“Le Età. Il Sonno della Materia”, mostra d’arte contemporanea con il Patrocinio della Città di Torino, inaugura domenica 5 febbraio dalle 18.30 presso la Cripta della Chiesa di San Michele Aracangelo in Piazza Cavour 12 a Torino.
Con gli artisti Silvia Beccaria, Vadis Bertaglia, Andrea Chidichimo, Vanessa Depetris, Luciano Gaglio, Veronica La Greca,Andrea Massarelli, Ester Pairona, Cosimo Savina, Silvia Vaula. A cura di Amalia de Bernardis e Ivan Fassio.
Scultura, pittura, fotografia, installazioni, tecniche miste per una riflessione sulle età dell’uomo, sull’evanescenza e corporeità della materia, sulla ciclicità di corsi e ricorsi.
Testi dedicati ad ogni artista ed all’allestimento saranno sviluppati in itinere.
Oh, le mie scritture ingranate
Nel circolo delle creature!
Simili a luce, ma eterne,
Si svelano a tutti, donate,
Perché tu possa vederle.
Due poteri ci abbattono, due Soli: la creazione e la libertà. La domanda è un’illuminazione, dove germoglia perpetua un’alba doppia, ugualmente caricata ai poli, calamitata calamità. Se per tremore guardiamo in alto, una risposta sta sugli alberi, quali creature vicine alla perfezione. Al di là delle strutture del labirinto, necessità comunitarie, perplessità di trama, la soluzione dell’artista è, talvolta, il volo. Volontà di scavalcare, cecità consumata, peccato originale. Certo, si deve essere cauti, quel tanto che ci basta e per quanto sempre occorre, ché l’unicità è azione possibile e dovuta. Qui, la pratica è messaggio, mai più stile, bensì passaggio.
Io, come te, ho visto le mete allontanarsi, cedere un passo al secondo nell’allarme dell’esistenza: scogliere del cielo dove ogni istante s’infrange. Tutte le stelle ho ascoltato spegnersi, soffocate su solai ammantati di fieno. L’incendio sciogliersi e la morte rivivere, la fame infinita. Certo, occorre stare così, tanto giovani, perché le nostre braccia non trascinino mai più un’immagine cara. Forse, da qui passa soltanto, di nuovo ed ancora, la sicura eternità dell’umano. Saperlo è esserci, almeno, per quell’attimo cavo: una vita ci basta.
Poi, con la barca a remi
E quella a vela,
L’uomo cominciò a cucire
Le parole sulla Terra,
Scoprendo l’uso della tela.
Per me, che non so nuotare,
Questa Storia è proprio bella.