Ha inaugurato lo scorso 29 giugno nelle Sale Chiablese dei Musei Reali di Torino la mostra Cipro. Crocevia delle civiltà, realizzata in collaborazione con l’Università degli Studi di Torino.
L’esposizione, curata da Luca Bombardieri, docente dell’Ateneo torinese, ed Elisa Panero, curatrice delle collezioni archeologiche dei Musei Reali, è un’occasione unica per il pubblico (a partire dagli stessi torinesi) per riscoprire la straordinaria collezione di antichità cipriote conservata ai Musei Reali di Torino, seconda al mondo per importanza e numero di esemplari solo al Metropolitan Museum di New York, e la cui storia è legata indissolubilmente alla figura del conte Luigi Palma di Cesnola, nato a Rivarolo Canavese nel 1832 da una famiglia di nobili origini: Cesnola, dopo una vita avventurosa fatta di grandi imprese militari anche oltreoceano e una parallela passione per l’archeologia, oltre a rivestire il ruolo di console di Cipro per gli Stati Uniti, fu il primo direttore proprio del Metropolitan Museum, che diresse per ben 25 anni sino alla sua morte, nel 1904.
Attraverso un percorso espositivo organizzato per nuclei tematici il pubblico ha modo di rileggere la storia di una delle isole mediterranee più misteriose, il cui incanto è a tutt’oggi immutato, cuore del Mediterraneo e ponte tra Oriente e Occidente; Cipro è ricordata già nell’antichità come mitica culla di Afrodite, ma ha rivestito soprattutto un ruolo commerciale nodale, poiché la sua strategica posizione geografica ne fa un naturale crocevia di scambi commerciali e approdo di culture differenti grazie alla quale si forma la moderna concezione del mondo mediterraneo.
La mostra, che si delinea intorno alla ricordata collezione cipriota dei Musei Reali di Torino, ad oggi largamente inedita, è arricchita da prestiti unici per la prima volta in Italia provenienti da illustri istituzioni straniere, tra cui il British Museum di Londra, il Metropolitan Museum of Art di New York, il Fitzwilliam Museum di Cambridge, il Medelhavetmuseet di Stoccolma, il Kunsthistorisches Museum di Vienna e il Museo di Cipro a Nicosia.
Le collezioni cipriote dei Musei Reali di Torino costituiscono infatti un nucleo pressoché unico nel panorama dei grandi musei europei. Il Museo di Antichità conta più di 1.000 reperti, frutto di donazioni avvenute a partire dal 1847 sotto il console del Regno di Sardegna Marcello Cerruti prima e soprattutto grazie agli scavi condotti da Luigi Palma di Cesnola console americano sull’isola che il curatore Luca Bombardieri ricorda come “eclettico diplomatico ed intellettuale, un pioniere in campo archeologico, che, al modo di uno Schliemann minore, lontano da Troia e Micene, porta alla luce in innumerevoli frammenti sparsi quelle che si riveleranno poi le principali culture antiche dell’isola, dalla Preistoria alla Tarda Antichità.”. Tale raccolta è paragonabile per importanza scientifica e varietà alla grande collezione del Museo Egizio di Torino, di cui rappresenta un ideale contraltare mediterraneo. La raccolta torinese – la più antica fuori dall’isola e probabilmente anche la più completa in termini cronologici – costituisce nel contempo l’alter ego della collezione cipriota allestita al Metropolitan Museum of Art di New York dallo stesso Luigi Palma di Cesnola, in veste di primo direttore.
Come eroe di guerra Cesnola (combattè infatti nella guerra di Secessione americana guadagnandosi la Medal of Honor) fu nominato console degli Stati Uniti a Cipro nel 1865: si trasferì subito sull’isola, dedicandosi all’archeologia, e svolgendo ben 11 anni di scavi; nel 1870, con la collaborazione di un archeologo dell’Ermitage di San Pietroburgo, realizzò un catalogo scientifico di ben 7000 reperti, buona parte dei quali andrà perduto in un naufragio sulla costa di Beirut. Nel 1871 annunciò all’Accademia delle Scienze di Torino la scoperta del tempio di Afrodite a Colgoi e donò circa 200 reperti ciprioti che si aggiunsero a quelli raccolti da Marcello Cerruti, console del Regno di Sardegna. Nel 1873 fece nominare il fratello Alessandro Palma di Cesnola viceconsole degli Stati Uniti a Pafo (Cipro) per aiutarlo negli scavi archeologici. Alessandro donò alla Società Piemontese di Archeologia e Belle Arti circa 300 reperti che, con le donazioni precedenti, vennero accolti presso il Museo delle Antichità della Regia Università di Torino. Come ricordato, nel 1879 Luigi diventò il primo direttore del MET, ne curò l’allestimento nella nuova sede e conservò la carica fino alla sua scomparsa:nei suoi 25 anni come direttore del MET, Cesnola si dimostrò abile amministratore, gettando le basi delle ricchissime collezioni d’arte del Museo.
