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Filippo Lippi e la Madonna di Tarquinia a Roma

Le Gallerie Nazionali di Arte Antica di Roma presentano dal 17 novembre 2017 al 18 febbraio 2018, nella sede di Palazzo Barberini, la mostra Altro Rinascimento. Il giovane Filippo Lippi e la Madonna di Tarquinia, a cura di Enrico Parlato.

Manifesto della mostra Altro Rinascimento. Il giovane Filippo Lippi e la Madonna di Tarquinia.

La mostra celebra il centenario della riscoperta della Madonna di Tarquinia, messa a confronto con un ristretto e selezionato numero di opere del giovane Filippo Lippi a confronto con Masaccio e Donatello. La tavola fu infatti identificata nel 1917 dal grande storico dell’arte Pietro Toesca a Santa Maria di Valverde a Tarquinia (allora Corneto).

Datato 1437, il dipinto dalla sua riscoperta e attribuzione a Filippo Lippi (Firenze, 1406 – Spoleto, 1469) è stato unanimemente riconosciuto quale opera fondamentale del pittore fiorentino, perché ne documenta il passaggio dalle esperienze iniziali, all’ombra dello stile severo di Masaccio alle novità introdotte da Donatello negli anni Trenta del Quattrocento. Attraverso tale fondamentale esperienza, Fra Filippo maturò uno stile personale, caratterizzato dalla linea elegante e sofisticata, dalle cromie cangianti e sensuali, una pittura ornata e graziosa, per riprendere la definizione che ne diede l’umanista Cristoforo Landino nel 1481.

Filippo Lippi – Madonna di Tarquinia, 1437.

La mostra si articola in tre sezioni: la prima, costituita dalla documentazione prestata dall’Archivio Centrale dello Stato, è dedicata a Pietro Toesca e alle fasi concitate seguite al riconoscimento della Madonna di Tarquinia.

Una seconda sezione pone l’accento sul committente, il cardinale guerriero e arcivescovo di Firenze Giovanni Vitelleschi, ritratto in una xilografia nel volume di Paolo Giovio Elogia virorum bellica virtute illustrium. Sono presentati una tavola del pittore umbro-marchigiano Bartolomeo di Tommaso da Foligno e un reliquario argenteo commissionato dal prelato.

Infine la sezione dedicata al pittore e alla situazione artistica a Firenze nel quarto decennio del Quattrocento, fortemente influenzato dal Masaccio, mette a confronto la Madonna di Lippi con alcune opere che ne documentano l’esordio e il fondamentale confronto con l’opera di Donatello.

Filippo Lippi – Annunciazione di palazzo Barberini con donatori.

Le ricerche condotte in vista dell’esposizione hanno permesso di ricostruire le vicende della tavola dall’Ottocento, delineando la cronistoria del ritrovamento e accertando la provenienza e l’originalità anche dell’attuale cornice, forse progettata dallo stesso Filippo Lippi.

Vasari descriveva il Lippi come “posseduto da Masaccio”, ha spiegato il curatore Enrico Parlato, intervenuto alla vernice della mostra. Un giudizio che per molto tempo ha lasciato interdetti gli storici dell’arte, in quanto i capolavori più famosi del maestro, realizzati nella piena maturità, esprimono una tavolozza e una seduttività sensuale ben lontane dal rigore masaccesco e tali da influenzare gli allievi Botticelli e Filippino.

Fra Filippo Lippi – Madonna and Child

La scoperta della ‘Madonna di Tarquinia’, ha proseguito Parlato, ha permesso dunque a generazioni di studiosi di ricostruire il periodo formativo vissuto nel segno di Masaccio e dei canoni prospettici di Brunelleschi. La splendida tavola, identificata nel 1917 dallo storico dell’arte Pietro Toesca a Santa Maria di Valverde, durante una ricognizione sul territorio di Tarquinia, rappresenta la Madonna in trono, ma inserita in ambiente domestico che rimanda alla lezione fiamminga, senza aureola eppure ammantata di sacro. Il bambino è immortalato in una leggera torsione che ricorda lo spiritello porta-cero di Donatello, anch’esso in mostra.

L’esposizione è accompagnata da un catalogo (Officina Libraria) con testi del curatore e di Walter Angelelli, Carlo Bertelli, Giovanna Bertelli, Pietro Bertelli, Livia Carloni, Laura Cavazzini, Keith Christiansen, Elena Ciliberto, Andrea G. De Marchi, Giovanni Insolera, Anna Modigliani, Giovanna Martellotti, Chiara Merucci, Maria Milazzi, Benedetta Montevecchi, Clare Robertson, Cinzia Silvestri, Carl Strehlke.

Trittico della Madonna con Gesù Bambino e i quattro Dottori della Chiesa, periodo intorno al 1440, tecnica tempera su tavola.

In contemporanea con la mostra su Filippo Lippi, Palazzo Barberini presenta anche “Giovanni da Rimini. Passato e presente di un’opera” a cura di Alessandro Cosma. La mostra è l’occasione per il pubblico italiano di ammirare la preziosa tavola con le “Storie di Santi” realizzata da Giovanni da Rimini acquistata dalla National Gallery di Londra nel 2015. L’esposizione permette di confrontare direttamente l’opera londinese con le “Storie di Cristo” realizzate dal medesimo artista e oggi conservate a Palazzo Barberini. Le due tavole, databili agli inizi del Trecento, sono state considerate per lungo tempo parti di un’unica opera: sono infatti molto simili per composizione, impaginazione e stile ed erano forse legate entrambe all’importante convento eremitano di Sant’Agostino a Rimini.

Palazzo Barberini: Giovanni da Rimini "Storie di Cristo".
Palazzo Barberini: Giovanni da Rimini “Storie di Cristo”.

INFORMAZIONI:
SEDE: Roma, Palazzo Barberini, via delle Quattro Fontane, 13
APERTURA AL PUBBLICO: 17 novembre 2017 – 18 febbraio 2018
ORARI MOSTRA: martedì/domenica 9.00-19.00 (ultimo ingresso ore 18.00)
GIORNI DI CHIUSURA: lunedì, 25 dicembre, 1° gennaio
BIGLIETTO MOSTRA: Incluso nel biglietto di ingresso del Museo

Informazioni: tel. 06-4824184 | email: www.barberinicorsini.org

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