La via del Teatro a Milano per Tommaso Amadio, Direttore Artistico del Teatro Filodrammatici insieme a Bruno Fornasari, è un percorso che porta naturalmente verso la drammaturgia contemporanea, italiana e straniera, a cui sono votate sia le produzioni del Teatro che gli spettacoli ospitati. Ma i teatranti dovranno “Liberarsi dalla visione tutta italiana che esiste una cultura alta e una cultura bassa. Il Teatro è raccontare storie, usufruendo di tutti gli strumenti più adatti.” e, come nelle più importanti capitali internazionali, “L’offerta teatrale milanese dovrebbe avere più visibilità.” Nell’intervista a Tommaso Amadio scopriremo anche la Nuova Stagione 2019 – 2020.
Sono due le nuove produzioni del Teatro Filodrammatici di Milano: la prima nazionale di Gioventù senza di Bruno Fornasari tratto da Gioventù senza Dio di Ödön von Horváth con Tommaso Amadio; Sospetti (S.U.S.) di Barrie Keeffe per la regia di Bruno Fornasari. Tornano N.E.R.D.s – sintomi di Bruno Fornasari, La lettera di Paolo Nani e Nullo Facchini, La prova di Bruno Fornasari, APPICCICATI – un musical diverso di Ferran González, Alícia Serrat, Joan Miquel Pérez.
Fare Teatro a Milano
Milano deve offrire un prodotto culturale molto elevato, non meno di questo. Ha un pubblico molto esigente, che si è formato grazie anche a Invito a Teatro, strumento unico che sottolinea l’atteggiamento di collaborazione dei Teatri milanesi in un clima di sana competizione. L’Assessore Del Corno ha interpretato perfettamente la vera natura dei teatri milanesi, facilitando la collaborazione e allo stesso tempo facendo emergere l’identità di ciascuno. E’ stato capace di prendere anche posizioni scomode per il bene di un progetto culturale collettivo.
Dieci anni fa anni fa io e Bruno Fornasari abbiamo preso la direzione del Filodrammatici, Teatro storico e di tradizione classica nel cuore di Milano, con alcune convinzioni. Il Teatro stabilisce relazioni. Un gruppo di persone su un palcoscenico conosce una storia e ha il desiderio di raccontarla ad un altro gruppo di persone in sala che non la conosce, ma ha la curiosità di capire e vuole farsela raccontare. E’ un dialogo tra due gruppi che si incontrano. La struttura del Teatro, contenuta e raccolta, era perfetta per far svolgere quel dialogo e diventare la casa della drammaturgia contemporanea.
Siamo stati il primo Teatro in Italia totalmente “Shakespeare free”, non abbiamo messo in scena in questi dieci anni nessun classico. Non voglio essere frainteso è un grandissimo maestro, ma se vogliamo prendere alla lettera la sua lezione, Shakespeare scriveva storie contemporanee per i suoi contemporanei. E’ questo insegnamento che cerchiamo di portare avanti. Dieci anni fa pensare di votare un’intera stagione o un teatro completamente alla drammaturgia contemporanea ha fatto scommettere molti sul nostro successo, davano due anni di vita al nostro progetto teatrale. Ma ovviamente non è andata così, abbiamo costruito intorno al progetto una grande attenzione e un pubblico affezionato.
Milano e il mondo
Fare Teatro a Milano. Se si guarda la scena teatrale internazionale, certo tutto è migliorabile. Ad esempio, negli spazi urbani delle capitali europee c’è una massiccia presenza pubblicitaria, che dà visibilità all’intera offerta teatrale della città. A Milano si potrebbe presentare un programma completo di tutta l’attività teatrale in grandi totem in giro per la città, con la possibilità di prendere il materiale informativo di ciascun Teatro. Sarebbe un ulteriore segno di collaborazione tra i Teatri e un vantaggio per tutto il settore.
Un’altra riflessione che vorrei condividere è questa: l’Italia dovrebbe smettere di fare una distinzione così netta tra cultura alta e bassa, Teatro di Prosa e Musical, attori e performer. Il pubblico migra da una forma all’altra di Teatro. Noi ad esempio abbiamo chiuso l’ultima stagione con un piccolo Musical, Appiccicati, che ha avuto un successo incredibile e risponde alla natura del pubblico milanese, educato ad avere estrema curiosità anche sulla mescolanza di linguaggi e più che pronto a vedere come questi linguaggi si possano contaminare.
