Continua fino al 3 ottobre la mostra personale di “Ashblow for PAINT” a cura di Eva Amos per ARS Art Space, in via privata Bernabò Visconti a Milano. Canale Arte propone qui una serie di approfondimenti critico-teorici e creativi sui lavori “Girl in the Clouds”, “Time” e “Women Power”.
A seguire, tre testi interpretativi sul simbolismo dei lavori in mostra, archeologie della modernità, ludiche esperienze di modernariato digitale.
La città violenta, il grande ventre del progresso. Sotto un paesaggio tecnologico di cavi, impalcature, antenne paraboliche, monumentali architetture pre-indutriali in disuso, cova il seme del dissenso e la volontà di cambiamento. La Dea si erge ieratica, in affascinante simbiosi mimetica nell’ambiente circostante. Cieli plumbei fanno da sfondo alla sacralità dell’istante: l’attimo del risveglio è colto, il dado è tratto. Women Power: una nuova luce, possente e irradiante, entra in scena. Si prepara ad attraversare con consapevolezza il buio e metallico mondo contemporaneo.
Una finestra spalancata, un vetro rotto sull’abisso. Le nubi bianche e il celeste orizzonte sconfinato. Girl in the Clouds rappresenta lo slancio verso l’infinito, punto di rottura e valvola di sfogo di ogni situazione. Sfumature del segno stilizzato si accentuano di fronte al miracolo dell’illustrazione. Il movimento precede l’idea e l’opera si fa simbolo: tenera presa di coscienza di una sofferta e irripetibile rinascita.
Time: timer puntato sull’esperienza trascendentale. Il momento si congela, talvolta si cancella, in correzione spaziale su scritta lineare. Gli orologi raccolgono i loro involucri in moto di rotazione e rivoluzione, per sincronia con l’universo. L’angolo conserva gli ovali della messinscena temporale. In parte, nel nugolo di plastiche interazioni concentriche, la tazza colma del mattino disegna i confini del giorno: da riconoscere, per gli spiriti stanziali, e da attraversare, per gli inquieti animi nomadi.