“Lisetta Carmi. Suonare Forte” inaugura il primo degli appuntamenti volti a celebrare la grande fotografia italiana del Novecento.
Sarà visibile sino al 22 gennaio 2023 alle Gallerie d’Italia – Torino la grande monografica dedicata a Lisetta Carmi, una delle personalità più interessanti del panorama fotografico italiano, recentemente scomparsa all’età di 98 anni.
“Lisetta Carmi. Suonare Forte”è realizzata con la curatela di Giovanni Battista Martini, curatore dell’archivio della fotografa, con un “corto” creato per l’occasione da Alice Rohrwacher.
La mostra su inserisce nel progetto “La Grande Fotografia italiana” affidato a Roberto Koch, editore, curatore, fotografo e organizzatore di eventi culturali intorno alla fotografia; le Gallerie d’Italia – Torino si propongono così di dare spazio ai maestri della fotografia italiana attraverso una serie di mostre monografiche.
“Lisetta Carmi. Suonare Forte” inaugura il primo di questi appuntamenti volti a celebrare la grande fotografia italiana del Novecento. Il titolo della mostra dedicata a Lisetta Carmi evoca la sua formazione di pianista ma anche il coraggio di cambiare direzione, di intraprendere percorsi diversi, per seguire la sua ostinata volontà di dare voce agli ultimi.
Come dichiarato da Giovanni Bazoli, Presidente Emerito di Intesa Sanpaolo: “Con la mostra dedicata ai toccanti reportage di Lisetta Carmi, la nostra banca dà inizio a un ciclo espositivo che connota il nuovo museo di Piazza San Carlo a Torino come sede privilegiata di studio della fotografia storica. Qui ha trovato collocazione l’Archivio Publifoto, acquisito da Intesa Sanpaolo, e qui si offre al visitatore l’opportunità di conoscere e apprezzare la fotografia storica come testimonianza di un passato che interroga ancora le coscienze.L’attenzione che il nostro museo riserva a questa forma espressiva si pone in piena coerenza con il ruolo d’avanguardia che Torino svolge nella ricerca storica sulla fotografia italiana.”
Tra i prossimi appuntamenti le mostre su Mimmo Iodice a cura di Mario Martone (luglio 2023 a gennaio 2024) e Mario Giacomelli – Antonio Biasiucci a cura di Mimmo Paladino (2024)
In mostra sono presenti oltre 150 foto scattate tra gli anni Sessanta e Settanta, che fanno parte dei suoi lavori più significativi: dallo straordinario reportage sul mondo dei travestiti, unico nel suo genere (le fotografie, accompagnate dai testi delle interviste dello psichiatra Elvio Fachinelli, verranno poi raccolte nel libro I travestiti pubblicato nel 1972 da Sergio Donnabella, in un libro oggi divenuto di culto) con immagini in bianco e nero e a colori, alla serie del parto, dai lavori fotografici dedicati al mondo del lavoro in Italia alla sequenza dell’incontro con Ezra Pound.
La mostra è divisa in otto sezioni: in “Donne 1962 – 1977”, emerge come Lisetta Carmi abbia viaggiato molto prestando grande attenzione alla figura femminile: Israele, Europa, India, Afghanistan, Venezuela, Marocco, Messico, usando la fotografia come strumento di indagine per capire e far capire il mondo. La figura della donna è spesso al centro della sua attenzione, con una galleria di ritratti scattati nei tanti paesi visitati.
Nel dicembre del 1965 Carmi realizza un corposo reportage all’interno della metropolitana di Parigi a cui è dedicata la sezione “Metropolitan 1965”. Tornata a Genova, seleziona una quarantina di immagini, (esposte tutte insieme per la prima volta) le stampa e compone un volume di grandi dimensioni, realizzato in un’unica copia d’autore. Con Métropolitain, l’anno seguente si aggiudica il secondo Premio per la cultura nella Fotografia a Fermo.
A sottolineare il rapporto mai interrotto di Lisetta con la musica, grazie alle moderne tecnologie di diffusione sonora direzionale, nella sezione “Quaderno Musicale di Annalibera” è possibile ascoltare i brani musicale di Luigi Dallapiccola osservando i fotogrammi che Carmi ha realizzato ispirandosi alla musica del maestro fiorentino.
Nella sezione dedicata al lavoro la musica di Luigi Nono accompagna il visitatore alla visione delle fotografie scattate all’interno dello stabilimento Italsider; qui Luigi Nono e Giuliano Scabia registrarono i rumori per “La fabbrica illuminata”, dedicata agli operai del complesso siderurgico. Nel percorso espositivo, inoltre, è la stessa fotografa a raccontare alcuni suoi lavori attraverso brevi video.
