Inaugura mercoledì 8 giugno Desiderio, la mostra collettiva a cura di Ivan Fassio con Fabrizio Bonci, Davide Fasolo, Fabrizio Molinario, Ennio Onnis, Roberto Puma. Presso la Galleria OBLOM, in via Baretti 28 a Torino
Dall’8 al 16 giugno, Desiderio, esposizione collettiva a cura di Ivan Fassio. Con Fabrizio Bonci, Ennio Onnis, Davide Fasolo, Fabrizio Molinario, Roberto Puma.
Inaugurazione ore 20. Ore 21, Famadihana, prologo alla quarta edizione di OBLOM Poesia: letture di Davide Bava, Davide Galipò, Ennio Onnis, Silvia Rosa, Sandro Sandri, Salvatore Sblando; “Topografia dei Topi” di Fabrizio Bonci, con Ivo De Palma, performance di Letizia Leardini. Canale Arte propone qui uno stralcio del testo di presentazione.
I Confini del Desiderio
Energia, Dispendio, Malattia
Ogni insegnamento della vita è veramente necessario, soltanto per essere appreso a fondo e, infine, dimenticato secondo una speciale modalità. In quest’oblio, nel silenzio di una lenta metamorfosi, si realizza una fase di latente appropriazione e precipitazione. Al termine di un tale processo di acquisizione inconsapevole, nascono le parole: questa è l’esperienza. Autentica maturazione e illuminante consapevolezza sanno operare questo contatto con l’essere: un rinnovamento di noi stessi, alla luce di un’essenza. La prova di questo risultato rimane indeterminata, in un’infinità inspiegabilmente assimilata, perennemente liberatoria. Ascolto empatico e spontaneità non sono sufficienti: occorre aver imparato così profondamente, da poter dimenticare…
In ogni momento della nostra esistenza, un bisogno, un’esigenza, un’ambizione possono conquistarci. Si impadroniscono di noi, stabilendo e aprendo delle connessioni. Ci interrogano, ci schiudono di fronte al mondo. Interesse, trasporto, passione possono comportare una sorta di inconscia volontà di annullamento di noi stessi. Rappresentando categorie totalizzanti e dovendo passare inevitabilmente attraverso prodotti, strumenti, valvole di stimolo, le nostre aspirazioni possono implicare un sentimento di autodistruzione. Questo fermento, tuttavia, non ripiega su se stesso, in quanto è fondamentale alla fecondazione di altri flussi di energia, immaginazione, creatività. Quali ne siano le conseguenze, la sua attività consuma e brucia, ma in modalità positiva, costruttiva, demiurgica.
Il vero annientamento si verifica quando scordiamo i nostri propositi. I vettori di forze convogliano, contraddittoriamente, in un’univoca corrente. Anziché declinarsi in variabili esistenziali, in slanci vitali estemporanei, essi focalizzano tutte le nostre capacità sulle modalità di appagamento immediato e sul metodo di raggiungimento dello scopo. Abbandonando le finalità, ogni tipo di dispendio biologico, mentale, intellettuale e spirituale si riflette nel percorso e nelle azioni, non più nella potenzialità progressiva, risolutiva, svincolante. La personalità si inaridisce linguisticamente in un territorio che ammette due movimenti: continuare e dover smettere. Invece di un motivo sviluppato armonicamente e melodicamente, l’animo suona un basso continuo: la dipendenza si generalizza, diventa unilaterale, ostinatamente reiterata, funzionante in uno schema binario…