Il Monte Bianco si trasforma in un atelier: Ezio Gribaudo espone un trittico a Courmayeur accanto alle opere realizzate en plein air da John Colton
Le opere di Ezio Gribaudo, tecniche miste su cartongesso, dialogano dinamicamente con i paesaggi di John Colton, esplorando i confini naturali tra figurazione e astrazione.
Dal 18 dicembre ad aprile il Museo Duca degli Abruzzi di Courmayeur accoglie un trittico realizzato dal noto artista Ezio Gribaudo, accanto alle quaranta tele del pittore e alpinista inglese John Colton. Il soggetto dei quadri di Colton è prevalentemente il Monte Bianco. Le opere di Ezio Gribaudo, tecniche miste su cartongesso, dialogano dinamicamente con i paesaggi di John Colton, esplorando i confini naturali tra figurazione e astrazione.
L’artista sarà presente per un incontro con il pubblico sabato 3 gennaio, dalle 16 alle 19.
La montagna rappresenta il limite da affrontare con coraggio, la meta da raggiungere con tenacia, il valore assoluto dell’esplorazione. La figurazione messa in scena da Ezio Gribaudo, abitando i vuoti e i pieni, insinuandosi in ritagli e scalfiture, ci conduce curiosi al confine della riconoscibilità dell’immagine. L’opera guadagna spazio sui piani, scendendo dal naturalistico livello di rappresentazione allo strato sottostante, rivelando un disegno e una pittura che dialogano con la sagoma intagliata che li sovrasta, precede e giustifica. A partire da uno scavo sulla tela, liberazione e conquista di una dimensione ulteriore, sembra essersi spalancato il palcoscenico di un teatro della natura, assoluto e mitico, mistico e romantico, orrido e perturbante. In questa ambientazione, drammaturgia e azione, poesia e gestualità, geologia e archeologia si incontrano pacificamente, per un annullamento dei contrasti, in un luogo incontaminato, al di là dello spazio e del tempo.
Ezio Gribaudo è nato nel 1929 a Torino, dove vive e lavora.
La sua carriera artistica è segnata da un’intensa attività espositiva che dal 1953 a oggi lo ha reso protagonista della scena culturale con importanti personali e collettive in gallerie e musei in Italia e all’estero. Tra i numerosi riconoscimenti alla sua attività creativa ricordiamo nel 1955 il premio alla Biennale dei Giovani di Gorizia, quello alla IX Quadriennale di Roma nel 1965, il Premio alla XXXIII Biennale di Venezia nel 1966 e alla Biennale di San Paolo del Brasile nel 1967. Nel 2003 riceve la medaglia d’oro ai benemeriti della Cultura e dell’Arte dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e il Premio Torino Libera del Centro Pannunzio. Dal 2005 al 2007 è stato Presidente dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino e tutt’ora è Presidente Onorario.
Oltre ad essere uno dei più interessanti artisti italiani contemporanei, Ezio Gribaudo è anche uno dei più affascinanti personaggi legati al mondo dell’arte e della cultura tout-court: editore d’arte, collezionista, instancabile e radiografo della cultura novecentesca. Sia pure immerso in una dimensione internazionale e cosmopolita, Gribaudo ha saputo valorizzare tanti aspetti del territorio, incrementando ampiamente la positività dell’immagine di Torino e del Piemonte. Tra gli eventi artistici transitati a Torino grazie al suo impegno, ricordiamo Coucou Bazar di Jean Dubuffet nel 1978 alla Promotrice delle Belle Arti. La sua lungimiranza nel settore dell’editoria d’arte gli ha permesso di lavorare a stretto contatto con Lucio Fontana, Peggy Guggenheim, Francis Bacon, Michel Tapié, Giorgio de Chirico, Marc Chagall, il gruppo CO.BR.A. Con molti altri artisti, scrittori e musicisti – tra cui Henry Moore, Ennio Morricone, Joseph Brodsky, Hans Hofmann e Conrad Marca-Relli – Ezio Gribaudo ha intrapreso coraggiose e fruttifere collaborazioni, che hanno portato alla creazione di libri d’artista, all’organizzazione di eventi d’avanguardia, alla composizione di musiche e di testi fondamentali per la critica e la letteratura del Novecento. La carriera di editore, organizzatore e operatore nel mondo dell’arte contemporanea costituiscono lo sfondo di una pratica estetica che si nutre di scoperte e sperimentazioni, di suggestioni e citazioni interdisciplinari.
Pierre Restany, nel 1966 (anno in cui l’artista torinese vinse il Premio per la Grafica alla Biennale di Venezia), ebbe a scrivere: “Il mondo di Ezio Gribaudo è il mondo della tipografia, dell’impressione, dell’edizione. Le matrici, i piombi, i clichés della fotoincisione si sono imposti a lui nella loro piena virtualità espressiva, come una fonte inesauribile di immagini poetiche e nuove… Ezio Gribaudo ha saputo ritrovare l’essenza di tutti i miti”.
Il Monte Bianco si trasforma nell’Atelier di un pittore: John Colton espone a Courmayeur con un trittico di Ezio Gribaudo
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