Roberto Crippa fu più artista o pilota acrobatico di volo? Una doppia passione che ritorna sulla tela, nelle Spirali, nei richiami ai mondi celesti.
Roberto Crippa nasce a Milano nel 1921; frequenta l’Accademia di Brera dove incontra Achille Funi e Carlo Carrà. NeI 1948 partecipa alla Triennale di Milano e alla Biennale di Venezia. Le sue opere riscuotono da subito un buon successo di pubblico e critica in Italia e all’estero.
Anche in forza all’amicizia con Lucio Fontana è uno dei primi firmatari del terzo “Manifesto dello Spazialismo” del 1950; l’artista conduce l’esperienza dello Spazialismo in parallelo agli approfondimenti sull’action painting americana, di cui fu in Italia uno dei primi interpreti. All’inizio degli anni ‘50 Crippa inizia a esporre in musei e gallerie e approda a New York, dove conosce il grande gallerista Alexander Jolas che gli propone una personale nella sua sede americana; qui ha modo di incontrare Max Ernst, Marcel Duchamp e di conoscere le opere di Jackson Pollock. È in questi anni che sviluppa le famose Spirali caratterizzati da con il gesto geometrico quasi circolare, spazi involuti da cui si generavano raggi che ugualmente suggeriscono uno spazio “altro” rispetto alla bidimensionalità della tela, in linea coi principi del “Manifesto” spazialista.
Durante tutta la sua attività artistica Crippa non abbandonò mai l’altra grande passione della sua vita: il volo, e in particolare il volo acrobatico; nel 1961 fonda il Gruppo Acrobatico dell’Aero Club di Milano; nel 1971 viene invitato per rappresentare l’Italia ai Campionati Mondiali di acrobazia aerea. Un grave incidente del ’62 lo costringe sulla sedia a rotelle per quasi un anno: ciò nonostante continua a lavorare e partecipa con i suoi quadri a diverse esposizioni in Europa e Stati Uniti. Nel 1972, durante un volo di preparazione ai Campionati Mondiali, l’aereo di Crippa precipita nei dintorni dell’aereoporto di Bresso, uccidendo l’artista e il suo allievo Piero Crespi, in volo con lui. Nel 1976, in sua memoria, viene istituita una gara annuale tuttora in vigore, tra le più importanti dei circuiti del volo acrobatico in Italia, il Trofeo Roberto Crippa.
Nelle Spirali (qui un raro esempio pittorico su tela di camicia) oltre all’influenza dell’action painting – reinterpretato e codificato secondo una sensibilità “spazialista” – si può ritrovare una implicita rappresentazione dei volteggi che Crippa compie in volo, riportando sulla tela grazie a quei vortici spiraliformi, vitali e caratterizzati da un vivace cromatismo. A partire dal 1960 la sua pittura si indirizza verso ricerche polimateriche, con l’inserimento di differenti materiali applicati su tela attraverso la tecnica del collage. Nelle opere di inizio anni ‘70 le sue opere risentono di motivi cosmici e planetari come nell’opera Moon dei primi anni 70, in cui l’artista utilizza il sughero e altri materiali come la carta velina e lo scotch da pacchi, applicati su tavola: il quadro raggiunge una dimensione plastica affine alla scultura, suggerendone la terza dimensione.
Una curiosità: nel 1967 lo Stato della Rhodesia dedicò a Crippa un francobollo con riprodotta un’opera della serie dei Totem.
Per ulteriori informazioni su “Spirale con ingranaggi” e “Moon”
Corso Tassoni, 56 Torino