Sabato 9 giugno 2018, dalle 9.45 alle 23.15, il progetto GiùLaMaschera di Stefano Venezia propone PRIVATE PAINTER nello Spazio Parentesi a Torino in via Belfiore 19
Il progetto GiùLaMaschera di Stefano Venezia si propone di indagare e interrogare l’ampio campo di significazione di un genere imprescindibile: la ritrattistica. Il pretesto e il supporto fotografico, l’apporto decorativo e cromatico, le valenze simboliche, personali e collettive, il visto e il non-detto sono soltanto alcuni degli elementi in gioco nell’attivazione dell’intesa tra autore e soggetto ritratto.
Stefano Venezia chiede al pubblico di portare con sé tre caratteristiche positive e tre negative: qualità indispensabili per procedere, con intento ludico, svincolante e metaletterario, alla prima analisi di una personalità. Lo spettatore, possibile interlocutore “ritrattato”, si espone attraverso un metro morale di giudizio sulle proprie apparenze, interiorità, esteriorità. Entrano in funzione, così, tutte le passioni, i sentimenti, le critiche e l’autocoscienza, a definire le basi per un primo, tanto essenziale quanto sentito, contratto di committenza. L’autore si trova, quindi, nella situazione di dover escogitare e realizzare un’opera interdisciplinare che, avvalendosi di svariate forme e tecniche, possa rispecchiare le volontà del destinatario.
Per l’evento PRIVATE PAINTER del 9 giugno, GiùLaMaschera si avvarrà di un’effigie già completata: “emma”. A partire dalle considerazioni che emergeranno dall’osservazione dell’opera già compiuta, ogni partecipante potrà incominciare ad interloquire con questo originale metodo. La soluzione creativa, ideata da Stefano Venezia nel 2015, mira a scandagliare alcuni anfratti della memoria, certe pieghe dell’animo, particolari aspetti caratteriali e comportamentali per restituire, infine, un’immagine autentica e intima del soggetto. Il pittore si fa, volutamente, privato, in quanto catalizzatore di un processo chiarificante, esplicativo, definitorio. Ideale punto privilegiato della corrsipondenza e delle capacità di filtro, mediazione, dono e consapevolezza; la pittura – declinata secondo tutte le possibilità offerte dal contemporaneo – risale la corrente fino alle ragioni originarie del gesto: sguardo, dedizione, visione. Attività creativa e innovativa in perenne evoluzione, il dipinto può da sempre ridefinire i settori e i modi dell’operare artistico, confondendo e mischiando dialetticamente e dinamicamente le carte, spostando l’obiettivo dal dentro al fuori, generando universi finiti o sistemi aperti a innumerevoli interpretazioni e progressivi sviluppi.
Disegno, pittura e concetto vengono integrati, in ambito relazionale, al momento di incontro con il committente. Una riflessione sulle funzionalità dell’arte contemporanea nel continuo e stretto rapporto con le radici della rappresentazione, della figurazione, degli ideali atavici di dedica, scambio, patto e omaggio. L’individualità e il confronto sono i due cardini da cui scaturisce la formulazione del lavoro artistico, un passo al di là della pratica estetica, nel luogo fertile della conoscenza, della comprensione, dell’ascolto.