Davide Binello, Genesi Cosmica, Collana Disegno Diverso, 2013
Genesi Cosmiche di Davide Binello. Telegrafia dall’origine dei tempi
Il libro d’artista di Davide Binello, edito dalla Collana Disegno Diverso – diretta da Paola Gribaudo – indugia sulla nascita dell’immagine e sul valore del segno, delineando una progressione estetica di atti generativi
Un flusso di linee, delimitato da energie parallele, percorre l’orizzonte di un quadro di Davide Binello. Tenuto in equilibrio da forze della medesima polarità, il suo cono d’azione si presenta come incanalato direzionalmente verso l’esterno. La pressione ne giustifica l’aumento di temperatura, la potenza del getto lo colora di un rosso primario. Questo solco attraversa la nostra vista, anima la rappresentazione, circoscrive il dominio della comunicazione linguistica all’interno delle immagini, nel nucleo della figura. Un fiume di concetti, muti perché trattenuti nel luogo adibito alla trasmissione del contenuto, ribadisce la necessità per l’opera di Davide Binello di un codice di lettura, dell’informazione genetica che renda possibile ogni raffigurazione. La scissione tra risultato e modalità di ricezione ne garantisce la comprensibilità. Noi siamo ai margini, partecipiamo ad un panorama oggettivo. Quando, al contrario, ci troviamo immersi in questa corrente, le tracce che essa contiene rigano l’intero schermo della nostra visione. Abitiamo, dall’interno, una vera e propria scrittura della distanza, ne osserviamo stupiti i meccanismi di propagazione. Vediamo con gli occhi delle parole, in una telegrafia che ci traina, lo spettacolo della creazione di ogni messaggio. Incatenati nel distacco siderale a cui appartengono, i paesaggi emergono sulla tela, in una pioggia primordiale di lapilli, in eruzioni gassose, in bollori di magma. Così si presentano le nascite dei cosmi, le formazioni delle materie su terreni che continuamente mutano consistenza, seccandosi e fluidificandosi, tra sbuffi sulfurei e incrostazioni calcaree che s’innalzano e crollano.
Davide Binello inscena una progressione auto-modulatoria di atti generativi, declinata nella molteplicità delle possibili formule contemporanee: dalla bidimensionalità informale alla matericità del rilievo, dalla monumentalità di totem e sfere alla complementarietà di elementi a incastro, passando attraverso la serialità accattivante della comunicazione di massa e arrischiandosi in una vera e propria contaminazione fotografica e video. L’inizio, inteso da Davide Binello come concetto uniformante, sembra essere il motore eternamente attivo, un enzima capace di omologare ogni intuizione all’interno di una trama pre-testuale. Smalti e vernici, acrilici, catrame e cemento si amalgamano in un dettato sospeso tra progettualità della costruzione, gestualità liberatorie e casualità preventivate. Perennemente in partenza, catturata sul nascere, l’immagine creata da Davide Binello è riproposta in cattività, distaccata e scissa. Vivendo la nostalgia dei luoghi a cui idealmente appartiene, essa si rinnova in due distinte dimensioni. Indugia, come vibrazione e reazione tra luce e carne, nello spazio, impercettibile e paradossalmente corporeo, posto tra iride e retina. Permane nella zona dell’illusione, in un’incessante macchinazione cerebrale che ne rivela, instancabilmente, il processo di corruzione e conseguente rinascita.