazzamento visivo e gli impone una riflessione sul valore della produzione artistica che è appunto nel recupero, nella lavorazione, nel progetto, ancor più che nel materiale scelto. Antonio De Luca nel suo lavoro conduce un’indagine sulle forme e la poesia del quotidiano. La sua è una pittura intima ed essenziale, ma produce anche sculture e oggetti preziosi nella lavorazione e nelle tematiche figurative adottate, evocando temi e suggestioni naturali. Paolo Delle Monache è scultore di solido impianto: le sue radici artistiche affondano nella scultura del Novecento italiano, ricorrendo spesso a materiali nobili come il bronzo. La finalità della sua scultura è spesso monumentale. La ricerca, per questa occasione, di una forma vicina a quella del gioiello, si indirizza piuttosto a una dimensione domestica e antimonumentale, e mette in luce la versatilità della sua produzione.
Mario Fallini è in grado di giocare con i riferimenti più alti della nostra tradizione culturale. Artista sapiente, guarda alla letteratura e alla parola come a un’inesauribile fonte di ispirazione, nella convinzione che tra l’espressione verbale e la creazione orafa ci sia un analogo momento ideativo al quale segue sempre un paziente lavoro di fine cesellatura. Fukushi Ito artista giapponese da anni impegnata sul tema dell’immagine tra tradizione e riproducibilità, rilegge il nostro patrimonio artistico alla luce di uno sguardo straniante e sempre mutevole. Carlo Galfione elabora composizioni che recuperano un immaginario popolare, rintracciabile nelle riproduzioni popolari d’uso comune, come nelle carte da parati o nelle decorazioni delle ceramiche recuperate nei mercatini dell’usato. Conduce una ricerca sul frammento moltiplicato o sezionato, evidenziando come l’intero nostro attuale panorama culturale si muova tra ripetizione ridondante e rimanenza decontestualizzata.
Project-To, duo composto da Riccardo Mazza e Laura Pol, nel quale l’uno è maggiormente dedito alla sperimentazione sonora, l’altra a quella visiva, racco -glie molteplici sollecitazioni percettive per realizzare opere e interventi live legati a un luogo o un contesto dato, come quello di un’azienda di produzione orafa, nel caso di Fragile bellezza. Alice Zanin anima un originale immaginario zoologico nel quale trasforma i caratteri delle diverse specie avvicinandole a una visione più artistica che naturalistica. Negli animali di Zanin si intravede più Mucha che Darwin. L’artista ritrova, nella produzione orafa, in modo ancor più pertinente, il gusto animalier, reinterpretandolo in chiave contemporanea. Agli artisti non è stato chiesto di disegnare un manufatto di lusso, compito già egregiamente svolto a Valenza da eccellenti designer, quanto piuttosto di utilizzare gli attrezzi della loro ricerca per lasciar emergere il valore di un processo produttivo, sempre in equilibrio, anche questo fragile e provvisorio, tra artigianato e industria. Gli artisti hanno risposto facendo dell’arte uno strumento maieutico, teso a far emergere la preziosità immateriale dell’opera, senza nascondere l’inafferrabilità della bellezza che tutti sappiamo riconoscere, anche quando non sappiamo dire esattamente in che cosa consista.”
Come ricordato il volume è anche il catalogo delle mostre che sono state realizzate tra dicembre 2019 e febbraio 2020 nelle città di Valenza e di Casale Monferrato, tra le quali Memoria e Territorio con le opere di Ezio Campese, Saverio Cavalli, Laura Rivalta e Paolo Spalla, Ritratto di Signora con gioiello con le fotografie di Walter Zollino, Acqua…un mormorar di fiume con i progetti grafici elaborati dagli allievi del corso di design dell’IIS “Benvenuto Cellini” di Valenza e i gioielli realizzati dai ragazzi della scuola orafa For.Al “Vincenzo Melchiorre” di Valenza.
Il Sindaco di Valenza, Maurizio Oddone, ha ribadito l’importanza di aver portato a compimento un progetto di questo respiro, pur nella difficoltà del momento: “La pubblicazione di “Fragile bellezza”, proprio in questo periodo storico, è una ulteriore dimostrazione di come i valenzani sappiano reagire e trarre da un progetto interrotto, qualcosa di ancora più utile e bello. Noi crediamo che l’arte sia sempre, anche in momenti di crisi sociale ed economica, necessaria”.
Lia Lenti ha inoltre sottolineato nell sua introduzione come il legame tra Valenza e il mondo dell’Arte abbia avuto alla metà del secolo scorso un momento di particolare e felice collaborazione, in grado di testimoniare con forza quelle erano le esigenze di modernità e di cambio di passo semantico del gioiello: “Arte e gioielli a Valenza: un dialogo tra passato e contemporaneità. Lungo i decenni è avvenuto un dialogo tra il mondo dell’arte e l’oreficeria: artisti, maestri orafi e designer che a partire dagli anni ’50 hanno condotto ricerche e sperimentazioni connettendo ambiti come le arti visive, quelle plastiche e il gioiello. Presenze e esperienze coinvolte in un confronto desiderato, seppure a volte, che trova nell’oro, come preziosa materia dell’arte, un elemento di unione, una trama lucente di individui, pensieri, opere, intenti”.
Il volume “Fragile bellezza: arte e oreficeria contemporanea” e le esposizioni del progetto, a cura di Domenico Maria Papa, Lia Lenti con la collaborazione di Riccardo Massola e Francesca Rusconi sono state realizzate grazie al fondamentale contributo della Regione Piemonte e delle Fondazioni CRAL e CRT.
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Fragile Bellezza