Un’edizione speciale di Lanterna Magica di Guido Crepax, pubblicata da Skira, ovvero uno scrigno prezioso che contiene tavole a grandezza naturale, come lui le aveva disegnate negli anni Settanta. Averla vuol dire poter allestire la propria mostra personale di Guido Crepax da godersi ogni giorno tavola dopo tavola. Lanterna Magica racconta la sua Valentina protagonista di una storia romantica e onirica, quasi surreale.
Questa edizione di Skira è un giusto riconoscimento a quell’idea di Guido Crepax, confermata dai figli, per cui tutte le forme d’arte debbano mescolarsi. Idea che allora aveva applicato ai suoi fumetti, inserendo spesso citazioni a tutte le arti, e che oggi si realizza in un suo fumetto diventato un libro d’artista e celebrato come merita.
Scopriremo Lanterna Magica in un’intervista ad Antonio Crepax e alcune dichiarazioni della sorella Caterina, estrapolate dalla Conferenza di presentazione del libro organizzata da Skira nelle belle sale di Brera.
L’eredità del padre e la famiglia. “Ognuno di noi cercava la propria strada e ai tempi la sua presenza era abbastanza ingombrante. Diciamo però che da quando noi tre fratelli abbiamo deciso di creare l’archivio Crepax, questo progetto ci ha coinvolto tutti ed è diventato qualcosa di molto interessante e stimolante. La nostra era una famiglia molto unita, fortissimo è il legame tra fratelli e così è sempre stato anche con nostro padre e nostra madre. Nelle sue storie ci sono tantissime citazioni autobiografiche, le troviamo anche in Lanterna Magica. Valentina nasce nel 1965 e si chiama così perché Valentina era la sua prima nipote. Un altro aneddoto che voglio raccontarti è questo. Nel 1970 disegna una storia che si chiama Il bambino di Valentina, dove Valentina vive la sua gravidanza insieme al suo compagno Philip Rembrandt. E’ il ricordo della gravidanza appena avvenuta di nostra madre, che aspettava mia fratello Giacomo, nato appunto nel 1970. Diciamo che c’era in ogni disegno un collegamento osmotico e continuo con la sua vita.” Antonio Crepax
Questa edizione speciale di Lanterna Magica si apre con la citazione dell’introduzione di Gino Dorfles alla prima edizione della graphic novel datata 1978. “La prima edizione è stata recensita da un bellissimo testo di Gino Dorfles, in cui afferma che queste pagine senza parole seguono in realtà una narrazione ben precisa e non potrebbero essere scambiate di posto. Dettagli e inquadrature raccontano senza bisogno di testo.” Caterina Crepax
“Le pagine del libro Lanterna Magica contengono quella narrazione sintetica e immediata, quel gusto del particolare, ma con uno stile pazzesco e ridondante, pieno di segni e di tratti tipico di mio padre. Eredità della sua esperienza in pubblicità. Questa storia ti riempie di immagini, di idee, di messaggi, che non devi cogliere necessariamente subito quando sfogli le pagine per la prima volta, ma magari un po’ dopo.” A. Crepax
“Dorfles è stato un grande amico e soprattutto un estimatore di nostro padre. E’ stato uno dei pochi a capire che Guido Crepax era si un autore di fumetti ma anche, come piace dire a noi, un autore di confine tra arte e fumetto. Il fumetto era il media che lui aveva scelto per esprimersi, però sconfinava spesso e volentieri nell’Arte. Mio padre aveva realizzato delle mostre negli anni ’70 scandalizzando la critica, perché il fumetto come la fotografia non si vedeva ancora nelle Gallerie d’Arte. Era la prima volta che un fumettista veniva considerato artista ed entrava nel mondo dell’arte.
Lanterna Magica è un libro dove ogni pagina rappresenta un divertimento per l’occhio. Questa edizione Skira è per noi particolarmente importante, perché restituisce le tavole disegnate da nostro padre nella dimensione originale. In questo senso il formato del libro è adatto ad essere sfogliato pagina dopo pagina in momenti diversi e si presenta come un libro d’arte.” A. Crepax
Le tavole di Guido Crepax sono stampate su preziosa carta avorio e prezioso è anche il volume, contenuto in una scatola a pozzetto interamente rivestita in tela.
