Fino a febbraio 2025 “gli astri” di Gilberto Zorio nella sede torinese di Tucci Russo.
Ha inaugurato la nuova mostra di Gilberto Zorio alla sede torinese di Tucci Russo: una sorta di viaggio, un percorso che il grande artista disegna nelle stanze della galleria con alcune installazioni storiche poste in dialogo con altre di più recente realizzazione, tutte legate tra loro da un’idea di energia insita nell’universo e nell’uomo. Ricorrente il tema della stella a cinque punte, motivo cardine nella poetica di Zorio: realizzate in alluminio, cristallo, pelle, legno, rame, filo elettrico, le stelle diventano archetipi simbolici che dimostrano l’interesse dell’artista per l’energia intesa come forza fisica e sprituale; nel 1972 utilizzò per la prima volta la stella a cinque punte anche per un celebre Autoritratto (Self-Portrait), 1972, una pelle di mucca spiegazzata da cui emergeva uno stampo del volto (letteralmente) stellato dell’artista.
Nella mostra da Tucci Russo il visitatore è accolto dalla celebre “Stella Vostok” (2013), che rappresenta non solo l’orientamento ma anche la velocità: formata da giavellotti di rame incrociati, sono metafora visiva di un’estensione sia del braccio oltre che del pensiero. Di fronte a questa è collocata un’installazione storica, “Giunchi con arco voltaico” (1969), costituito da un gruppo di canne raggruppate che si estendono dal muro, attivate da scariche temporizzate di energia elettrica: l’installazione è stata esposta per la prima volta nella fondamentale mostra di Harald Szeemann “Live in Your Head: When Attitudes Become Form” alla Kunsthalle di Berna, in Svizzera, nel 1969.
Nella seconda stanza si raffrontano altri due grandi astri: “Stella di cuoio su giavellotti” (2007): due giavellotti infissi nel muro sorreggono letteralmente una stella di cuoio: il cuoio, come la nostra pelle, avvolge e protegge i corpi, evidenziando la nostra appartenenza all’animalità. Un concetto che è metaforicamente espresso anche dalla “Stella di pergamena abbracciata dal compasso” (2024), dove la forma stellare viene trattenuta e sospesa da un compasso da scultore e pinze autobloccanti.
I giavellotti tornano nella terza sala dove campeggia “Stella di pergamena” (2020), una grande pergamena memorizzata dal fosforo (che quindi riverbera la sua iridescenza verde in condizioni di oscurità), nella quale è stata ritagliata la forma a cinque punte: questa, leggermente aggettante verso il basso, si rivolge verso la “Stella per purificare le parole” (2023), realizzata in terracotta nera e adagiata a terra. Su questa sono impresse, e quindi eternamente memorizzate, le impronte dei passi dell’artista; una delle sue cinque punte è rivolta verso l’alto in un anelito verso l’Infinito. A fianco, un contenitore di alcool collegato a un boccaglio che al buio, come dice l’artista, “si illumina di memoria”, grazie al fosforo.
Gilberto Zorio, Stella per purificare parole, 2023
Terracotta nera ad alta temperatura, alcool, fosforo, cm 398 x 398 x 50 circa
Gilberto Zorio (Andorno Micca (Biella), 1944) è stato presentato in varie occasioni presso la Galleria Tucci Russo, tra cui le mostre “UNDERLINING” (2020) e “BASICO (III)” (2015) nella sede di Torre Pellice. La mostra presente rappresenta la prima esposizione dell’artista nella galleria di Torino. Tra le sue principali mostre personali si ricordano: Castello di Rivoli (2017); MACRO, Roma (2010); CGAC, Santiago de Compostela, Spagna (2010); MAMbo, Bologna (2009); Dia Art Foundation, New York, USA (2001); Museu Serralves, Porto, Portogallo (1990); Stedelijk Van Abbemuseum, Eindhoven, Olanda (1987); Centre d’Art Contemporain, Ginevra, Svizzera (1986); Centre Georges Pompidou, Parigi, Francia (1986); Kunstverein Stuttgart, Stoccarda, Germania (1985); Stedelijk Museum, Am[1]sterdam, Olanda (1979); Kunstmuseum Luzern, Lucerna, Svizzera (1976). Ha partecipato alla Biennale di Venezia nel 1978, 1980, 1986, 1995, 1997 e alla Documenta di Kassel nel 1972 e 1992.
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