Decana dei fotografi italiani, classe 1924, Lisetta è stata una delle personalità senza dubbio più brillanti e originali del panorama fotografico italiano. Alla fotografia ha dedicato venti anni della sua vita, mettendo gli esseri umani al centro della sua ricerca, mossa da una profonda empatia e dal desiderio di comprendere.
Ad accompagnare la mostra è previsto anche un public program che approfondisce, amplifica e sviluppa i temi trattati dall’esposizione temporanea. Gli incontri #INSIDE vedranno la partecipazione di esperti e professionisti impegnati in una serie di eventi, con accesso gratuito, per condividere riflessioni e spunti con il pubblico (in programma il mercoledì alle ore 18.30) in occasione delle giornate di apertura serale del museo.
Il catalogo della mostra è realizzato da Edizioni Gallerie d’Italia | Skira.La sede espositiva di Torino, insieme a quelle di Milano, Napoli e Vicenza, è parte del progetto museale Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo, guidato da Michele Coppola, Executive Director Arte, Cultura e Beni Storici.
Lisetta (Annalisa) Carmi nasce a Genova il 15 febbraio 1924, in un’agiata famiglia borghese di origini ebraiche. A causa delle leggi razziali è costretta nel 1938 ad abbandonare la scuola e a rifugiarsi con la famiglia in Svizzera. Prosegue lo studio del pianoforte e, dopo il diploma, si dedica all’attività di concertista fino al1960. In questi anni si avvicina in modo casuale alla fotografia accompagnando l’amico etnomusicologo Leo Levi in Puglia a San Nicandro Garganico per registrare i canti degli ebrei. Al suo ritorno queste prime immagini, scattate con una piccola Agfa Silette, sono accolte molto favorevolmente: Carmi decide che la fotografia sarebbe diventata la sua professione. Per tre anni lavora come fotografa al Teatro Duse di Genova. Il Comune di Genova le commissiona una serie di reportage. Carmi descrive con sguardo personalissimo le diverse realtà e problematiche sociali della città come, ad esempio, gli ospedali, l’anagrafe, il centro storico e le fogne cittadine.La sua lettura critica risalta anche nell’interpretazione della statuaria funebre, a partire dal titolo del reportage dedicato al Cimitero Monumentale di Staglieno: Erotismo e autoritarismo a Staglieno. Dopo aver realizzato nel 1964 un’ampia indagine nel porto di Genova, diventata poi una mostra itinerante, riprende la profonda analisi sulla Sardegna, iniziata due anni prima, e terminata negli anni ’70. L’anno successivo si reca a Parigi e da questa esperienza nasce il volume Métropolitain, libro d’artista contenente una serie di scatti della metropolitana parigina. Nel 1965 prende corpo il suo progetto più noto, che nel 1972 diventerà tra molte difficoltà un libro, dedicato ai travestiti genovesi che vivevano nell’antico ghetto ebraico di Genova. Nel 1969 viaggia per tre mesi in America Latina e l’anno successivo in Afghanistan e Nepal. Nel 1971 compra un trullo in Puglia, a Cisternino. Il 12 marzo 1976 conosce a Jaipur, in India, Babaji Herakhan Baba, il Mahavatar dell’Himalaya, incontro che trasformerà radicalmente la sua vita. Lo stesso anno è in Sicilia per incarico della Dalmine per il volume Acque di Sicilia, dove sono raccolte immagini del paesaggio e della realtà sociale della regione, accompagnate da un testo di Leonardo Sciascia. Grazie alla sua capacità di essere presente negli eventi culturali di rilievo, negli anni Carmi realizza una galleria di ritratti di artisti e personalità del mondo della cultura del tempo tra cui Edoardo Sanguineti, Leonardo Sciascia, Lucio Fontana, Carmelo Bene, Luigi Nono, Luigi Dallapiccola, Claudio Abbado, Jacques Lacan. La serie più nota, dedicata a Ezra Pound, scattata nel 1966 presso l’abitazione del poeta sulle alture di Zoagli, le valse il prestigioso premio Niepce. Negli anni successivi Lisetta Carmi si dedicherà completamente alla costruzione dell’ashram Bhole Baba, a Cisternino, e quindi alla diffusione degli insegnamenti del suo maestro. Nel 1995 incontra, dopo trentacinque anni, il suo ex allievo di pianoforte Paolo Ferrari e inizia con lui una collaborazione di studio filosofico-musicale. Nel 1997 lo Stato Italiano riconosce al Centro Bhole Baba lo statuto di Ente Morale e Lisetta Carmi può allontanarsi dalle attività dell’ashram.
Lisetta muore a Cisternino il 5 luglio 2022.
PER INFO
Mostra “Lisetta Carmi. Suonare Forte”
22 settembre 2022 – 22 gennaio 2023
Piazza San Carlo 156, Torino