Realtà ricostruita, identità femminili, ricordi portano lontano l’immaginazione e sono i temi toccati dagli artisti che qui vi presento: Güler Ates, Suzanne Moxhay, Stefano Zardini.
MIA Photo Fair 2018 in questi giorni ha mostrato a Milano la bellezza, da guardare e comprare, per trasportarci lontano con l’immaginazione.
Suzanne Moxhay, Londra
www.suzannemoxhay.com/about
“Suzanne Moxhay compone i suoi paesaggi su una tavola. Sono luoghi ricreati, sia con foto fatte da lei sia con foto antiche, pezzi di pitture o addirittura in alcuni casi aggiunge lei stessa della pittura qua e là. Ritaglia e unisce come in un collage i pezzetti di luoghi diversi. Crea un palcoscenico in cui inserisce le diverse parti della scena e poi scatta la fotografia. Sono immagini reali che si ricompongono a creare un luogo immaginario. Le singole parti esistono da sole ma non insieme.
Nell’ambiente rappresentato, ad esempio, la porta e lo specchio non sono realmente in quella stanza, addirittura il riflesso non esiste affatto. La porta è reale ed è stata fotografata da Suzanne, ma in un altro luogo. Nella fotografia Conduit l’immagine del bosco attraverso la finestra è la stessa rovesciata che vediamo attraverso la porta.
Nelle sue composizioni si ritrovano dei dettagli che si ripetono più volte, come in questo caso le farfalle. Nella serie presentata l’anno scorso c’erano invece degli uccelli. E’ una composizione immaginata di luoghi reali ricombinati a comporre qualcosa di assolutamente nuovo. Il luogo rappresentato sembra verosimile all’inizio ma poi, guardando bene, ti accorgi che molti dettagli non dovrebbero nemmeno esistere nella scena, sono impossibili.”
Galerie Jean-Louis Ramand
Güler Ates, Turchia
www.gulerates.co.uk
“Le sue fotografie rappresentano identità femminili. L’artista è stata chiamata in questo palazzo antico, il Museum Van Loon ad Amsterdam, che ha una grande collezione di opere d’arte tra le quali anche delle realizzazioni di Güler Ates. Lega la bellezza delle opere d’arte con quella delle stoffe indiane, i cui colori sono protagonisti delle sue fotografie. La figura avvolta dal tessuto richiama un personaggio indiano, soprattutto in questa residenza, Palazzo Van Loon, la cui famiglia ha creato la sua ricchezza tra ‘700 e ‘800 con il commercio di stoffe e spezie indiane. In The waves and She II la figura guarda il paesaggio che rappresenta un porto, c’è l’idea della partenza e del viaggio. La libreria in Once I was in the book è nella Royal Academy of Art a Londra. Il libro è un viaggio intellettuale. Rappresenta scambi culturali tra oriente ed occidente.
Negli scatti di Londra e Amsterdam è stata coinvolta una performer che conosce la fotografa. Si muove nello spazio liberamente e dà un’intenzione ai gesti. La fotografa non suggerisce un movimento o una posa. La performer si muove lentamente e l’artista ferma il gesto con la macchina fotografica.” Galerie Jean-Louis Ramand
Stefano Zardini, Italia
PROPOSTA MIA
www.stefanozardini.com
I ricordi sussurranti nelle parole di una poesia dell’artista:
“Si nascondono nel buio del ghiaccio dei ricordi dove non è permesso entrare.
Sono loro ad apparire, cancellando ogni altro pensiero,
per essere soli dietro i nostri occhi.
Con la forza dirompente di chi non chiede permesso,
portando con sé lame di colori, luci, suoni e odori
che oltrepassano il muro della nostra volontà fino a sfiorare il cuore,
per poi trafiggere senza pietà il senso quotidiano delle cose.
Eccoli, come minuscoli specchi roteanti di un solo istante,
frammenti di uno sguardo,
attimi bruciati, carezze sospese o brandelli d’infanzia.
Così riaffiorano, invadono, riempiendo la bocca e gli occhi
di un passato mai passato e più penetrante che mai;
è allora che la pedana dell’equilibrio vacilla come nave nelle onde dell’inverno.
Il silenzio d’ovatta raccoglie immagini nascoste, fotogrammi di vita,
riportandoli in superfice splendenti, accecanti,
presenti con il loro carico di respiri affannati e millesimi di coscienza.
Sono loro, i ricordi sussurrati, sormontati uno sull’altro
in livelli incrociati ed infiniti pronti a chiederti il perché di ogni scelta,
parola, dimenticanza o promessa, dalla stanza dalle porte socchiuse,
pronti a seguirti o nutrirti a loro volere
per l’eternità.”
MIA Photo Fair 2018
The Mall – Milano Porta Nuova
P.zza Lina Bo Bardi 1
9 – 12 marzo 2018
Galerie Jean-Louis Ramand
www.galeriejeanlouisramand.com