Il Politecnico di Torino apre i propri archivi per la più grande mostra fotografica mai realizzata su Carlo Mollino, fino al 13 maggio a CAMERA.
Architetto e designer torinese, oltre che fotografo e intellettuale sopra le righe, per Carlo Mollino (1905-1973) la fotografia ha rappresentato un mezzo espressivo privilegiato e uno strumento per documentare il proprio lavoro: la mostra “L’occhio magico di Carlo Mollino. Fotografie 1934-1973”, a cura di Francesco Zanot, racconta la sua produzione attraverso 500 immagini, tra grandi classici e opere inedite.
Quattro sezioni, ognuna intitolata con una citazione tratta dagli scritti di Mollino, ripercorrono i temi trattati dall’autore, uno tra tutti quello della velocità. Il Mollino pilota di macchine, di aerei e maestro di sci, è sempre in prima linea, davanti e dietro la macchina fotografica, per raccontare il movimento, reso spontaneo perché studiato e analizzato nei minimi dettagli. Mollino è innamorato, quasi ossessionato, dalla curva, che cerca nel corpo delle donne che ritrae nelle sue celebri Polaroid, ma anche nelle carene delle automobili, degli aerei e nelle tracce degli sci che attraversano distese di neve fresca.
Tecniche e soggetti differenti dialogano alla ricerca della perfezione, che è il frutto di lunghe performance per raggiungere la posa perfetta: quella degli sciatori, ritratti in posizioni, curve e salti che ne individuano la bellezza del gesto tecnico, e quelle dei nudi femminili, figure dalle tinte dense e pastose riprese in pose che richiamano le statue classiche.
Tutto intorno, cartoline, biglietti di auguri di fine anno e scatti ritoccati a mano raccontano la vita dell’autore che attraverso le sue fotografie ci consegna, forte e chiaro, il suo “messaggio dalla camera oscura”.
L’occhio magico di Carlo Mollino. Fotografie 1934-1973 a Camera, Torino, fino al 13 maggio 2018