Il giorno venerdì 29 marzo, alle ore 18.00, presso la Futura Art Gallery a Pietrasanta, inaugura la mostra dal titolo Luce e materia.
Undici preziose opere di Getulio Alviani, Remo Bianco, Angelo Bozzola, Luca Brandi, Armando Marrocco, Helidon Xhixha, di varie dimensioni.
Filo conduttore della mostra, una vera e propria “via della scultura” che parte dagli anni cinquanta ed arriva fino agli anni duemila, è la costante tridimensionale di lavori realizzati in metalli diversi, quali acciaio e alluminio.
“Nella scelta della forma e dei materiali è il contenuto”, dunque, come scrive Vittoria Coen nell’introduzione al catalogo.
Da un’idea di monumento simbolico, così com’è interpretata la tridimensione nella storia, si passa, in fondo, a un’idea di monumentale (le grandi sculture minimaliste, ad esempio) che arriva, in taluni casi, a sconfinare nell’installazione. La scultura, l’oggetto tridimensionale, dal secondo dopoguerra a oggi, vive e crea nuove relazioni con lo spazio che la accoglie.
Nel lavoro Cromostruttura di Getulio Alviani, ad esempio, l’uso dell’alluminio è riflettente, cangiante, mutevole. Helidon Xhixha piega e plasma il materiale creando ricche articolazioni e volumi. Le sue opere sono luminose, energetiche, nelle volumetrie si moltiplicano gli effetti visivi.
L’amore per la materia appartiene a Remo Bianco. Tra Movimento Nucleare e Spazialismo, la sua vena creativa inesauribile dà origine a quell’eclettismo e quell’energia di cui parla diffusamente anche Pierre Restany.
Armando Marrocco sviluppa forme e i volumi e interviene con stratificazioni di materia.
Rappresentazione, del 1955, di Angelo Bozzola crea, in acciaio inox, una vera e propria narrazione poetica personale.
Il lavoro di Luca Brandi rimanda a suggestioni minimaliste La superficie di acciaio produce effetti di luce inaspettati.
In mostra avviene un dialogo tra generazioni e poetiche diverse in cui si possono individuare due tendenze generali: la prima gioca tra bidimensione e tridimensione, quasi a creare nuovi linguaggi espressivi, l’altra si fonda sull’idea di una tridimensione che guarda anche all’architettura. L’uso sapiente della luce, inoltre, stabilisce un ulteriore legame tra le opere esposte.