In occasione di PHOTOSHOT_Fotografia in Posa al Doctor Sax, murazzi lato sx, inaugurazione 23 novembre alle 17, fino a venerdì 25 novembre a mezzanotte, verrà riproposta la produzione video-art di Sandro Sandri. Opere video dello stesso autore sono presenti fino al 28 novembre anche nell’ambito della mostra d’arte ERO NATO MIO, presso GoTo Gallery in via Giorgio Bidone 16. Presentiamo qui alcuni testi creativi dedicati al lavoro di Sandro Sandri.
È il ramo selvaggio della morale. Una striscia di terra, di tramite, con le consuete parvenze d’esistere. Petrolio da cui tutto si genera, finanche lo scatto di luce – eppure un peccato da riferire, quale messaggio –. Gestualità riprodotta, divisa in potenza, frazione di calcolo sull’eterna sostanza energetica. Necessaria, per-altro. Questo collega il fiato all’origine: la finta, le spalle che scuotono, il fenomenico scarto che ci allaccia all’inutile, e l’indifferenza. Sogno e farnetico ancora, io Dio.
In somniis video, gridavo da tempo, eppure son desto, per sempre, per bisogno vitale! Resto così, in forza d’inerzia, nella quieta speranza che aggiunge l’orario allo spazio. Visione riaccesa teletrasmessa, seriata memo-dipinta, mi hai fatto, strafatto: il tuo scacco è il mio scacco! Insieme siam vinti!
(a Sandro Sandri, i.f.)
Molto ha imparato l’umano dalla stretta del fiato, troppo dimenticato, poco ne ha inteso in realtà, dacché il mattino si è fatto più cupo col passare del tempo. Non era l’aurora cambiata da sé, ma la nostra visione, poiché siamo colloquio per vivere in pace, con equilibrio: mai questa consueta ragione tramata e poi tramandata, un linguaggio deviato. Non temiamo del canto il presto avvenire, oramai, da sempre monito interno del fuori, un respiro soltanto. Funzione dei palpiti, tacito conteggio di termini codici, improponibili all’altro se non per fusione.
Infine, oh sacre potenze, è vincolo in voi, in noi, il segno d’amore. Ancora! L’estasi e la sostanza che ci implicate, nel sogno, nella cara illusione. Sapere, mio cuore, non è essere ovunque, vedere. Sarebbe, semmai, sensazione, adesione abissale della coscienza, ma dove? Speranza cresciuta al momento, effetto perenne di azione: un tuffo nel sangue toccato, non fatto, non detto, né confidato.
Un silenzio di luce.
Affinché tutto ciò torni avverato, abitanti del mondo a voi destinato, sarete una tavola, uno specchio di legge da non ingannare, a partire dal giorno della risoluzione:
I. Non credere all’abbaglio esteriore, alla regola e alla misura – dal principio di tutte le cose
II. Provare sui sensi la distanza dovuta, giocare con forza per limite intrinseco.
III. Affidarsi al suono del canto, una volta, per imparare.
IV. Contare i sospiri, lasciare che vibri la pelle. Allenare polpastrelli, gengive: l’orecchio è ciò che aderisce
V. Parlare agli occhi dell’altro, allo spirito. Preparare l’abbraccio.
VI. Conoscere i segni di età, condizione, stupore. Esplicitarli da desto.
VII. Dominare la carne, finché non divenga presagio. Poi farsi linguaggio.
VIII. Ordinare il miraggio, per quello che è nel deserto: la verità.
IX. Scoprire l’evento fra le pieghe della natura: mai lingua, soltanto beltà, meraviglia.
X. Privare della bocca il lamento: tentare preghiere.
XI. Bramare l’utile e il necessario, innalzarli: la creazione nobilita
XII. Non leggere riproduzioni, né ad alta voce, né mai scrivere un testo da ereditare: è tutto, si sa.