Sarà possibile ammirare sino al 18 febbraio 2022 la mostra personale “I gioielli di Alberto Zorzi. Geometrie nello spazio”alla galleria BABS di Milano.
La rassegna, pur non proponendosi strettamente come antologica, è occasione preziosa per rileggere il percorso artistico di Alberto Zorzi attraverso la coralità dei differenti filoni di ricerca sviluppati nel corso degli anni. Una accurata selezione di opere – tutti pezzi unici – con la curatela di Alessandra Quattordio, che ben racconta la capacità dell’artista di esprimere nella ricerca orafa il senso profondo per la scultura, intesa come relazione strutturale nello spazio e parimenti sulla dimensione corpo.
Ma non solo. Il poter guardare in un colpo d’occhio alcuni esemplari prodotti negli ultimi cinque decenni (!), alcuni storici e altri di recente produzione, conduce ad altre considerazioni che appaiono quasi verità rivelate dalla pura osservazione sinottica: su tutte, come anche rilevato dalla gallerista Barbara Lo Bianco, la capacità di Zorzi di evolvere entro una cifra riconoscibile dove tutto (gli) è permesso, una libertà espressiva fortemente identitaria che si è conquistato con una tecnica sofisticata e attenta al singolo dettaglio (non a caso Zorzi fa parte della gloriosa Scuola di Padova) dalla quale tuttavia sprigiona una fervida creatività, che quasi “smargina” dal rigore della composizione.
Qualità che di fatto annulla la cronologia e pone sullo stesso piano opere distanti nel tempo, in una circolarità piena e coerente che ha in sé i canoni dell’atemporalità, elemento che rende un’opera “un classico”. Bracciali della fine degli anni ‘70 come “Scriptura” hanno la stessa attualità delle opere più recenti, portatrici di una narrazione precisa, tappe di un percorso d’artista che fa riflettere sulla verità di certe soluzioni formali, perché vera è stata l’attitudine dell’artista nell’essere fedele al proprio sentire, mantenuto intatto negli anni pur nella progressione di conoscenze e saperi, che lo hanno portato anche a importanti ruoli di docenza preso l’Istituto Statale d’Arte Pietro Selvatico di Padova (presso il quale si è diplomato) la facoltà di Lettere di Firenze e l’Accademia di Belle Arti di Ravenna.
La seconda riflessione porta a considerare come l’attenzione al paesaggio – seppur reso astratto (l’iconica serie delle “città” di fine Anni ‘90 in metallo vibrante fittamente lamellato che ha anticipato la recente Metropolis in oro e onice) e alle forma naturali (si veda l’anello “La fecondità” del 2017, caratterizzato da valve che si dischiudono, o le stesse “Citta”, anelli e pendenti che paiono fiori esotici) sia spia di una sensibilità che affianca con grazia l’esprit de géométrie a l’esprit de finesse, “spiriti” chiamati a convivere in nome di un equilibrio necessario, anche grazie ad un profondo senso cromatico che unisce e amalgama i concetti.
Zorzi infatti è anche un valente pittore, oltre che ad un disegnatore preciso e raffinato: i suoi disegni escono dai canoni della progettualità per diventare opere vere e proprie dove il colore e il guizzo fantastico erompono solari. In particolare il colore, ben lungi dal confinarsi alle pietre preziose che Zorzi pur abilmente inserisce in spille e anelli di grande resa come nella serie Structura, invade persino la superficie dei metalli, ora lisci, ora fittamente lavorati o graffiati, con l’innesto coraggioso e originale della pittura ad olio, che, sfuggendo alla bidimensionalità pittorica, ne esalta piuttosto la plasticità volumetrica: un approccio disinvolto e sicuro non solo per quanto riguarda le forme, ma anche nell’impiego stesso delle materie.
Infine nella serie delle collane in argento, lunghe catene vibratili di dimensioni anche importanti che ben testimoniano nella loro portabilità e mobilità una perizia tecnica senza compromessi, si assiste ad una notevole capacità di saper modulare nell’alternanza dei vuoti e dei pieni (regola geometrica, ma anche sottile rimando alla dimensione organica della colonna vertebrale) uno stesso motivo con estrema fantasia compositiva, come un brano musicale che si esprime in potenzialmente infinite variazioni sul tema.
Una partitura di linee e colore, universo emozionale che esalta la dimensione del gioiello in percorsi imprevedibili, di grande suggestione, che offrono molteplici livelli di lettura.
PER INFO
Via Maurizio Gonzaga, 2 – MILANO