Sottolinea l’importanza del progetto anche Enrica Pagella, Direttrice dei Musei Reali :“Con Cipro. Crocevia delle civiltà i Musei Reali compiono un passo determinante nel campo della ricerca e intorno ad un segmento molto significativo delle collezioni di archeologia legate all’eredità dei Savoia. Nonostante i ritardi e le restrizioni dovute all’emergenza sanitaria causata dalla pandemia, la mostra viene ora proposta al pubblico in una configurazione fedele al progetto originario, grazie soprattutto alla disponibilità dei musei e degli enti prestatori, che hanno assicurato una preziosa continuità di collaborazione. A loro, e, insieme, all’Università di Torino, va il nostro più sincero ringraziamento per aver creduto in questo progetto e per averlo sostenuto anche nei lunghi mesi di incertezza che hanno accompagnato la sua gestazione”.
Il percorso espositivo
Soltanto negli ultimi decenni i recenti studi archeologici hanno permesso di restituire all’isola la sua identità, il suo ruolo determinante nel commercio mediterraneo e il suo percorso di sviluppo millenario. Cipro fu, infatti, una tappa fondamentale per la navigazione antica: dall’età del Bronzo in avanti conferma il suo ruolo nodale nei contatti con il Vicino Oriente, prima con la presenza dei Fenici, poi con le dominazioni assira, egizia e persiana fino a quella romana. L’eredità cipriota appare come un insieme di modelli e influenze differenti, lingue e conoscenze, che si armonizzano in una cultura del tutto originale e fortemente distintiva. La civiltà cipriota rivive attraverso le sculture lapidee e in terracotta, le ceramiche e gli alabastri, i vetri, i metalli, le lucerne e i gioielli, oltre a specchi, epigrafi, sigilli e monete in mostra negli spazi delle Sale Chiablese. Qui l’esposizione si modula su un percorso che parte dal collezionismo e dalla ricerca erudita ottocentesca a Torino e in Europa, delineando il contesto culturale che ha portato al formarsi dell’importante collezione del Museo di Antichità, e ritorna nella capitale sabauda con i più recenti aggiornamenti e linee di ricerca dell’archeologia scientifica attuale.
Sette sezioni tematiche permettono di inquadrare i materiali nella storia e nel mito legato all’isola, non solo ripercorrendo cronologicamente le vicende che hanno portato dai primi stanziamenti preistorici alla formazione delle città-stato e al periodo dei grandi imperi, ma anche esplorando i culti, i simboli e le ritualità tipiche così come le contaminazioni tra lingue, scritture e potere. Un’attenzione particolare sarà dedicata al ruolo della donna in tutte le sue espressioni – madre, sacerdotessa, dea (in particolare Afrodite) – con statue, gioielli e dipinti provenienti dalla Galleria Sabauda, che dialogano con le raffigurazioni più antiche definendo nuovi significati. Installazioni multimediali interattive ed esperienze multisensoriali che coinvolgono olfatto e udito arricchiscono la visita, che si conclude con il ritorno a Torino, luogo di partenza e insieme di arrivo di un viaggio che nella sua parte finale si concentra su quanto scoperto e messo in luce dalle più recenti missioni italiane a Cipro. Un contributo che consente di riscontrare l’evoluzione della disciplina archeologica attraverso ricostruzioni 3D e strumentazioni informatiche, interagendo attraverso esperienze tattili che guidano alla comprensione dell’archeologia come concepita oggi.
