Domani, venerdì 13 settembre a partire salle 18 presso ARS Art Space a Milano, in via privata Bernabò Visconti 13 (Parini Co-Working), Marius Ashblow inaugura la propria mostra personale “Ashblow for PAINT” a cura di Eva Amos. Canale Arte presenta qui uno stralcio di presentazione critico-teorica e due approfondimenti narrativi di “Guitar” e “Tsunami”, significativi esempi della pratica estetica seriale di Ashblow.
Particelle si incanalano in agglomerati e schermature, a formulare quindici pannelli esemplari della originale pratica PAINT di Marius Ashblow. Modelli narrativi, figurativi, simbolici, mitologici, in stretto dialogo con il diario personale dell’autore: storie di incontri, riflessioni, azioni interattive, scherzi e divagazioni dello spirito. Per sognare e pensare, nel grande caleidoscopio di colori e prospettive, profondità reali e immaginarie superfici, idealità pragmatiche collettive e condivisibili.
La forza della cultura pop contraddistingue ancora la nostra epoca. Riscoprire le dinamiche di definizione dei gusti, degli stili, delle mode è compito della stessa creatività: modulare i punti di frizione con la realtà sociale. Tutto passa, ma la memoria incappa in nodi di tensione. In Guitar, manifesto stendardo programmatico della fruizione musicale per immagini, si trovano le linee-guida della definizione di una corrente: il fascino, i colori, la danza e la rivoluzione dei costumi. Viola, fucsia, rosa, rosso: un ombelico stilizzato accenna un movimento ritmato di libertà. La chitarra, femminile, si veste da sera, e le corde si insinuano su una speranza comune, condivisa nei cuori: felicità.
Le polarità ambientali geopolitiche catalizzano energie negative in un solo punto del globo. Tsunami: non soltanto una libera interpretazione di un accadimento, ma una riflessione a tutto tondo sui rapporti causa-effetto. Una spiaggia proibita e un teschio stilizzato sono simmetricamente distanti, nella trasversale, da un equatore longitudinale. Il centro del mondo continua a pulsare in due emisferi cromatici: il nero del petrolio, il rosso delle fiamme. A strati, la superficie fiorisce in giallo, verde e azzurro, mentre le zone di allerta si accendono di viola e fucsia, sirene urlanti lanciate a gestire un’emergenza in alto mare.