L’urgenza di raccontare in due mostre fotografiche su Milano allo Spazio Tadini
Sulle pareti bianche frammenti di Milano della memoria, testimonianze del quotidiano e dello straordinario, espressioni della collettività e dell’individualità.
Siamo nella Casa Museo Spazio Tadini dove Francesco Tadini, nelle stesse stanze in cui un tempo era lo studio di pittura del padre, ha ideato la mostra “Milano del Gruppo ‘66 e la Fotografia di documento a Milano”. Gli scatti di Ernesto Fantozzi, Valentino Bassanini e Virgilio Carnisio (25 foto ciascuno) raccontano la Milano degli anni ’60-’70, in aperto dialogo o confronto con le 90 fotografie di 90 autori contemporanei della “Mostra Collettiva Numero1” di PhotoMilano – club fotografico milanese – ospitate nella sala grande al piano superiore dello studio.
Ma “l’urgenza”, come la definisce Francesco Tadini, di raccontare ciò che succede a Milano si esprime con due registri molto diversi e questo non deriva solo dalle trasformazioni sociali, urbanistiche, architettoniche e culturali di Milano. E’ l’approccio stesso e il modo di fare fotografia a cambiare.
I reportage fotografici dei membri del Gruppo ’66, e degli autori vicini alla loro concezione della fotografia come documento a testimonianza del proprio tempo, hanno una “missione narrativa” alla ricerca della semplicità nel raccontare la realtà. Qui una pluralità di individui decide di dare una voce comune al modo di fare fotografia con una precisa strategia. Nel manifesto del Gruppo si legge che la fotografia ha un solo obiettivo: documentare la realtà in modo oggettivo, neutro, a memoria dei posteri e perché tutti vi si possano riconoscere. Le regole che i membri del Gruppo devono rispettare sono molto ferree: obiettivo 35mm, nessun uso del grandangolo, focali né troppo brevi né troppo lunghe e così via. Il colore è considerato superficiale, non si ricerca l’attenzione dei media e ogni espediente artistico è bandito.
Protagonisti degli scatti sono la periferia milanese e i suoi abitanti, a documentare le grandi trasformazioni urbane, culturali e sociali, dalla “Milano del miracolo” alle contestazioni di piazza; non meno rappresentati i nuovi luoghi di aggregazione, le manifestazioni pubbliche, le celebrazioni religiose e civili, i piccoli avvenimenti quotidiani e le nuove abitudini come la televisione e i circoli ricreativi aziendali …
I fotografi di PhotoMilano, invece, usano un punto di vista che è espressione artistica o amatoriale individuale. L’obiettivo ci restituisce la Milano che conosciamo vestita dalla personalissima visione di chi sta dietro ad esso.
Fabio Natta – Bacio
“Non è stata una scelta. Non un tema da sviluppare, non una situazione da documentare, ma solamente un attimo da fermare. Un attimo rubato, come sembra rubato questo bacio. Sono stato attratto dalla delicatezza del momento e mi sono fermato, quasi ad aspettare quel qualcosa che sicuramente doveva succedere. E così è stato. Due ragazzi che si concedono un momento di pausa in una Milano spesso di corsa, dove tutto si muove molto rapidamente, ma che sa fare da sfondo ad un momento di dolcezza e sentimento. Passa un aereo, lo sguardo lo segue…un bacio rubato”.
Calimero Elvio De Santis – Miseria e Nobiltà
“Le mie fotografie hanno per soggetti persone che conosco, con cui instauro un rapporto di fiducia, anche e soprattutto quando ritraggo i senza tetto. Mi è piaciuto in questo caso fotografare una situazione, di cui sono stato spettatore casuale; non c’è stato prima uno studio, ho cercato di anticipare il momento e tutto si è svolto in 10 secondi.”
Lamberto Morosini – Notte Bianca: Brera 2016
“Brera, il cuore pulsante di Milano. che per questa notte si concede incontri, chiacchiere, risa e baci strappati a una città che non si ferma mai. Scambi di sguardi, taglieri di salumi, tavolate in legno, calici di vino contribuiscono a rendere questa notte magica e tanto apprezzata dai milanesi”.
Luca Augello – Giganti Milanesi: Il Dritto Rovesciato
“La Torre Alliaz/Isozaki, soprannominata il Dritto, è qui ribaltata in dimensioni e proporzioni. La pluriripetizione in facciata della vela ondulata di 6 piani e le stampelle sono elementi architettonici noti e caratteristici del grattacielo. Accanto ad essi, ho voluto porre attenzione agli elementi architettonici dei piani bassi, per realizzare un ritratto architettonico sufficientemente ricco, capace di accogliere in sé le molteplici singolarità del grattacielo”. Lo scatto è parte di un progetto artistico “Alle Radici dei Giganti Milanesi”, che rappresenta 12 grattacieli milanesi che superano i 100 metri d’altezza.
Non resta che andare ad ammirare la nostra Milano, ognuno scelga il suo punto di vista!
dal 20 settembre al 15 ottobre 2017
Casa Museo Spazio Tadini, in memoria di Emilio Tadini
Via Niccolò Jommelli 24, 20131 Milano
Apertura mostre da mercoledì a sabato dalle 15.30 alle 19 e domenica dalle 15 alle 18.30
Ingresso alla Casa Museo e visita a tutte le mostre in corso: 5 euro – Bambini gratis.
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