Ennio Bertrand, The Sun filtered through the Window, in mostra presso lo studio di Mauro Faletti nell’ambito della manifestazione Acca Atelier, 7 – 8 giugno 2014
Modalità della scoperta nell’opera di Ennio Bertrand
Se un cercatore conoscesse quello che sta cercando, non avrebbe bisogno di cercarlo. Si accontenterebbe di vedere confermata una realtà che già presume valida. Una scoperta per intuizione, in questo senso, è un fatto diametralmente opposto rispetto ad una ratifica di un evento previsto da teorie precedentemente elaborate. Tali leggi a priori, basate sull’interpretazione di fenomeni correlati alla nostra indagine, si pongono come griglie ideali e incorporee, in cui incastrare astutamente l’esperienza. Il motivo della ricerca, allo stesso modo, coinciderebbe paradossalmente con la convalida di una teoria e non più con l’oggetto della curiosità. Il mondo sarebbe ignorato, a scapito di una rappresentazione che, contraddittoriamente, si fonderebbe sull’astrazione. Un nuovo realismo potrebbe coincidere con la volontà di ridurre il campo dell’esistenza sensibile ad una riproduzione operata in continuo movimento e attraverso tentativi. Il risultato che ne otterremmo sarebbe un superamento delle strutture precostituite ed una maggiore fedeltà ai nostri limiti e alle nostre effettive percezioni. Prospettiva, tagli di luce, resa di profondità si presenterebbero come mere costrizioni, ostacoli alle prove di una messinscena aderente alla verità, lontana dalla staticità delle convenzioni figurative. Il quadro che si proporrà ai nostri sguardi, di conseguenza, sarà il panorama sospeso della serendipità, in cui casualità e desiderio potranno incontrarsi. Un plausibile tracciato del nuovo disegno dovrà tenere conto delle mancanze riscontrate in ogni esausta riproposizione di modelli tradizionali. Allontanata dalla presunzione fotografica della testimonianza verificabile, l’opera potrà rendere le sfumature lavorando sui movimenti di inquadratura e la profondità insistendo sull’assenza di colore. Ennio Bertrand, in occasione di un viaggio, ha aperto le finestre del suo studio e ne ha rappresentato l’attimo di distacco, illuminato dalla luce che entrava nella stanza. Il risultato è stato l’immagine di una suggestione, la mappa di un effetto e, insieme, la commozione di un’atmosfera. A partire da questa intuizione, un cammino all’interno della sinestesia sembra percorribile: per esprimere un senso, occorrerà percorrerne un altro. Al termine del pellegrinaggio, l’ostensione di un telo raffigurante il nostro punto di partenza celebrerà l’approdo ad un livello più alto di consapevolezza e conoscenza.