domenica , 8 Settembre 2024

Cinque secoli di pittura giapponese al MAO di Torino

Ha inaugurato lo scorso 12 novembre al MAO, Museo d’Arte Orientale di Torino, la mostra KAKEMONO. Cinque secoli di pittura orientale.

Il kakemono o kakejiku è un genere di opera dipinta estremamente diffusa in Giappone e in tutta l’Asia orientale, dove assume nomi differenti: si tratta di un rotolo di tessuto prezioso – o carta – dipinto o calligrafato, pensato per essere appeso durante occasioni speciali o utilizzato come decorazione in accordo alle stagioni dell’anno.

Kaburagi Kiyokata (1878-1972) Una geisha con parasole 1920-39 Dipinto a inchiostro e colori su seta, 45,7 x 50,9 cm

 

La mostra, a cura a cura di Matthi Forrer, professore di Cultura materiale del Giappone pre-moderno all’Università di Leida, è la prima in Italia focalizzata su questa forma d’arte e presenta 125 kakemono oltre a ventagli dipinti e lacche decorate appartenenti alla Collezione Claudio Perino, un’importante raccolta di opere acquisite dal collezionista piemontese, fra i principali prestatori e mecenati del Museo d’Arte Orientale di Torino.

 

Kakemono_foto dell’esposizione ph.Perottino Peirone

 

I “rotoli appesi” sono distintivi della produzione pittorica di Cina, Corea e Vietnam, oltre che del Giappone stesso, e rappresentano il corrispettivo del “quadro” occidentale. A differenza delle nostre tele o tavole però, caratterizzate da una struttura rigida, i rotoli dipinti presentano una struttura relativamente morbida e sono pensati per una fruizione limitata nel tempo. Esposti nel tokonoma (alcova) delle case giapponesi o lasciati per qualche ora soltanto ad oscillare nella brezza di un giardino, queste opere d’arte partecipano del tempo e del movimento, mentre i dipinti su tela o tavola tipici della tradizione occidentale sembrano invece impregnati di fermezza e di continuità. Le differenze non sono solo puramente formali, ma riflettono anche una diversa concezione estetica e filosofica: alla base delle opere su rotolo si trova infatti un’allusione all’impermanenza e alla mutazione quali elementi ineludibili (e positivi) dell’esistenza.

 

Kakemono_foto dell’esposizione ph.Perottino Peirone

 

I kakemono, allestiti in cinque sezioni tematiche (fiori e uccelli, animali, figure, paesaggi, piante e fiori) conducono il visitatore attraverso un mondo ricchissimo, in cui rappresentazioni minuziose e naturalistiche, punteggiate di dettagli sottili, si affiancano ad immagini estremamente essenziali e rarefatte, dove la forma perde i suoi contorni, si disgrega progressivamente per diventare segno evocatore di potenti suggestioni, in un estremo esercizio di sintesi e raffinatezza, quasi un astrattismo ante litteram. In Oriente i pittori dipingevano in maniera “impressionistica”, “espressionistica”, “astratta” secoli prima che analoghe forme espressive cominciassero ad apparire in Occidente. In Asia però le differenti modalità pittoriche hanno convissuto, senza escludersi a vicenda nel tentativo di definire veri e propri movimenti artistici, come accaduto invece nell’arte moderna occidentale.

Itō Jakuchū (1713-1800) Sette gru 1755 circa Dipinto a inchiostro e colori su seta, 110,8 x 51 cm

 

Fra i kakemono esposti al MAO figurano alcune opere dei maggiori artisti giapponesi, tra cui Yamamoto Baiitsu, Tani Buncho, Kishi Ganku e Ogata Korin.

Kakemono_foto dell’esposizione ph.Perottino Peirone

 

La mostra e il catalogo, pubblicato da Skira e disponibile in due lingue (italiano e inglese), entrambi a cura dello studioso olandese Matthi Forrer, storico dell’arte orientale ed esperto di pittura giapponese, nascono da una collaborazione tra MAO e MUSEC-Museo delle Culture di Lugano.

PER INFO

KAKEMONO.Cinque secoli di pittura giapponese

MAO Museo d’Arte Orientale di Torino

About Paola Stroppiana

Paola Stroppiana (Torino, 1974) è storica dell’arte, curatrice d’arte indipendente e organizzatrice di eventi. Si è laureata con lode in Storia dell’Arte Medioevale presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Torino, città dove ha gestito per più di dieci anni una galleria d'arte contemporanea. Collabora con diverse testate per cui scrive di arte e cultura. Si interessa a nuovi percorsi d’indagine come il gioiello d’artista e le ultime tendenze del collezionismo contemporaneo, argomenti sui quali ha tenuto conferenze presso l’Università degli Studi Aldo Moro di Bari, Il Museo Civico di Arte Antica e la Pinacoteca Agnelli di Torino, il Politecnico di Milano.

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