Fino al 15 aprile aperta al Design Museum la mostra che esplora i segreti del marchio Ferrari
Ferrari: uno dei marchi automobilistici più importanti e iconici del pianeta. È per scoprire le origini del mito, le persone che hanno lavorato per rendere “la rossa” ciò che è oggi, i successi che ne hanno punteggiato la storia in pista che nasce la mostra Ferrari: Under the Skin, al Design Museum di Londra fino al 15 aprile.
Mettendo a disposizione del pubblico materiali rari e inediti provenienti da collezioni private, l’esibizione permette di avventurarsi in un viaggio unico nel fascinoso mondo Ferrari. Prima mostra di questa portata a venire allestita fuori dal Museo Ferrari di Maranello, Ferrari: under the skin riunisce disegni, progetti, lettere e appunti insieme ai modelli delle auto più famose per offrire un approfondimento senza precedenti sul design automobilistico.
La mostra si articola in diverse sezioni: la vita di Enzo Ferrari, il design delle auto, la clientela famosa del marchio, la Ferrari e il mondo delle corse e le innovazioni tecniche di oggi.
Nel periodo di austerità del dopoguerra, Enzo Ferrari e un piccolo ma specialistico team decise di creare un veicolo per le prestazioni d’élite, quando quasi tutti gli altri si dedicavano alla produzione di scooter e auto economiche. Proprio ad Enzo Ferrari – alla sua biografia, alla sua storia, alle sue intuizioni – è dedicata la sezione di apertura della mostra. Tra gli oggetti più interessanti, è possibile osservare la sua patente di guida, i disegni originali e una replica della 125 S, la prima Ferrari mai realizzata.
La mostra porta anche il pubblico dietro le quinte del mondo del design automobilistico, dalle origini negli anni ‘40 a oggi. Per farlo disegni originali fatti a mano si affiancano a modelli high-tech e ad altri in legno, per indagare in ogni componente il processo che porta alla realizzazione di una Ferrari. Il punto culminante della sezione è sicuramente un modello 1:1 di progettazione artigianale in argilla della J50, l’edizione limitata di auto (solo 10) realizzate in Giappone.
Se il marchio Ferrari ha raggiunto la popolarità attuale, molto si deve anche alla sua clientela famosa, e proprio a questa è dedicata la terza sezione della mostra. Gli appunti di Miles Davis si affiancano a fotografie di archivio di grandi stelle con le loro macchine, come Clint Eastwood, Sammy Davis Jr, Brigitte Bardot e Peter Sellers. Il fulcro della sezione è una 250 GT Cabriolet (1957) di proprietà di uno dei più famosi piloti di corse inglesi di tutti i tempi: Peter Collins. Tra le auto esposte, ricordiamo anche la F40 (1988) appartenente al batterista dei Pink Floyd Nick Mason e una 166 MM (1950) guidata un tempo da Gianni Agnelli, patron della Fiat.
Quello che dagli inizi ai giorni nostri è rimasto nel DNA della Ferrari è sicuramente il legame con il mondo delle corse. Oltre a documenti inediti sui primi anni, la mostra include i caschi indossati da Alberto Ascari, Mike Hawthorn, Michael Schumacher e Kimi Räikkönen, e una selezione di tute da gara. L’evoluzione del design delle auto da corsa è rappresentata dalla Ferrari 500 F2 (1952), che Alberto Ascari ha portato alla vittoria nel campionato di F1 nel 1952 e nel 1953, e dalla Ferrari F1-2000 (2000), l’auto vincente guidata da Michael Schumacher.
Dopo questo viaggio tra passato, grandi nomi e successi, uno sguardo alla Ferrari oggi. La casa di produzione guarda costantemente al futuro, con la creazione di veicoli ibridi, che qui sono accompagnati da bozzetti concettuali e schizzi del motore.
“Credo di parlare a nome di milioni di persone di tutte le età, se dico che possedere una Ferrari è un sogno universalmente condiviso – ha dichiarato Sir Terence Conran, fondatore del Design Museum di Londra. – Il marchio stesso è diventato un simbolo del successo del design, sia questo applicato ai modelli da strada o da corsa. Quella della Ferrari è una delle grandi storie d’avventura dell’era industriale e sono orgoglioso che possiamo raccontarla qui al Design Museum”.
La mostra Ferrari: Under the Skin resterà aperta al Design Museum di Londra fino al 15 aprile 2018.