In Italia si è spesso vista una netta distinzione tra il Teatro commerciale e il Teatro d’Arte, che oggi non sta più in piedi. Io credo che oggi si possa parlare di un Teatro che ha come fine l’intrattenimento e un Teatro che utilizzi l’intrattenimento come mezzo, ovvero posso avere come unico fine intrattenere o avvicinare il pubblico per far si che si ponga delle domande. In entrambi i casi la scelta è nobilissima, l’importante è che sia chiara. Altrettanto importante è mantenere un orecchio attento alla società che ci circonda.
Un’altra cosa che sicuramente può essere sviluppata ulteriormente è l’interesse dei privati verso la cultura teatrale. Veniamo da lunghi periodi in cui il Teatro non è stato considerato appealing per gli sponsor . Oggi invece si possono immaginare tante situazioni in cui il privato possa affiancarsi ai finanziamenti pubblici, per fare crescere le produzioni italiane.
La Nuova Stagione 2019-2020
Come scegliamo le storie da raccontare? Cerchiamo di tradurre le domande e i turbamenti che leggiamo nella collettività in storie da rappresentare sul palcoscenico. Storie che possono arrivare dai grandi classici o da testi di iper-contemporaneità, ma che hanno in ogni caso aderenza con la vita reale di chi viene ad ascoltarle. Così può nascere quel dialogo con il pubblico di cui parlavo e si fa cultura.
Ogni hanno pensiamo ad un tema che guida le nostre produzioni e si riverbera poi, in modo più o meno diretto, anche negli spettacoli che ospitiamo, perché vogliamo che la stagione del Teatro sia un percorso che il pubblico fa con noi.
Il Teatro è fatto di… destini!
Il Teatro è fatto di… è il nostro claim da diversi anni, la definizione di quest’anno è destini. Perché destini? Perché è curioso notare che, in una società iper-tecnologica come la nostra in cui siamo sempre più facilitati in ogni cosa, c’è un proliferare incredibile di applicazioni legate agli oroscopi. Una tendenza che secondo me sottolinea una crescente inquietudine rispetto al futuro. Viviamo in una sorta di eterno presente che vorremmo sempre più perfetto e privo di preoccupazioni e quindi proiettiamo nel futuro le nostre ansie e le nostre paure. Dove andiamo a cercare un eventuale risposta? Spesso la cerchiamo negli oroscopi, in qualcosa o in qualcuno che ci possa predire il futuro, dandocene una lettura rassicurante, e che ci faccia sentire parte di un grande destino dove basta seguire il flusso. Lungi da noi l’idea di ridicolizzare questa esigenza , tutti siamo legati a delle ritualità, noi partiamo da una riflessione. Forse, più che guardare in modo ansioso al futuro, dovremmo guardare al nostro recente passato e cercare di capire come poter ricostruire, o costruire meglio, la società di domani. La nostra storia come metafora e come monito.
Nella nuova Stagione avremo quindi due grandi produzioni importanti su cui abbiamo investito molto, una di queste con ben 11 attori in scena, il cui filo conduttore è guardare alla nostra storia per cercare di non commettere gli stessi errori che hanno portato a momenti tragici nella storia europea. Raccontiamo storie che attraverso i loro meccanismi paradossali possano far aprire delle domande nel pubblico.Vogliamo far sorridere, facendo riflettere.
Gioventù senza è una riscrittura del capolavoro di Horváth Gioventù senza Dio, che in modo straordinario ha anticipato, come spesso capita in letteratura, quello che sarebbe successo nella realtà e noi lo tratteremo proprio come un fatto storico. Il romanzo è di un’attualità sconvolgente.
La storia parla del rapporto difficilissimo tra un’insegnante e la sua classe nel 1934, in piena ascesa di Hitler e del Nazismo. Si trova a combattere contro dei giovani completamente imbevuti della cultura del super uomo. Il testo scritto da Bruno Fornasari ha seguito la struttura del romanzo aprendo a degli elementi di contemporaneità.
Lo spettacolo si configura come una storia collettiva raccontata in aula da alcuni giovani studenti, una ricostruzione documentaristica che una classe di allievi di oggi potrebbe fare sui fatti accaduti ad una classe di allievi di liceo nel ’34.
La prima nazionale sarà in scena dal 14 al 24 Novembre 2019 con la regia di Emiliano Bronzino, artista di livello internazionale con numerose collaborazioni italiane ed europee al suo attivo.
La seconda nuova produzione che debutterà quest’anno è tratta da un fatto di cronaca realmente accaduto nel 1979, Sospetti (S.U.S.) di Barrie Keeffe per la regia Bruno Fornasari, e si sposa completamente con il nostro tema: guardiamo al nostro passato per non fare gli stessi errori in futuro. Vogliamo che diventi un manifesto sottoscritto anche da altri teatri. Non a caso abbiamo deciso di non fare questo spettacolo nella nostra sede, ma è itinerante per la città.
