La mostra di Elisa Sighicelli, Storie di Pietròfori e Rasomanti, a cura di Denise Maria Pagano, inaugura domani, mercoledì 29 maggio a partire dalle 18.00, presso il Museo Pignatelli di Napoli. L’esposizione è promossa dal Polo Museale della Campania diretto da Anna Imponente e da Incontri Internazionali d’Arte. Canale Arte propone da oggi una serie di approfondimenti e di gallerie per immagini selezionate dalle trentacinque opere di Elisa Sighicelli… tutte accumunate dalla riflessione sul ruolo della fotografia come materiale, prima che come medium.
La mostra di Elisa Sighicelli costituisce un passo importante nella parabola rigorosa e defilata di una delle più apprezzate artiste italiane a livello internazionale, capace di riflettere a ogni passo sui più cruciali temi della storia dell’arte di ogni tempo: la rappresentazione, le ambiguità del vedere e l’impossibilità di non vedersi, e il ruolo della fotografia – oggetto, soggetto, strumento, metafora – in un processo che pone domande fondanti.
Le fotografie di Storie di Pietròfori e Rasomanti costituiscono il nuovo e secondo episodio della ‘trilogia sugli spazi’, dopo Palazzo Madama a Torino e prima dell’intervento al Castello di Rivoli su Villa Cerruti – un terzetto di perlustrazioni che mirano a pensare l’architettura come la ‘quarta parete’ della fotografia, ossia un modo di mettere in questione i limiti del mettere in scena le immagini nello spazio costruito. E la quarta parete, come l’ape fantasma di Emily Dickinson, punge sempre e sempre va affrontata, anche se non si fa trovare con facilità.
Le trentacinque opere, quasi interamente realizzate per l’occasione, si dispiegano lungo otto sale della villa e sono tutte accomunate dal ruolo della fotografia come materiale, prima che come medium. L’immagine fotografica diventa così un telo di raso insieme scintillante e opaco, travertino poroso e tridimensionale, marmo profondo e luminescente. Sono tutte fotografie stampate su materiali specifici, illusioni ben temperate lungo l’asse del microcosmo fisico della storia dell’arte – in potente accordo categorico con l’atmosfera della villa stessa, dei suoi rimandi storici, dei suoi spiriti nascosti, delle sue analogie perpetue, delle sue icone.
Ogni opera sembra intessuta della materia che rappresenta, ma l’occhio non deve farsi tradire dai
sensi: sono tutte, invariabilmente, fotografie.
Una parte della mostra è incentrata su fotografie della collezione di Villa Pignatelli e della sua
architettura. Altri lavori, invece, provengono da luoghi cruciali della bellezza partenopea, dal
Museo Archeologico a Villa Floridiana, fino alla chiesa del Gesù Nuovo.
Il Museo Pignatelli, diretto dalla stessa curatrice Denise Maria Pagano, è tra le rarissime case-museo di Napoli e si connota dal 2010 anche come Villa Pignatelli-Casa della fotografia: uno spazio aperto e qualificato ad accogliere manifestazioni, eventi e incontri che favoriscano il confronto sui temi della fotografia come espressione culturale, promuovendo la riscoperta di un patrimonio storico ancora poco noto, la conoscenza di autori e tendenze della fotografia contemporanea a livello internazionale.