La Divina Marchesa Luisa Casati rivive nella mostra di Palazzo Fortuny a Venezia
Ritorna a Venezia il mito e la figura della donna che affascinò d’Annunzio e con le tante follie divenne la musa dei più grandi artisti del suo tempo.Parliamo della Marchesa Luisa Casati, definita “Divina” proprio da d’Annunzio e che fu musa di Boldini, Bakst, Marinetti, Balla, Man Ray, Alberto Martini, Van Dongen, Romaine Brooks e molti altri.
A Palazzo Fortuny dal 4 ottobre 2014 al 8 marzo 2015, “La Divina Marchesa. Arte e vita di Luisa Casati dalla Belle Époque agli anni folli” ripercorre la vita di una donna leggendaria attraverso gli occhi e la creatività degli artisti che ne furono ammaliati. A inizio novecento la Divina Marchesa, con il trucco esagerato, le performance trasgressive ed eccentriche, una vita completamente sopra le righe, fu capace di trasformare se stessa in opera d’arte, divenne una leggenda vivente, la conturbante e sorprendente rappresentazione di modernità ed avanguardia.
La collezione di lavori e ritratti dedicati a Luisa Casti o da lei stessa commissionati ha dello straordinario. Tre le dimensioni nella quali la Divina Marchesa si mosse: fu performer, icona della donna vamp e strega. Tutti questi aspetti appaiono nei tre piani di esposizione a Palazzo Fortuny di Venezia.
La figura di Luisa Casati che riscopriamo è quella di una donna consapevole del proprio ruolo, capace di intuire la propria figura “artistica” non solo nell’attività di mecenate e collezionista ma anche diventando lei stessa opera d’arte, antesignana dell’arte performativa e della body art.