Fino al 16 febbraio 2020 la Fondazione Accorsi-Ometto rende omaggio ad un grande pittore dell’Ottocento: Vittorio Corcos, maestro indiscusso del ritratto, in particolare femminile.
La mostra, dal titolo L’avventura dello sguardo, curata da Carlo Sisi, intende analizzare la grande capacità pittorica e financo analitico-psicologica di Vittorio Corcos (Livorno, 1859- Firenze 1933) evidenziandone una particolare qualità, ossia la capacità di Corcos di cogliere lo sguardo delle persone ritratte restituendone l’essenza in quadri di grande intensità e felicità esecutiva, ora intimi ora consacrati ai mille dettagli del lusso; dipinti che ancora oggi sono in grado di cogliere, quasi percepibile, l’aria del tempo.
Il percorso espositivo, grazie ad una scelta mirata di opere, ripercorre in un ideale crescendo sei capitoli che affrontano il ritratto in diverse declinazioni, sottolineandone aspetti differenti e differenti “fruizioni” in base alla committenza o alla destinazione, sino alla sala finale che ospita lo straordinario Sogni (1896, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma), ritratto di una giovane a grandezza naturale di assoluta contemporaneità che ricambia lo sguardo di chi l’osserva: un dipinto che non si dimentica, quasi il climax di un racconto ottocentesco che si snoda per immagini.
La prima sezione, intitolata Sguardi, presenta una serie di ritratti femminili che introducono il visitatore nell’universo poetico di Vittorio Corcos; la giovane malinconica e quella seducente, la signora di ritorno dalla passeggiata o in posa sul mare, la bella adolescente o l’intellettuale dimostrano l’assunto critico, già molto diffuso a suo tempo, secondo il quale Corcos sapeva cogliere non soltanto le incantevoli fisionomie delle sue modelle, ma anche i sentimenti più riposti e misteriosi. Dal testo di Carlo Sisi in catalogo acquisiamo alcune utili informazioni sullo straordinario ritratto di Paolini Bondi : […] ma lo sguardo senza dubbio più coinvolgente è quello di Paolina Clelia Silvia Bondi figlia del proprietario della Manifattura di Signa, i cui calchi da celebri sculture andarono ad arredare, tra l’altro, la Capponcina di d’Annunzio, ritratta nello spirito trasfigurante della pittura preraffaellita in linea con il revival che dominava nella Firenze simbolista e anglofila, per cui la dolce fisionomia della fanciulla si carica dello stesso mistero estetico che proveniva dalla lettura moderna di Leonardo e dei quattrocentisti più ‘sentimentali’.
Nella sezione In posa nell’atelier i protagonisti sono le personalità del tempo che frequentavano lo studio dell’artista: non solo le signore ritratte con dovizia di particolari, come Anna Belimbau, moglie del pittore Adolfo o Fernanda Ojetti, ma anche gli amici che, attraverso le loro pose disinvolte, documentano la partecipazione a comuni consuetudini di vita e interessi culturali con l’artista: tra questi, Jack La Bolina, pseudonimo di Augusto Vecchi, ufficiale di marina, noto soprattutto come scrittore di romanzi e di racconti al quale Corcos dedica un ritratto nello studio di grande intensità: Jack si fa ritrarre a cavalcioni di una sedia in un angolo dello studio ove si affastellano dipinti, stampe, libri e mobili, nell’elegante disordine che caratterizzava gli ateliers dei pittori di fine secolo.
La sezione Aria di Parigi comprende, oltre ai dipinti esplicitamente francesi, come la delicata Jeune femme se promenant au Bois de Boulogne – che doveva far parte di una più ampia composizione, a tutt’oggi sconosciuta –, le notevoli Istitutrici ai Campi Elisi (si notino i dettagli della pelliccia della bambina che richiamano nel tratto pittorico i petali dei fiori posti sulla destra del quadro) e il ritratto della Figlia di Jack La Bolina, che ricorda le eleganze di De Nittis e degli amici impressionisti.
La sezione dedicata al Salotto della “gentile ignota” introduce il visitatore nell’eletto circolo della moglie di Corcos, Emma Rotigliano, assidua corrispondente di Giovanni Pascoli che le aveva attribuito quell’enigmatico appellativo. Accanto al ritratto di Emma si avvicendano quelli degli illustri frequentatori di casa Corcos: il poeta Giosue Carducci, Silvestro Lega, che Corcos ci restituisce con un dipinto non privo di una certa commozione nel ritrarre l’amico ormai anziano) o il compositore Pietro Mascagni.
