Sarà possibile ammirare sino al 14 luglio alle Gallerie d’Italia nella sede di Napoli due capolavori giovanili di Diego Velázquez, Immacolata Concezione e San Giovanni Evangelista sull’isola di Patmos, provenienti dalla National Gallery di Londra.
L’arrivo delle due opere si inserisce nel rapporto di scambio e collaborazione con il prestigioso museo britannico che, in occasione del suo bicentenario, dedica dal 18 aprile al 21 luglio 2024 la mostra ‘The Last Caravaggio’ all’opera Il Martirio di sant’Orsola in prestito da Intesa Sanpaolo.
L’esposizione, dal titolo Velázquez, un segno grandioso, rappresenta un nuovo capitolo della rassegna L’Ospite illustre, curata e promossa da Intesa Sanpaolo, giunta alla sua 14 edizione, che dal 2015 espone nei suoi musei delle Gallerie d’Italia e al grattacielo di Torino opere di rilievo in prestito temporaneo da prestigiosi musei italiani e internazionali.
Eseguiti intorno al 1618 per il monastero dei Carmelitani Calzati di Siviglia, i due dipinti rappresentano due interessanti opere giovanili di Velázquez (tra i suoi primi lavori conosciuti), eseguiti dal pittore sivigliano a circa vent’anni. I dipinti rimasero nel monastero almeno fino al 1800; successivamente acquistati da Manuel López Cepero, decano della cattedrale di Siviglia e quindi dal diplomatico britannico Bartholomew Frere, rimasero nella collezione della famiglia Frere per quasi due secoli prima di essere acquisiti rispettivamente nel 1956 e nel 1974 dalla National Gallery, dove insieme esemplificano la precoce abilità pittorica del giovane Velázquez.
Nel cuore della notte sull’isola di Patmos San Giovanni Evangelista, rappresentato dai simboli dell’aquila e dei libri, il Vangelo e L’Apocalisse, ha iniziato a scrivere sulle pagine bianche del libro aperto sulle ginocchia la sua visione della Donna circonfusa di Sole in piedi su falce di Luna: «Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle”(Ap. 12). Giovanni è rappresentato come un giovane (anziché un anziano venerabile, come vorrebbe la tradizione) dai lineamenti semplici e piuttosto rozzi, e il suo stupore è sincero: in alto a sinistra si vede l’oggetto della sua contemplazione, l’Immacolata Concezione. È una scelta piuttosto inusuale quella di un dittico che accosti la Vergine Immacolata e San Giovanni, ma qui estremamente efficace, reso coerente anche da una simile scelta cromatica del notturno, che sottolinea l’intensità della luce divina della visione. La Vergine è rappresentata come una giovinetta, nelle cui sembianze i critici hanno individuato la figlia del maestro di Velásquez, Francisco Pacheco, che diventerà la sposa del grande maestro spagnolo. Intorno a lei alcuni dei simboli tradizionali associati alla Madonna tra cui l’hortus conclusus, la turris eburnea e la fontana.
Gli stessi elementi che ritroviamo nelle belle versioni dell’Immacolata Concezione che dimostrano la circolazione del soggetto negli anni stessi anni in ambiente napoletano e spagnolo: una di Paolo Finoglio, proveniente dal convento francescano di San Lorenzo Maggiore a Napoli e l’altra di Battistello Caracciolo conservata nella chiesa della Natività della Beata Maria Vergine a Roccadaspide, nel Cilento.
Michele Coppola, Direttore Generale Gallerie d’Italia, dichiara: «Due capolavori di Velázquez dalla National Gallery accolti a Napoli, mentre il nostro Caravaggio festeggia a Londra i duecento anni del prestigioso museo inglese, è circostanza straordinaria che nasce da un lungo legame di amicizia, scambio e condivisione. Questa iniziativa evidenzia il riconoscimento del ruolo della Banca come grande attore culturale internazionale, confermando le Gallerie d’Italia tra i musei più aperti e dinamici di tutta Europa.» L’eccezionale prestito dei due dipinti giovanili di Velázquez offre lo spunto per una riconsiderazione dei passaggi a Napoli del maestro sivigliano e, più in generale, degli scambi figurativi tra la pittura spagnola e napoletana nella prima metà del Seicento. Temi che sono approfonditi nel catalogo, edito da Edizioni Gallerie d’Italia | Skira, che accompagna l’esposizione, con testi di Antonio Ernesto Denunzio, Vicedirettore delle Gallerie d’Italia di Napoli, Giuseppe Porzio e Daniel Sobrino Ralston.
Completa la mostra un prezioso documento d’archivio che attesta la presenza del pittore spagnolo esattamente nel medesimo luogo in cui si trova: un pagamento di 154 scudi che Velázquez riscosse recandosi di persona al Banco di San Giacomo, e cioè nella sede partenopea delle Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo. La presenza di Velázquez a Napoli s’inquadra infatti nell’ambito dei due soggiorni italiani del maestro: il primo, motivato da ragioni di studio, tra l’estate del 1629 e la fine del 1630; il secondo, più lungo e ufficialmente legato al suo ruolo di soprintendente alle opere d’arte delle residenze reali, tra il gennaio del 1649 e il giugno del 1651.
Il museo di Napoli, insieme a quelli di Milano, Torino e Vicenza, è parte del progetto museale Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo, guidato da Michele Coppola, Executive Director Art, Culture & Heritage della Banca.
PER INFO
Velásquez, Un segno grandioso. Gallerie d’Italia Intesa
Sino al 14 luglio 2024