Tra i pezzi più significativi esposti in questa affascinante mostra a cavallo tra mito e realtà si evidenziano alcuni reperti conservati presso il Museo di Antichità, tra cui una testa di divinità o sacerdotessa di piccole dimensioni, in terracotta, risalente al 625-550 a.C.; un unguentario a forma di dattero, in vetro, della prima età imperiale, contenente probabilmente una sostanza oleosa a base del frutto tropicale; e una statua della dea (Afrodite) assisa in trono, arrivata a Torino nel marzo del 1847, il cui corpo e testa risalgono a età diverse, montate insieme secondo un uso caratteristico del collezionismo antiquario dell’epoca. Arriva invece da Vienna la statua di dea assisa in trono del periodo cipro-arcaico, in prestito dal Kunsthistorisches Museum, mentre dal The Metropolitan Museum of Art di New York una statua votiva in abito assiro, in calcare, datata tra 550–525 a.C., per la prima volta esposta al pubblico.
Largo spazio, infine, è dedicato anche alle collaborazioni con le istituzioni italiane e piemontesi, in particolare: il Museo Egizio di Torino; l’Accademia delle Scienze di Torino; l’Archivio Storico, il Museo di Anatomia e il Museo di Antropologia ed Etnografia dell’Università di Torino; e il Museo Camillo Leone di Vercelli oltre al Museo Archeologico Nazionale di Cagliari.
“I Musei Reali si cimentano con una grande mostra internazionale di archeologia, tema che manca da oltre un decennio sullo scenario torinese, e lo fanno con un racconto trasversale e corale – spiegano i curatori Elisa Panero e Luca Bombardieri -. Nell’immaginario antico Cipro è indissolubilmente legata ad Afrodite. La nascita della Dea e il rapporto che instaura con la sua isola d’elezione hanno formato, attraverso i secoli e le diverse forme dell’espressione letteraria ed artistica, un’immagine di Cipro così forte da travalicare il mito ed influenzare la nostra moderna percezione della storia di quest’isola. Ma Cipro va oltre la sua Dea. La moderna ricerca archeologica ha permesso di restituirle la sua dimensione di cuore e crocevia del Mediterraneo e il suo ruolo di fulcro di un orizzonte che si allarga a tutto il Mediterraneo. Un ponte e un porto, ai quali auspichiamo possa approdare il pubblico torinese, italiano e internazionale con la curiosità di esplorare le origini della nostra identità europea”.
Numerose le iniziative a corredo della mostra, che si avvale del patrocinio della Città di Torino e della Regione Piemonte e il sostegno di Fondazione CRT, Reale Mutua, Giubileo e Ribes Solutions: dal 17 luglio sarà possibile, camminando tra i viali ombrosi dei Giardini Reali, conoscere le essenze “navigando” verso Cipro. L’isola, massimo produttore nell’antichità di profumi dedicati alla dea Afrodite, sarà mostrata ai visitatori tramite esperienze multisensoriali e olfattive: piccoli gruppi verranno condotti alla scoperta delle fragranze antiche, in un viaggio nei secoli tra Oriente e Occidente.
Cipro. Crocevia delle civiltà non si esaurisce nel percorso espositivo: l’inaugurazione della mostra è stata preceduta dalla pubblicazione di un podcast realizzato dagli studenti della Scuola Holden con il coordinamento dell’autore e regista Alessandro Avataneo. Partendo da alcuni dei reperti presenti nell’allestimento e dal dialogo con gli archeologi, i giovani storyteller hanno raccontato in dieci puntate il rapporto tra Cipro e il Piemonte, tra i fratelli Palma di Cesnola e la contemporaneità, attraverso gli occhi e le parole di un inedito Mediterraneo.
Il pubblico avrà l’occasione di espandere l’esperienza di visita partecipando inoltre alle numerose attività collaterali che animeranno i prossimi mesi. La mostra conta inoltre su una collaborazione eccezionale per la ricostruzione delle sonorità antiche: anche la band torinese Eugenio in Via di Gioia si è lasciata affascinare dal viaggio archeologico nella terra di Afrodite, collaborando con i curatori per ricostruire e interpretare le sonorità antiche che saranno apprezzabili all’interno dello spazio destinato al Sacro, alla dea e ai suoi miti.
Per info
Musei Reali di Torino, Sale Chiablese,
Piazzetta Reale Torino
sino al 9 gennaio 2022