Il progetto ideato da Fondazione Piero Cattaneo e dedicato alla scultura, al saper fare, alla tecnica e agli spazi di lavoro, per capire l’arte a contatto con i protagonisti e i luoghi, presenta la IV edizione.
Tre artiste, un cortometraggio, una serie di incontri online e offline, laboratori per adulti, bambini, scuole e famiglie per conoscere da vicino artisti e luoghi di creazione e ricerca.
Nel mese di novembre sono previste una serie di iniziative tra incontri e laboratori per adulti, bambini, famiglie, scuole e accademie e, insieme, una novità: un cortometraggio, visibile per un giorno in presenza, il 4 novembre 2021 a Milano all’Auditorium San Fedele, e dal 5 al 30 novembre online (vimeo: Fondazione Piero Cattaneo).
l’Officina della Scultura rinnova così la sua formula, grazie al cortometraggio intitolato Il suono del tempo e a questa nuova edizione online e offline, per proseguire nel suo intento: far conoscere da vicino artisti e luoghi di creazione, rendendo il linguaggio e la storia della scultura sempre più accessibili a tutti, dai piccoli ai grandi.
Scultura, sostantivo femminile è il tema scelto dalla curatrice Marcella Cattaneo per dare spazio a Gabriella Benedini (Cremona, 1932), Amalia Del Ponte (Milano, 1936) e Grazia Varisco (Milano, 1937), tre artiste capaci di indagare, con uno sguardo intenso, una pratica conosciuta solitamente attraverso i suoi interpreti maschili; tre donne che hanno contribuito allo sviluppo della scultura italiana del Novecento.
Il loro immaginario plastico, sorretto da una costante sperimentazione tecnica e concettuale, viene reso accessibile grazie all’apertura straordinaria dei loro studi, dei loro luoghi creativi e divulgato attraverso un cortometraggio, in cui le artiste ci accompagnano nell’intimo del processo creativo e progettuale del fare scultura.
Tutti hanno la possibilità di entrare nei loro studi giovedì 4 novembre 2021 a Milano, presso Auditorium San Fedele, che ospita la première del documentario inedito Il suono del tempo realizzato da Squareworld Studio e seguita da una conversazione con le artiste. Il cortometraggio diventa lo strumento con cui l’Officina della Scultura apre fisicamente e, quest’anno, virtualmente gli spazi dell’arte, in cui l’idea si trasforma in plastica, grazie alle riprese che indugiano non solo su gesti e movimenti, ma anche sui luoghi, sugli ambienti di lavoro.
Le parole di Gabriella Benedini, Amalia Del Ponte e Grazia Varisco, a colloquio con la curatrice Marcella Cattaneo, accompagnano le immagini, rivelano la poetica e permettono di conoscere direttamente la ricerca delle tre artiste.
Completa il progetto un ciclo di incontri, aperti al pubblico e accessibili online, pensati per le Università e le Accademie di Belle Arti, in cui la presenza diretta delle artiste offre la possibilità di aprire un dialogo attivo. La natura didattica, che connota da sempre il progetto de l’Officina della Scultura, prevede il coinvolgimento anche di istituti scolastici di primo e secondo grado, di adulti e famiglie, grazie a workshop gratuiti pensati adhoc, impostati con una parte teorica e una applicazione pratica, grazie all’utilizzo di diversi strumenti e materiali, tra cui resina, pietre, carta, pennarelli, pastelli, foglia d’oro, sabbia, corteccia.
l’Officina della Scultura, ideata e promossa da Fondazione Piero Cattaneo di Bergamo e curata da Marcella Cattaneo, si pone come obiettivo non solo di divulgare e promuovere la conoscenza dell’arte e delle tecniche, ma anche di realizzare una vera e propria mappatura di artisti, di luoghi in cui si è fatta la storia dell’arte, una storia lunga oltre un secolo.
L’edizione 2021 porta il pubblico, vicino e lontano, all’interno degli studi di tre grandi artiste nate negli anni trenta del Novecento e tuttora attive: poter raccontare la storia della scultura italiana del XX secolo, attraverso la voce al femminile delle protagoniste, rende unica questa IV edizione.
