In mostra in questo momento a Saigon presso Galerie Quyinh con Chapter 4: Days and nights of revolving joy, Sandrine Llouquet è arrivata ad un nuovo capitolo della sua opera in continua evoluzione e non ancora finita iniziata nel 2013. Una nuova produzione che interpreta in chiave contemporanea la tradizionale tecnica vietnamita del mosaico di porcellane, che risale al XVII secolo e decora gli antichi palazzi dalla città imperiale di Huè. Mosaici che formano immagini intriganti, piastrelle di ceramica dipinte con soggetti da un mondo fantastico, misteriosi disegni a carboncino su tela: una mostra che fa appello all’inconscio, al mistero e all’esoterico. L’intervista all’artista svelerà la profondità spirituale e artistica del suo mondo.
Il titolo della mostra prende in prestito una citazione da un poema di William Blake, contenuto in The Four Zoas la raccolta dei suoi poemi mitologici. Il titolo è anche un richiamo alla “poetica” di Sandrne Llouquet e alla ricerca senza fine del suo percorso artistico, che continua a girare intorno ad alcuni temi che si intrecciano tra loro: identità, inconscio, teoria degli archetipi, spiritualità, religioni del mondo, sincretismo. La sua ispirazione nasce spesso dalla ricerca e dalla lettura dei pensatori moderni (Foucault, Nietzsche, Deleuze e Jung).
Days and nights of revolving joy è anche il titolo di un’opera di video arte in cui Sandrne Llouquet ci mostra una cerimonia esoterica, ma fa riferimento anche a diverse forme religiose: dal culto di Isis ad una messa cattolica, a celebrazioni profane. La misteriosa cerimonia include vari rituali, tra cui la danza, una lettura in esperanto di “Night the first” (il primo capitolo di The Four Zoas di William Blake) e un rito di iniziazione. L’interesse nella religione di Sandrine sta soprattutto nell’evoluzione dei suoi rituali, dell’iconografia e delle sue manifestazioni piuttosto che in una prospettiva teologica. Se avrete l’occasione di vedere questo video, cogliete il suggerimento dell’artista: abbandonate la mente razionale e vivete l’esperienza, afferrate quello che vi arriva cercando di portarlo ad un altro livello di consapevolezza.
Il video in live stream sarà visibile a questo link solo fino al 6 Aprile 2019 negli orari di apertura della Galleria a Saigon (quindi secondo l’ora italiana dalle ore 5.00 alle ore 15.00, da Martedì a Sabato).
La mostra, che vi porto qui attraverso le immagini e le parole dell’artista, arriva in un momento di crescita e cambiamento dell’artista. Sandrine ha esplorato in quest’ultimo anno una nuova tecnica e così le sue immagini, oniriche e spirituali, dipinte sulla ceramica si ricompongono a formare nuovi motivi e narrazioni. Ciò che era unito viene separato e frammentato per poi tornare ad essere visto come un intero dal nuovo significato.
Intervista con Sandrine Llouquet
Sebbene il mio lavoro si esprima principalmente attraverso disegni e pitture ad acquerello, quando ho la possibilità di organizzare una mostra personale, sperimento anche altre forme d’arte mescolando insieme diverse tecniche e materiali. Tra queste mie sperimentazioni, ma raramente, creo anche sculture o istallazioni di grandi dimensioni con animazioni video e oggetti incorporati.
Come molti giovani artisti o studenti d’arte, il mio lavoro era molto istintivo all’inizio, ma ad un certo punto mi sono resa conto che la mia ispirazione ruotava intorno, ancora ed ancora, agli stessi concetti: l’idea di trasformazione o di ibridazione di elementi diversi. Nel momento in cui ho iniziato ad analizzare più in profondità il mio lavoro, mi sono resa conto che ero molto influenzata dalle mie letture, soprattutto quelle filosofiche. Questo mi ha portata a mettere in relazione la mia ricerca artistica con l’idea del divenire, della trasformazione di sé stessi, ed anche di come noi riadattiamo costantemente il nostro bagaglio di esperienze a nuovi contesti e cerchiamo di migliorare noi stessi per tutta la nostra vita.
Le mie letture filosofiche hanno finito per spostarsi gradualmente verso testi più esoterici e ho iniziato a focalizzare il mio interesse su credenze e religioni, per capire come i diversi credo possano essere confrontati. Quali similitudini esistono nelle credenze nate in diverse parti del mondo?
C’è una religione chiamata Cao Dài (Luogo elevato), che rappresenta perfettamente l’idea di mescolare più religioni. Il Caodaismo è un movimento religioso sincretista monoteista nato nel sud del Vietnam, che unisce in un unico credo insegnamenti dal Buddismo, Taoismo, Confucianesimo e Cristianesimo. In un certo senso nel mio lavoro, che può sembrare qualcosa di esoterico, cerco di rappresentare lo stesso concetto.
Ho studiato e condotto ricerche, tra le altre cose, sull’arte preistorica, il simbolismo tribale, le storie mitologiche e i rituali locali.
Le opere d’arte su cui lavoro sono l’espressione della mia visione subconscia, che deriva da tali fonti. Fanno parte di un progetto artistico in continuo sviluppo che studia il sincretismo e l’impatto che le pratiche spirituali hanno sulla psicologia e consapevolezza umane. Hanno a che fare con miti, simboli e archetipi condivisi e in un certo senso, evocano un viaggio nella spiritualità attraverso il subconscio collettivo umano.
