Duccio Maria Gambi ha vinto l’anno scorso il premio speciale CEDIT nella sezione Object di miart, nell’edizione 2018 ha presentato i suoi lavori insieme ad un altro giovane designer Marcello Pirovano. Oggi è in mostra alla Galleria Giovanni Bonelli di Milano insieme al suo maestro Gianni Pettena, fino al 19 Maggio.
Una chiusura del cerchio perfetta per il progetto di design di Nero Design Gallery di Arezzo, iniziato a miart 2018.
“Siamo partiti dall’idea di esporre il Bazaar sofa per omaggiare Superstudio, perché è stato creato nel 1968. 50 anni dalla nascita di questo oggetto. Ci piaceva fare riferimento a quello che era il movimento radicale. Duccio Maria Gambi ha avuto come maestro proprio Gianni Pettena, docente di architettura all’università di Firenze nonché uno degli esponenti del movimento radicale. E’ stato questo legame e una circostanza specifica, l’anniversario, che ci ha portato a fare questa scelta. Gambi lo ha sempre citato come punto di partenza nei suoi lavori. Insieme a Giovanni Ponelli della Galleria che rappresenta Gianni Pettena abbiamo creato questa mostra. È stata una circostanza casuale che ci ha portato a creare una bi-personale, inaugurata in occasione del salone del mobile. Da questo a portare gli artisti a parlare del movimento radicale è stato tutt’uno”. Michele Seppia, Nero Design Gallery.
In mostra diversi pezzi inediti di Duccio Maria Gambi in cemento e pietra tra cui, per la prima volta, un suo approccio ad un materiale nuovo. L’artista presenta una poltrona, un imbottito, realizzato in marmo. Duccio Maria Gambi arriva dal disegno industriale, è attratto dall’architettura, si dedica alla ricerca dei materiali. Sarà per questo che il materiale che lo rende riconoscibile e unico tra gli italiani è il cemento. Ogni suo pezzo è unico o appartiene ad una serie numerati e sta ora crescendo nel design di interni e di elementi di arredo.
Gioca sulle forme e sui contrasti tra i materiali, ma soprattutto gioca con la funzione dei materiali che stravolge completamente. Marmo e pietra, così, vengono utilizzati per creare puff e poltrone.
Un giovane designer quindi a fianco del suo maestro Gianni Pettena, tra i fondatori, alla fine degli anni ’60 a Firenze, del movimento “architettura radicale” insieme a Superstudio, Archizoom, UFO.
Pettena presenta in questa mostra milanese alcuni pezzi storici della sua produzione: la serie “Vestirsi di sedie / Wearable Chairs” (1971); una performance messa in atto in Usa nel 1971-72, con il sostegno dell’Università del Minnesota e la video performance ri-proposta con gli studenti della NABA di Milano nel 2011; l’opera “Poltronamaca”, proposta per la prima volta nel 1985 e il “Tappeto Sprofondo” nella versione originale del 1989.
Nel contesto di miart 2018, invece, Duccio Maria Gambi, che qui portava la serie Morbido Brutale, esponeva con Marcello Pirovano e i suoi stilopratici. Elementi d’arredo aggregati, costituiti da una serie di moduli contenitori a base decagonale, destinati a diventare piccole sedute o piani d’appoggio ad altezza variabile oppure elementi d’arredo impilati uno sull’altro in modo da formare una colonna. L’ispirazione parte da ciò che ci rimane di civiltà lontane nel tempo e che la nostra tenta di salvare. I reperti archeologici di epoca ellenistica, dove i resti sono stati ricomposti su una matrice nera che ricostruisce le parti mancanti della colonna originaria. Anche per Pirovano siamo di fronte a pezzi unici e alla ricerca sui materiali, in questo caso molto tecnologici come il Purenit®, un prodotto a base di poliuretano e utilizzato nell’industria delle costruzioni.
GIANNI PETTENA – DUCCIO MARIA GAMBI
fino al 19 Maggio 2018
Galleria Giovanni Bonelli
Ingresso gratuito
www.galleriagiovannibonelli.it