Preludio Universale, Prima Mostra Combinatoria con Giovanna Cavallo, Bartolomeo Migliore, Bruno Repetto e Max Valle, dal 15 novembre al 13 dicembre 2014, Galleria PINTA, Genova
Per la nuova inaugurazione della Galleria PINTA, mostra combinatoria con opere di Bartolomeo Migliore. Servizi Fotografici di Giovanna Cavallo, Bruno Repetto e Max Valle, documentari dell’emersione della Galleria PINTA dalle acque piovane, dal dissesto idrogeologico e dal malgoverno di Genova 2014.
La rimozione originaria del desiderio – sempre libero, sovversivo e rivoluzionario – è dovuta al disagio della civiltà e alla repressione sociale. L’inconscio, di conseguenza, non è il luogo dell’aspirazione reale, ma un insieme di manifestazioni indotte e di elaborazioni individuali e culturali. Queste ultime affiorano, assolte, sull’opera d’arte: produzione di volontà svincolata, di anelito assoluto.
Come un sangue, l’ispirazione risolta coagula in superficie. La creazione cicatrizza la ferita, assume la cesura, assimila il taglio, guarisce la censura. Talvolta, ne riproduce l’operazione. Così, le parole galleggiano, in questa soluzione contaminata dai moti dell’indipendenza. Le immagini, sognanti sofferte amare, appaiono sul paesaggio desolato offerto dal diluvio. La musica scalda i propri fiati in un preludio universale: simulazione del gioco, invito alla danza, prova generale del concerto.
La scrittura di Bartolomeo Migliore, periferica e residuale, diventa strumento per suonare le forme: è un graffio sul disco, un’indicazione di un salto, in cui la percezione si emancipa sempre.
Le fotografie di Bruno Repetto rappresentano criticamente Genova dopo l’Allerta 0, il momento successivo al disastro, lo stupore della città: un tunnel illuminato dal primo sole, la Galleria PINTA alluvionata, un pianoforte diventato improvvisamente inutile rifiuto.
Giovanna Cavallo indugia sui momenti della ricostruzione e dell’aiuto, con umana partecipazione. La restituzione estetica si amalgama, in materia e sostanza, all’autenticità dello scambio.
Max Valle lavora su ripetizioni, simmetricità, teatralità stranianti ripescate nei momenti di tensione improvvisa o di quiete perturbante. Qui, lo sfacelo è l’altra faccia, problematica e dissoluta, della brama di costruzione.