giovedì , 21 Novembre 2024

Il viaggio siderale di Gilberto Zorio da Tucci Russo a Torino

Fino a febbraio 2025 “gli astri” di Gilberto Zorio nella sede torinese di Tucci Russo.

Gilberto Zorio, Stella di pergamena abbracciata dal compasso, 2024,
Pergamena, compasso da scultore, pinze autobloccanti, cavo in rame
cm 220 x 180 x 100 circa

Ha inaugurato la nuova mostra di Gilberto Zorio alla sede torinese di Tucci Russo: una sorta di viaggio, un percorso che il grande artista disegna nelle stanze della galleria con alcune installazioni storiche poste in dialogo con altre di più recente realizzazione, tutte legate tra loro da un’idea di energia insita nell’universo e nell’uomo. Ricorrente il tema della stella a cinque punte, motivo cardine nella poetica di Zorio: realizzate in alluminio, cristallo, pelle, legno, rame, filo elettrico, le stelle diventano archetipi simbolici che dimostrano l’interesse dell’artista per l’energia intesa come forza fisica e sprituale; nel 1972 utilizzò per la prima volta la stella a cinque punte anche per un celebre  Autoritratto (Self-Portrait), 1972, una pelle di mucca spiegazzata da cui emergeva uno stampo del volto (letteralmente) stellato dell’artista.

Gilberto Zorio, Giunchi con arco voltaico, 1969,14 giunchi, piattina di rame, tondino di gomma, cavo di acciao, scintilla, temporizzatore. Cm 350 x 195 x 350 circa

Nella mostra da Tucci Russo il visitatore è accolto dalla celebre “Stella Vostok” (2013), che rappresenta non solo l’orientamento ma anche la velocità: formata da giavellotti di rame incrociati, sono metafora visiva di un’estensione sia del braccio oltre che del pensiero. Di fronte a questa è collocata un’installazione storica, “Giunchi con arco voltaico” (1969), costituito da un gruppo di canne raggruppate che si estendono dal muro, attivate da scariche temporizzate di energia elettrica: l’installazione è stata esposta per la prima volta nella fondamentale mostra di Harald Szeemann “Live in Your Head: When Attitudes Become Form” alla Kunsthalle di Berna, in Svizzera, nel 1969.

Nella seconda stanza si raffrontano altri due grandi astri: “Stella di cuoio su giavellotti” (2007): due giavellotti infissi nel muro sorreggono letteralmente una stella di cuoio: il cuoio, come la nostra pelle, avvolge e protegge i corpi, evidenziando la nostra appartenenza all’animalità. Un concetto che è metaforicamente espresso anche dalla “Stella di pergamena abbracciata dal compasso” (2024), dove la forma stellare viene trattenuta e sospesa da un compasso da scultore e pinze autobloccanti.

Gilberto Zorio, Stella di pergamena, 2020
Pergamena, alluminio, due giavellotti, fosforo
Cm 250 x 250 x 260

I giavellotti tornano nella terza sala dove campeggia “Stella di pergamena” (2020), una grande pergamena memorizzata dal fosforo (che quindi riverbera la sua iridescenza verde in condizioni di oscurità), nella quale è stata ritagliata la forma a cinque punte: questa, leggermente aggettante verso il basso, si rivolge verso la “Stella per purificare le parole” (2023), realizzata in terracotta nera e adagiata a terra. Su questa sono impresse, e quindi eternamente memorizzate, le impronte dei passi dell’artista; una delle sue cinque punte è rivolta verso l’alto in un anelito verso l’Infinito. A fianco, un contenitore di alcool collegato a un boccaglio che al buio, come dice l’artista, “si illumina di memoria”, grazie al fosforo.

Gilberto Zorio, Stella per purificare parole, 2023
Terracotta nera ad alta temperatura, alcool, fosforo, cm 398 x 398 x 50 circa

Gilberto Zorio (Andorno Micca (Biella), 1944) è stato presentato in varie occasioni presso la Galleria Tucci Russo, tra cui le mostre “UNDERLINING” (2020) e “BASICO (III)” (2015) nella sede di Torre Pellice. La mostra presente rappresenta la prima esposizione dell’artista nella galleria di Torino. Tra le sue principali mostre personali si ricordano: Castello di Rivoli (2017); MACRO, Roma (2010); CGAC, Santiago de Compostela, Spagna (2010); MAMbo, Bologna (2009); Dia Art Foundation, New York, USA (2001); Museu Serralves, Porto, Portogallo (1990); Stedelijk Van Abbemuseum, Eindhoven, Olanda (1987); Centre d’Art Contemporain, Ginevra, Svizzera (1986); Centre Georges Pompidou, Parigi, Francia (1986); Kunstverein Stuttgart, Stoccarda, Germania (1985); Stedelijk Museum, Am[1]sterdam, Olanda (1979); Kunstmuseum Luzern, Lucerna, Svizzera (1976). Ha partecipato alla Biennale di Venezia nel 1978, 1980, 1986, 1995, 1997 e alla Documenta di Kassel nel 1972 e 1992.

PER INFO

Gilberto Zorio_ Tucci Russo

About Paola Stroppiana

Paola Stroppiana (Torino, 1974) è storica dell’arte, curatrice d’arte indipendente e organizzatrice di eventi. Si è laureata con lode in Storia dell’Arte Medioevale presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Torino, città dove ha gestito per più di dieci anni una galleria d'arte contemporanea. Collabora con diverse testate per cui scrive di arte e cultura. Si interessa a nuovi percorsi d’indagine come il gioiello d’artista e le ultime tendenze del collezionismo contemporaneo, argomenti sui quali ha tenuto conferenze presso l’Università degli Studi Aldo Moro di Bari, Il Museo Civico di Arte Antica e la Pinacoteca Agnelli di Torino, il Politecnico di Milano.

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