“Queste bellissime pagine aiuteranno i lettori a goderne al meglio, quasi come se andassero a vedere una mostra con esposte le tavole originali. La dimensione è importante, vista la peculiarità grafica dei lavori di nostro padre. E’ stato considerato un disegnatore liberty, quasi manieristico, sicuramente amante del dettaglio, preciso e pignolo fino all’inverosimile. Il risultato doveva essere perfetto. Spesso nelle stampa delle edizioni economiche o normali dei suoi fumetti si perdono molti tratti. Mentre in riproduzioni come queste a volte si fa fatica a distinguere la copia dall’originale, non ci sono tratti imperfetti. Se c’era un errore piuttosto rifaceva tutto oppure, disegnando su cartoncini rigidi, grattava via con la lametta e correggeva l’errore. Noi stessi in realtà scopriamo sulle sue tavole dei dettagli nuovi, che ci erano sfuggiti, ogni volta che lavoriamo ad una mostra o ad edizioni speciali dei suoi fumetti.” C. Crepax
“Proprio in questi giorni abbiamo scoperto una pagina con due date, 1968 e 1969. La spiegazione che ci siamo dati è che probabilmente la tavola sia stata disegnata a Capodanno. Lui lavorava talmente tanto, che è probabile sia andata così.” A. Crepax
Questa straordinaria edizione è impreziosita da tre serigrafie numerate e autenticate dall’Archivio Guido Crepax e da una tavola artistica autografata da Lorenzo Mattotti. 216 pagine tirate in 300 copie in tutto, 100 per ognuna delle tre serigrafie.
“Nella scelta delle tre serigrafie abbiamo ripreso in mano tutte le vecchie illustrazioni che avevamo in archivio e ne abbiamo selezionate tre che ci sembravano richiamare Lanterna Magica, ma anche particolarmente interessanti e per originalità e per qualità della grafica. Le tre serigrafie sono illustrazioni realizzate nello stesso periodo, si sa gli autori tendono a seguire dei filoni iconografici, per cui si adattano molto bene al sapore che poi uno ritrova nel libro. La serigrafia a cui io sono particolarmente legato è Bambole. E’ un vero delirio, un sogno, un incubo di immagini, di persone ribaltate senza una dimensione spaziale chiara. E di fatto Lanterna Magica sta a metà tra un sogno e il dormiveglia, un po’ come le immagini di Guy De Maupassant al risveglio bellissime e gratificanti o da incubo. Imitazioni è quel tipo di illustrazione che è più legata al mood, all’atmosfera di Lanterna Magica, mentre Riflesso, in cui Valentina è sdraiata nel letto e si specchia, è un’immagine che si ritrova tantissimo nel libro. Le due immagini di Valentina sono più legate al personaggio, mentre Bambole è più interessante da un punto di vista strettamente artistico, perché è un’illustrazione veramente libera, anche dal personaggio stesso di Valentina. In Bambole non c’è Valentina, o meglio c’è ma è di spalle.
Lanterna Magica è un’opera paradigmatica di tutto il suo lavoro. Sfogliando le sue pagine vi renderete conto dell’estrema libertà che ha usato nello scegliere cosa disegnare. In questo senso la cosa curiosa è che a volte se ne stupiva lui stesso. In lui c’era quasi un’esigenza istintiva, immediata, animalesca di disegnare una determinata cosa, di cui magari un giorno si sarebbe pentito. Alcune tavole sono oggettivamente molto forti. Potevano sembrare o mosse da uno scopo commerciale, cosa che assolutamente non è mai stata, o peggio nate da una stortura, da una pesante deviazione psichica. <Se non avessi fatto una storia a fumetti, forse sarei stato un serial killer>, ha detto una volta. Si rendeva conto che a volte la fantasia trascende pesantemente quella che è la vita razionale.” A. Crepax
“Mio padre si prendeva spesso in giro, diceva di sé <Si sono un grande lettore, ma anche un po’ imbroglione> perché leggeva tanti libri ma in modo superficiale. Era appassionatissimo di storia, soprattutto gli piacevano le immagini pubblicate sui libri, armature bellissime e costumi antichi delle varie epoche. E in Lanterna Magica ritroviamo una specie di carrellata libera di tutte le epoche: c’è una Valentina moderna che fotografa i quadri di Eugenio Carmi, una Valentina settecentesca con ombrellino e vestito di fiori e pizzi, una Valentina ottocentesca, una Valentina del futuro che vola nello spazio su un pianeta fantasmagorico. Tutto per lui era una messa in scena, come a teatro, per raccontare la storia.
Nostro padre diceva che il flusso dell’inchiostro di china che utilizzava per disegnare le sue tavole era un po’ come lo psicanalista: faceva venire fuori quello che tu volevi ma anche quello che non volevi. E le tavole di questo racconto sono esemplari di questo, portando anche il lettore a scoprire nuove cose di sé.” C. Crepax
Skira editore spa
Opere: “Bambole” Serigrafia numerata da 1-100
“Imitazioni” Serigrafia numerata da 101-200
“Riflesso” Serigrafia numerata da 201-30