Ho iniziato un’opera d’arte, in continua evoluzione, che comprende una collezione di oggetti rituali. Sono un misto di oggetti ritrovati, oggetti trasformati o piccoli oggetti che ho creato partendo da zero. Insieme rappresentano la molteplicità e la ricchezza dello spiritualismo umano e dei diversi culti. Privi di qualsiasi iconografia tradizionale, sono una collezione di reinterpretazioni esoteriche di mitologie, religioni e credenze primordiali da ogni parte del mondo. Nei miei lavori ho inserito spesso anche piccoli rituali che sembrano insignificanti nella nostra vita laica di tutti i giorni.
Ogni volta che presento questa collezione, le do una forma diversa. Aggiungo oggetti e quelli usati nella mostra precedente potrebbero essere inseriti di nuovo ma ritrasformati, rappresentando così questa idea di un continuo riadattamento di sé stessi e delle cose.
La prima volta ho esposto questa collezione sotto forma di oggetti disposti semplicemente su un tavolo (‘Chapter 1: When I attempt to drown the dragon’ 2013), poi su una sorta di altari (‘Chapter 2: Midi’ 2015), poi nel carro di un venditore ambulante come un piccolo museo su strada (“Ambulatilis” in occasione della mostra collettiva “On the streets” tenutasi a Phnom Penh), e ancora ho creato una stanza delle meraviglie all’interno di una vecchia casa giapponese (“The Cabinet of Dr Komo” in Giappone), per la mostra successiva ho realizzato un’esposizione che richiamava un museo etnografico (“Chapter 3: Les 101 grandes deesses” 2017), nella mia performance “Perinthia” gli oggetti della collezione sono stati disposti come oggetti rituali per una cerimonia sciamanica. In Chapter 4: Days and nights of revolving joy, la mia ultima mostra personale che si chiuderà a breve, li ho usati in un film girato nel corso di uno o due mesi.
Anche questo lavoro in continua evoluzione è una dimostrazione della mia convinzione che il lavoro di un artista non sia solo una successione di pezzi d’arte, in diversi momenti del suo percorso artistico. L’intero percorso artistico, in continuo cambiamento per tutta la vita, deve essere considerato come un’opera d’arte.
In questo momento sto lavorando in una direzione diversa, rispetto alla mia ricerca artistica su trasformazione e ibridazione. Parto sempre però dalla stessa idea, influenzata anche dal mio lavoro come curatrice della collezione permanente di Salon Saigon.
Affascinata dalle tecniche tradizionali vietnamite, ho creato dei mosaici in ceramica, seguendo la tecnica tradizionale molto diffusa in Vietnam ed in particolare nella città di Huè. I suoi monumenti sono decorati da mosaici realizzati in ceramica e vetro, meravigliosi, che mi hanno intrigato molto. Ho studiato questa tecnica, grazie anche all’aiuto di due storici, e ho fatto diverse ricerche per capire da dove arrivassero i pezzi con cui sono realizzati i mosaici. Ho scoperto che gli imperatori importavano piatti e ceramiche molto costose dall’Europa e dalla Cina, per poi romperli e creare così i mosaici che vediamo ancora oggi.
Allo stesso tempo mi piace il concetto di produrre opere fatte di frammenti diversi, che si ricollega all’idea che avevo già esplorato di unire molte religioni, di mettere insieme diverse idee a creare un “Tutto”. Ciò che voglio esprimere nella mia nuova produzione è come la molteplicità di elementi diversi possa essere combinata per creare un’unità unica. La tecnica del mosaico, il medium in sé, può perciò simboleggiare l’idea del sincretismo, che ha attratto il mio interesse per molto tempo.
Le tessere dei mosaici che ho creato nascono dalle piastrelle in ceramiche che io stessa ho dipinto. Una volta finite le ho rotte per poi ricomporle in qualcosa di nuovo, mescolate a frammenti di piatti e tazze trovati nei negozi di antiquariato e provenienti da differenti zone geografiche.
Chapter 4: Days and nights of revolving joy
Sandrine Llouquet
Nasce nel 1975 a Montpellier, Francia. Ha contribuito molto allo sviluppo dell’arte contemporanea in Vietnam ed è stata una dei fondatori di Wonderful District (2005-2011), un progetto che ha promosso l’arte contemporanea attraverso mostre, concerti e performance teatrali. Sandrine ha fatto parte di un collettivo di artisti Mogas Station con base in Vietnam. Nel 2016 ha realizzato un progetto speciale sulla cultura del Giappone del Periodo Edo.
L’artista ha esposto a Tokyo, Parigi, San Francisco e alla Tate Modern di Londra. Insieme al collettivo vietnamita ha partecipato ad alcune Biennali: Singapore Biennale 2006, Shenzhen Biennale 2007, Migration Addicts (evento collaterale della 52° Biennale di Venezia).
Sandrine Llouquet, visual artist
http://sandrinellouquet.net
Galerie Quynh Contemporary Art
118 Nguyen Van Thu, Dakao, D1, HCMC, Vietnam
www.galeriequynh.com