Gabriella Benedini (Cremona, 1932)
Gabriella Benedini ha frequentato l’Accademia di Brera a Milano, nel corso di pittura di Pompeo Borra. Dal 1957 vive a Parigi dove lavora per diversi periodici e ottiene uno studio di pittura presso la Cité Universitaire. Al suo rientro a Milano è molto sola: la letteratura, la poesia e soprattutto i viaggi fanno parte della sua formazione e del suo difficile inserimento. Attenta a quanto avviene attorno a sé, percorre sempre un cammino indipendente, senza identificarsi in gruppi e movimenti, che avvicina solo per brevi periodi.
Grazie a Bepi Romagnoni, entra in contatto con la Galleria Bergamini, che ospita nel maggio 1962 la sua prima personale. Nel corso degli anni, riceve numerosi riconoscimenti, tra cui XI Concorso Nazionale di Pittura Premio Ramazzotti (1966) e Scultura nella città. Progetti per Milano, Museo della Permanente (2009). Viene invitata alla IX Quadriennale d’Arte di Roma (1965) ed espone alla XLII Biennale di Venezia (1986) nella sezione curata da Arturo Schwarz. Tra le mostre recenti: Transiti e incontri, Museo Diocesano, Milano (2014), Concerto per Sofonisba, Museo del Violino, Cremona (2016).
Amalia Del Ponte (Milano, 1936)
Amalia Del Ponte è stata allieva di Marino Marini all’Accademia di Brera a Milano.
La sua ricerca unisce il rigore formale alle indagini sugli archetipi, il suo lavoro si concentra sul vuoto, sulla luce e sulla struttura della materia. La sua ricerca sul suono, iniziata nel 1985, studia il rapporto tra la forma delle pietre e le onde sonore, per trovare corrispondenze tra geometria e armonia. In anni recenti si occupa di gnomonica e produce brevi filmati.
Tra le istituzioni dove ha presentato i suoi lavori, si ricordano: Grand Palais Parigi (1973), Château di Ratilly (1977), C Space New York (1978 e 1980), Fort Asperen (1993), Casa del Mantegna Mantova (1994), Fondazione Mudima Milano (1995), Galleria Belvedere Milano(1996), Ravenna Festival (1999), Fondazione Arnaldo Pomodoro (2005). Nel 1986 ha partecipato alla XLII Biennale di Venezia, nella sezione curata da Arturo Schwarz, nel 1995 alla XLVI Biennale di Venezia, presentata da Gillo Dorfles. Il Museo del Novecento di Milano le ha dedicato una mostra personale nel 2017.
Grazia Varisco (Milano, 1937)
Grazia Varisco ha frequentato l’Accademia di Brera a Milano, allieva di Achille Funi e Guido Ballo. Dal 1960 fa parte del Gruppo T e partecipa a mostre di Arte Programmata e cinetica e del Movimento Internazionale Nouvelle Tendance.
Dal 1961 al 1967, lavora come grafica per la Rinascente, per “Abitare”, per Kartell e per il Piano Intercomunale Milanese.
Partecipa a rassegne di istituzioni nazionali e internazionali tra cui: Biennale di Venezia (1964 e 1986), Quadriennale di Roma (1965, 1973, 1999), Trigon di Graz (1977), Hayward Gallery di Londra (1982), Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris (1983), Museum of Modern Art di Toyama (1990), Museu d’Art Contemporani di Barcellona, Los Angeles County Museum e Miami Art Museum (2004), Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma (2005 e 2012) Mart di Rovereto (2005), Schirn Kunstalle di Francoforte (2007).
l’OFFICINA della SCULTURA
SCULTURA, SOSTANTIVO FEMMINILE.
IV edizione novembre 2021
proiezione 4.11.2021, ore 18.00 Auditorium San Fedele, Milano
è un progetto
FONDAZIONE PIERO CATTANEO
a cura di Marcella Cattaneo
officina scultura con il patrocinio di:
#officinascultura www.pierocattaneo.org