“Equilibrium. Un’idea per la scultura italiana”, la mostra a cura di Giorgio Verzotti, sarà allestita alla galleria Mazzoleni di Londra dall’8 febbraio al 5 aprile 2019
Una mostra per esplorare uno degli elementi costanti nella storia della scultura italiana, il superamento del tutto tondo, l’apertura, in senso quasi letterale, allo spazio e la ricerca dell’equilibrio. Aprirà al pubblico alla galleria Mazzoleni di Londra l’8 febbraio, per poi restare visitabile fino al 5 aprile, “Equilibrium. Un’idea per la scultura italiana” a cura di Giorgio Verzotti.
Se un punto di partenza di questa indagine risale alle ricerche futuriste, è nella linea che va da Fausto Melotti a Luciano Fabro e a Hidetoshi Nagasawa fino ai più giovani Gianni Caravaggio, Alice Cattaneo, Sergio Limonta, Filippo Manzini, che si radicalizza la scelta di sottrarre corpo all’opera scultorea, per farla interagire con l’ambiente in cui viene esposta.
Lo spazio diviene elemento significante al punto da modificare l’assetto e la percezione dell’opera stessa. Un procedere “in negativo” che si verifica anche in campi diversi dalla scultura vera e propria, a partire dalle ricerche di ambito cinetico o analitico, da certi esiti dell’Arte Povera fino a quelle più recenti.
Si arriva così a creare una dimensione quasi indecidibile dell’opera, in bilico fra diversi stati e medium: pittura, scultura, bassorilievo, installazione ma anche fotografia ed elemento sonoro. Va in questo senso il lavoro di maestri come Vincenzo Agnetti, Getulio Alviani e Giovanni Anselmo, ma per percorsi diversi arrivano a simili sintesi di senso anche Paolo Cotani, Nunzio, Giuseppe Maraniello fino a Luca Trevisani e Shigeru Saito, esponenti delle tendenze più recenti.
Ciascun artista giunge a una situazione di equilibrio – da qui il titolo della mostra alla Mazzoleni – fra gli elementi che fisicamente compongono il lavoro: in questo modo la fragilità, che spesso diventa il minimo comune denominatore di queste ricerche, per esempio in Elisabetta Di Maggio, trova una forza capace di conferire stabilità.
Sul fronte opposto, il peso di materiali tradizionali come marmo, pietra o i metalli – adottati per esempio da Remo Salvadori – trova una effettiva leggerezza nell’equilibrio fra le spinte e le controspinte su cui l’opera è costruita, a volte su nessi davvero precari, permutabili, mai definitivi.
Sperimentazioni e strade diverse, insomma, che mostrano però come ogni artista abbia sviluppato una propria interpretazione di equilibrio.
La mostra è accompagnata da un catalogo, disponibile sia in lingua inglese che in italiano, che include tra gli altri contributi anche un saggio del curatore della mostra, Giorgio Verzotti.
Equilibrium. Un’idea per la scultura italiana
8 febbraio – 5 aprile 2019
Dal lunedì al venerdì 10:00 – 18:00
Sabato 11:00 – 17:00
Domenica chiuso
Mazzoleni
27 Albemarle Street | London | W1S 4HZ