E’ una storia vera, è importante sottolinearlo, e il drammaturgo che l’ha scritta ha avuto un successo mondiale. Si svolge nel periodo dell’avvento del governo Thatcher in Inghilterra caratterizzato da un forte inasprimento delle leggi sull’immigrazione. E’ la storia di un caraibico di seconda generazione, naturalizzato inglese, che viene prelevato dalla polizia ed interrogato. Lui pensa che dietro il suo arresto si nascondano le solite prepotenze della polizia contro i neri. Si scoprirà invece, nello svolgersi del thriller, che lui è stato fermato perché sospettato di un fatto molto grave. Attraverso i meccanismi di un racconto poliziesco, emerge in realtà uno spaccato della società straordinario, di un’Inghilterra sempre più schiacciata dalla crisi economica che riversa sul diverso le proprie paure di un futuro sempre più incerto. Questo è un monito che la storia inglese ci restituisce rispetto al nostro presente italiano.
Sospetti sarà dall’11 al 16 febbraio al Teatro Elfo Puccini e dal 14 al 19 aprile al Teatro della Cooperativa. Lo spettacolo esplora con lucidità e sarcasmo il potere come forma di abuso, il titolo, infatti, fa riferimento alle leggi S.U.S. (Suspect Under Suspicion) in vigore all’epoca nel Regno Unito.
Intimità è lo spettacolo perfetto per la nostra sala, che riesce a creare un’ambiente protetto e un’atmosfera di confidenze e dialogo tra chi è in platea e chi è sul palcoscenico. Tre ragazzi in mutande giocano palesemente con il pubblico raccontandosi e raccontando dinamiche che lo riguardano. Raccontano le difficili relazioni sentimentali, emotive e fisiche all’epoca dei social network, sempre con un piglio molto ironico, al netto di una società che costruisce relazioni virtuali che poi cozzano con le difficili, ironiche e spesso comiche situazioni reali delle relazioni, fatte di immagini, odori, sapori e comportamenti che il virtuale nasconde e che noi vorremmo eliminare dalla realtà per apparire perfetti.
E’ uno spettacolo coinvolgente. La reazione che ci aspettiamo dal pubblico è che esca divertito e con delle riflessioni da portarsi a casa. Ha infatti un modo di provocare una riflessione attraverso il sorriso che a noi piace molto, è questo che cerchiamo, non una provocazione fine a se stessa dove la sensazione trasmessa è sempre quella che chi sta sul palco riesca a vedere oltre rispetto a chi sta in platea. Capita spesso di vedere provocazioni molto violente, ma mi sembra più uno sfogo di chi sta sul palco che un reale tentativo di comunicare qualcosa alla platea.
Intimità è uno spettacolo di Amor Vacui, ideazione e regia di Lorenzo Maragoni, e sarà in programma dal 17 al 22 Marzo 2020.
Il nostro approccio nei confronti di Shakespeare, di cui ti parlavo, si applica anche agli spettacoli che ospitiamo. La molto tragica storia di Piramo e Tisbe che muoiono per amore, liberamente tratto dal Sogno di una notte di mezza estate di William Shakespeare, è una totale riscrittura di Renato Sarti. Sarti, che è anche in scena, parte dal gioco dei comici ne Il sogno di una notte di mezza estate per farne un cabaret al femminile, una riflessione divertita e divertente sulla figura della donna oggi. Anche questo è per noi un modo di onorare un grandissimo come Shakespeare, pur tradendolo con una traduzione nella contemporaneità della sua opera.
Aspetteremo il nuovo anno, dal 3 all’8 Marzo, per apprezzare questa nuova interpretazione di Shakespeare.
Gli spettacoli che abbiamo deciso di inserire anche quest’anno nel programma sono un segno per noi, e ci fa molto piacere, del grande successo che hanno avuto. Alcuni ci sembrava sensato riportarli da noi, perché c’è ancora un bacino di pubblico interessato a venirli a vedere o rivedere, altri abbiamo deciso di portarli in tournee. Tournee, devo fare un inciso, sempre più difficili da organizzare grazie alla legge italiana.
Apriremo la stagione il 15 ottobre con N.E.R.D.s – sintomi di Bruno Fornasari. E’ la ripresa di un nostro spettacolo storico, che era importante fare perché ci è stata richiesta. Sono due anni che va in scena a Milano facendo sempre sold out e non meno importante, si sposa bene con il tema Destini che abbiamo scelto.