Ma è nell’ultima sezione che si possono ammirare due capolavori assoluti: il già citato Sogni e In lettura sul mare (oggi molto popolare poiché copertina del fortunato romanzo I Leoni di Sicilia, edito da Nord edizioni, n.d.r.). Come ben descrive Carlo Sisi “[…] l’ultima sezione consacrata all’Eterno femminino riassume in due ‘capitoli’ il tema della donna quale fu svolto, in arte come in letteratura, entro la temperie del decadentismo: il quadro Sogni, fra i più celebri di Corcos, incarna perfettamente la bellezza ineffabile delle donne amate e descritte da d’Annunzio e Fogazzaro […] Alla Festa dell’Arte e dei Fiori inaugurata a Firenze nel 1896 fece un “chiasso indiavolato” il dipinto di Corcos in cui era raffigurata la “giovane donna fissa e pensosa non si sa se di un amore morto o di un nascente amore”, una che sognava “ciò di cui non dovrebbero sognare le ragazze”, insomma una creatura moderna capace di esprimere “seducente perversità”. In Sogni, Corcos aveva in effetti riassunto le inquietudini di un’epoca consapevole della propria crisi e nello stesso alveo aveva raccolto donne perdute, come la Morfinomane e altre venerate per la loro leggendaria bellezza, come Lina Cavalieri, “massima testimonianza di Venere in terra” secondo d’Annunzio e soggetto molto congeniale all’estro compositivo del pittore che ritrae l’avventurosa cantante al culmine della sua fama, sopra un ideale palcoscenico.
Attento osservatore della moda del suo tempo, Corcos esibisce nella sua pittura un’eccezionale mimesi dei tessuti, dei ricami, dei gioielli, di ogni componente dell’abito utile a connotare la posizione sociale del personaggio ritratto, come si vede nell’apparizione sfolgorante di Corinna Salmon; straordinaria abilità che attirava nel suo atelier il fiore dell’aristocrazia e dell’alta borghesia, ma che irritava non poco i detrattori dell’arte ‘accademica’. Proprio in virtù di questa speciale inclinazione a ideare fastosi contesti, non mancarono alla carriera di Corcos committenze di grande prestigio che lo videro impegnato a ritrarre i sovrani di Germania e Portogallo, la regina Margherita di Savoia e Maria Josè principessa di Piemonte, la négresse blonde, così chiamata a causa dei suoi indomabili capelli, che il pittore ambienta entro il candore neoclassico d’una sala marmorea eccentrica quindi rispetto al gusto arredativo sabaudo e meglio confacente allo stile sobrio e anticonformista della futura regina”.
Sempre secondo Sisi: […] In lettura sul mare, straordinaria prova di pittura en plein air in grado di attestare la qualità stilistica raggiunta da Corcos anche nel genere del paesaggio, tanto più in un territorio che era stato protagonista assoluto della tavolozza dei macchiaioli e che si trasforma invece, grazie all’esperienza internazionale del pittore, in un rarefatto scenario simbolista. Assorti nella lettura o perduti in pensieri ineffabili, i tre giovani sono legati da affinità intellettuali che assecondano l’evasione dalla praticità quotidiana quale era auspicata dalla contemporanea cultura decadente, per cui la stessa eleganza degli abiti e la naturalezza sofisticata delle pose rimandano alla temperatura estetica che, pur coltivando le utopie della bellezza, stava alimentando il presentimento della fine di un’epoca.”
Vittorio Corcos nasce a Livorno da famiglia ebraica e si forma, da giovane, nelle Accademie di Firenze e in quella di Napoli, città da lui ambita per la presenza di Domenico Morelli, convinto assertore del concetto di verità. Nel 1880 inizia l’esperienza parigina frequentando il vivace salotto di Giuseppe De Nittis, collettore degli ‘italiani di Parigi’, entrando nell’orbita del mercante Goupil che sarà tramite di una precoce fortuna internazionale del pittore favorita dalla sua straordinaria abilità di ritrattista. Nel 1886 rientra a Livorno e sposa Emma Rotigliano, la “gentile ignota” corrispondente di Giovanni Pascoli, per poi trasferirsi a Firenze dove riceverà il battesimo in San Giovanni il 9 dicembre 1887. Il salotto di casa Corcos diviene da allora meta affollatissima di letterati ed artisti, riflesso del milieu culturale aggiornato e poliglotta che si riflette nell’opera del pittore impegnato nella illustrazione di libri e di riviste, ma soprattutto nel ritrarre i protagonisti della società di fine secolo. Non mancano nella produzione di Corcos quadri di soggetto popolare che attestano la sua predisposizione verso le poetiche del naturalismo e la pittura di genere, ma la sua fama rimane legata a quelle figure femminili che furono dette “creature che hanno in sé qualche cosa del fantasma e del fiore” e che trovano la più coinvolgente rappresentazione nella già citata giovinetta del quadro Sogni. Nel 1904 diventa famoso in Europa per i ritratti di Guglielmo II in Germania, dell’Imperatrice Augusta, della regina portoghese Amelia e di Margherita di Savoia.
Nel 1913 il suo “Autoritratto” entra a far parte della collezione della Galleria degli Uffizi.
Corcos si spegne nella sua casa di Firenze l’8 novembre 1933: molte sue opere sono esposte alla Galleria degli Uffizi, alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna a Roma ed in numerosi musei in Italia e all’estero.
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Fondazione Accorsi Ometto_Torino