Canale Arte presenta oggi la seconda parte dell’intervista a Alessandro Burbank, che abbiamo incontrato il 10 dicembre 2019 nell’ambito del workshop Literary Social Media Content Creator a cura di Gianluigi Ricuperati presso il Castello di Rivoli.
Alessandro Burbank è poeta, performer, promotore di eventi culturali. Ha collaborato con Natalino Balasso, Dargen D’amico nel contesto del festival Sottosopra di Castelfranco e con Willie Peyote in apertura al Flower Festival a Torino e anche con Dutch Nazari per lo spettacolo divulgativo per ragazzi “La poesia italiana da Montale a Gue Pequeno”.
Nel 2018, riceve a Roma il Premio Nazionale Elio Pagliarani per la poesia inedita 2018. La sua prima pubblicazione ”Salutarsi dagli aerei” è uscita per i tipi di Interno Poesia a Novembre 2018. Segue come ideatore e artista il progetto Canti del Caos – Poetry As Performing Art per la Compagnia di San Paolo, presso il Museo Ettore Fico a Torino.
Nel 2019, organizza e coordina a Palazzo Grassi e Punta della Dogana a Venezia, il workshop Ekphrasis – L’arte di descrivere l’arte – che unisce poesia e arte contemporanea. Prende parte al Workshop organizzato presso il Castello di Rivoli, Museo di arte contemporanea in collaborazione con Next Atlas e Gianluigi Ricuperati dal titolo Literary Social Media Content Creator.
Ivan Fassio: Negli ultimi tre decenni, la letteratura contemporanea è stata spesso percepita come “in ritardo” sul mondo dell’arte visiva. Quest’ultimo, più disinvolto, ha riassorbito idee, forme, le stesse strutture linguistiche, e le ha filtrate con coraggio, spontaneità, talvolta fagocitandole. Che cosa ci può essere d’aiuto, nell’analisi di questa parabola, per intervenire con autenticità sul ristabilimento di un equilibrio creativo? In altri termini, come può il fruitore tornare a vedere, imparare e narrare l’arte contemporanea attraverso un linguaggio “letterario”?
Alessandro Burbank: Io credo che non sia del tutto vero. Lo è solo in parte. L’Arte Contemporanea ha avuto la fortuna di aver trovato nel suo evolvere le istituzioni e i mecenati in grado di mantenerla viva e sempre attuale. Ogni epoca ha i suoi entusiasmi, è vero per quanto riguarda la poesia performativa e multimediale, siamo in pochi oggi a sperimentare in Italia, non supportati e spaesati. Il mio progetto Canti del Caos che ha dato vita all’omonimo spettacolo verteva tutto su questo, ricucire (di certo alla mia maniera) il divario di questi trent’anni di assenza di una poesia capace di andare oltre se stessa, partendo dal ”letterario” arrivando alla performance.
Ivan Fassio: A partire da questa nuova esperienza laboratoriale curata da Gianluigi Ricuperati, quali sono le esigenze più urgenti che possiamo riscontrare? Quali strutture ritornano nella scrittura per l’arte (eventuali necessità di teorizzazioni, pretese critiche, voli pindarici mimetici) e quali sono gli slanci insoliti e inediti?
Alessandro Burbank: Parlando sempre a titolo personale credo che al poeta si debba e si possa chiedere di più che la scrittura ”poetica” di un testo destinato ai social network. Il poeta ha uno sguardo al quale si dovrebbe dar più credito, anche se chi lo circonda lo dipinge come qualcosa di inattuale, proiettando in lui i soliti luoghi comuni. A livello internazionale i giovani poeti che ho conosciuto mi hanno dimostrato quanto possa essere prezioso e selvaggio, colto e folle, lo sguardo del poeta, coi suoi contrasti e le sue lacune, certo, ma è innegabile – io credo – che il suo ruolo debba essere approfondito sopratutto non solo dal mondo dell’arte, ma anche dai poeti stessi, che non sono soltanto coloro che scrivono poesie e le pubblicano nei libri, ma sono anche cercatori di connessioni, di immagini, di suoni in grado di restituire originalità e dare vita alle parole con la voce. Quello che dovrebbero fare i giovani poeti oggi è indagare senza indugio le proprie potenzialità in questo senso.
Alessandro Burbank partecipa alla scena del Poetry Slam italiano dal 2009 vincendo la seconda edizione dello slam di Via de Poeti, e un terzo posto nazionale nel 2016 con la LIPS.
Per l’associazione Maia ONLUS ha partecipato alla realizzazione del documentario Revolution Art Poetry in Palestina. Ha vinto il concorso nazionale di poesia erotica Baffo/Zancopè all’età di 16 anni collaborando alle edizioni successive. Ha ideato con il soviet lagunare BlareOut le tre edizioni del festival di poesia e musica Andata&Ritorno a Venezia. Coltiva rapporti diretti con l’avanguardia londinese grazie all’amico e collega Steven J. Fowler esibendosi a Londra e a Edimburgo. Ha intrapreso un tour di tre mesi per l’Italia sponsorizzato da FlixBus. Si è esibito al MAXXI di Roma nel contesto dell’evento Estate Italiana curato da Lello Voce e Valerio Magrelli.
Ha ideato e organizzato Frullatorio uno show di satira locale con la compagnia teatrale Accadueò a Venezia. Conduce da tre edizioni Owl Festival a Trento. Collabora attivamente con il cantautorapper Dutch Nazari e il producer Sick&Simpliciter (Luca Patarnello) prima fondando il collettivo Motel Filò nel 2011 e dal 2016 aprendo i loro concerti. Ha ricevuto il premio Alfonso Gatto giovani 2017. E’ finalista 2017 del Premio Dubito di poesia e poesia con musica. Ha partecipato all’International Young Writers Meeting a Istanbul. Ha organizzato il primo Poetry Slam interamente in acqua a bordo di barche tradizionali, per i canali di Venezia. Sempre a Venezia ha condotto #Versus! International Poetry Slam a Palazzo Grassi. Ha partecipato a Londra al FILL festival della letteratura italiana e allo Europe Poetry Festival.