N.E.R.D.s è l’acronimo di ‘Non Erosive Reflux Disease sindrome’. Questa definizione inglese così scientifica non è nient’altro che il famigerato bruciore di stomaco, un disturbo di cui soffrono sempre più persone nella nostra società. E’ legato alle nostre nevrosi e ai nostri disagi. Vogliamo essere sempre all’altezza di tutto e spesso non ascoltiamo quello che il nostro fisico ci sta dicendo. È un malessere fisico che spesso non sappiamo o non vogliamo collegare ai comportamenti che agiamo nella quotidianità.
E’ la storia di una famiglia. Quattro fratelli si trovano a festeggiare i cinquant’anni di matrimonio dei genitori e, in quella che dovrebbe essere una situazione di festa, vengono fuori tutti i non detti e le frustrazioni che si portavano dentro. Si sa, spesso tiriamo fuori il nostro peggio con le persone che ci vogliono bene.
Tutto questo può sembrare molto serioso in realtà si tratta di una commedia nera molto divertente dove “si ride verde”. Forse è anche merito del modo in cui rappresentiamo l’istituzione italiana per antonomasia, la famiglia. Siamo quattro uomini in scena che recitano anche le parti femminili.
N.E.R.D.s – sintomi apre anche la stagione E IL FILO SI SNODA… le produzioni del Teatro Filodrammatici in tournée e sarà a Roma al Teatro Piccolo Eliseo dal 26 al 29 settembre 2019.
La lettera è una nostra produzione che abbiamo distribuito in tutta Italia e ha avuto un grande successo negli anni. Siamo molto felici perché è uno spettacolo che nasce da un rapporto di grande fiducia che si è creato con Paolo Nani interprete straordinario, artista e professionista di grandissima serietà e di grande ironia. E’ uno spettacolo che fa sorridere un pubblico che va dai bambini, agli adolescenti, agli adulti. È un piccolo gioiello.
Liberamente ispirato a Esercizi di stile dello scrittore francese Raymond Queneau, lo spettacolo racconta il frammento di una storia, che si ripete 15 volte in altrettante varianti: all’indietro, con sorprese, volgare, senza mani, horror, cinema muto, circo, e tante altre ancora. La lettera, più di 1500 repliche in 40 paesi del mondo e sin dal 2011, ininterrottamente, è in scena in ogni Stagione del Teatro Filodrammatici di Milano, quest’anno dal 10 al 15 Dicembre 2019.
La prova di Bruno Fornasari era in scena nella nostra ultima stagione. La reazione del pubblico è stata molto buona nonostante la delicatezza del tema, la contrapposizione di genere sessuale, che era sempre più attuale nella nostra società e che abbiamo affrontato con la solita ironia. E’ una commedia che mette letteralmente “alla prova” le convinzioni di tutti noi, mostrando come spesso siano solo opinioni, confuse per verità assolute. Quest’anno lo porteremo a Genova e in Veneto e lo riprendiamo anche a Milano, proprio perché ha avuto un ottimo riscontro.
La prova sarà a Milano il 31 Dicembre 2019, come replica speciale fuori abbonamento, e dal 9 al 26 gennaio 2020, mentre dal 12 al 15 Marzo 2020 sarà al Teatro Nazionale di Genova.
A tornare in scena al Teatro Filodrammatici di Milano è anche il Musical APPICCICATI – un musical diverso dal 14 al 31 Maggio 2020.
In calendario nella Nuova Stagione 2019 – 2020 ci saranno anche:
la prima milanese di Aldilà di tutto, di e con Valentina Picello e Chiara Stoppa, e di La donna più grassa del mondo di Emanuele Aldrovandi; Cabaret Sacco & Vanzetti ideazione e regia Gianpiero Borgia; la prima nazionale di Argonauti e Xanax – potenza e abisso di una generazione di Daniele Vagnozzi.
LECITE/VISIONI storie di amori lgbt, è il Festival nato nel 2012 e promosso dal Teatro Filodrammatici di Milano, per raccontare l’amore vero senza etichette e limitazioni. Quest’anno si terrà dal 27 Novembre al 1 Dicembre con la direzione artistica di Mario Cervio Gualersi, sei gli spettacoli in scena:
- Pochos di Benedetto Sicca
- Dodici baci sulla bocca di Mario Gelardi
- Fullin legge Fullin Spettacolo leggermente autoreferenziale di e con Alessandro Fullin
- Ci vediamo all’alba di Zinnie Harris
- Mise en espace testo vincitore della II edizione
- Tangeri di Silvano Spada
Teatro Filodrammatici di Milano
Via Filodrammatici, 1
www.teatrofilodrammatici.eu