Belle di Natura è una mostra nata per dialogare con le meravigliose sculture di Francesco Messina, che abitano il suo Studio Museo di Milano.
Attori di questo dialogo, oggi e fino al 4 Aprile, le fotografie di Gianluca Balocco, che ha saputo rappresentare la stessa potenza delle sculture di Messina, e i lavori di Zachari Logan, artista canadese che si esprime con disegni su larga scala, ceramiche e installazioni. A legare insieme questi lavori le curatrici della mostra, Francesca Bacci e Maria Fratelli, ci raccontano un concetto di bellezza che si richiama alla natura.
Belle di Natura è una mostra sì, ma è in realtà anche una lezione per imparare a scoprire e guardare la vera bellezza che ci circonda. In attesa di potervi invitare alla presentazione del Catalogo e conoscere la destinazione e il percorso di questi lavori così potenti, raccontiamo il loro messaggio.
Cosa significa essere donne, belle e forti? Tre bellezze diverse, tre vite straordinarie, tre personalità distinte. Protagoniste ancora una volta, del maestro come del fotografo: Aida Accolla, Carla Fracci, Luciana Savignano.
Nei ritratti degli anni cinquanta di Francesco Messina, considerato uno dei maggiori esponenti della scultura figurativa del Novecento, è custodita l’essenza di queste tre icone della danza. Le sue sculture ci restituiscono la forza di un gesto, la tensione del movimento, la bellezza eterna di un volto. I materiali usati sono i più diversi: gessi, terrecotte policrome, bronzi, cere.
Accolla, Fracci e Savignano – ovvero la danza interpretata rispettivamente con eleganza, grazia e forza nelle fotografie di Balocco – ci guardano dritti negli occhi, offrendoci ciascuna la propria personalità. L’artista, che da anni porta avanti una ricerca sui legami anche genetici tra la natura e l’uomo, ha saputo accostare a ciascun ritratto, a ciascuna personalità, una pianta sacra indiana fotografata nella sua unicità insieme alle radici sospese. La sacralità della natura e della bellezza, quindi, ospitate nell’antica chiesa sconsacrata di S. Sisto che è diventata lo studio di Francesco Messina.
La bellezza è in ogni fase della crescita di una pianta e della vita di una persona, ciò che noi vediamo qui e ora la rappresenta e se lo giudichiamo bello è per motivazioni squisitamente soggettive e culturali. “La vera bellezza non ha una condizione temporale, siamo noi a volergliela dare”. La bellezza è nella diversità e nel passare del tempo che la rendono unica, la bellezza è e deve essere contraria alla omologazione di cui oggi siamo spettatori. Questo è il messaggio che la curatrice e gli artisti ci vogliono lasciare. “La bellezza è biodiversità, quando incontriamo qualcosa che ci piace è perché in essa riconosciamo qualcosa di diverso” Gianluca Balocco, fotografo e artista
Le sale di Palazzo Reale di Milano sono il set fotografico scelto dall’artista. “Non è stato facile ottenere uno spazio come Palazzo Reale. Ma c’erano delle necessità tecniche, come uno spazio ampio, profondità di campo e un luogo che evocasse un tempio o un teatro per una visione sacra dove le colonne sono alberi come già nella simbologia classica. Non è stato un lavoro di posa, ma un lavoro intimo interiorizzato e di concentrazione. E’ stato un percorso impegnativo ma divertente ed appagante, che ha portato con ogni protagonista ad un risultato diverso”.
Anche gli abiti scelti per ciascuna ballerina hanno un significato concettuale, che si tratti di abiti creati per l’occasione dello scatto fotografico, o costumi usati per anni nelle performance artistiche, o abiti di scena.
“L’abito di Carla l’ho pensato come una chioma al contrario. Che si espande per 10 mt sul pavimento. Vuole essere l’idea del tempo che scorre nella vita vegetale dal seme alla pianta. Per Luciana Savignano ho immaginato la sua relazione con l’Oriente, quindi lo specchio e il suo abito usato per 40 anni in scena, bello per il suo vissuto vero. Non sono strappi finti su jeans di tendenza… qui si parla di ore di lavoro e fatica, un corpo che cambia una bellezza che si evolve. Con Accolla ho lavorato sulla metamorfosi… l’abito veste e trasforma cambia e rigenera le persone”.
Nei disegni di Zachari Logan, dal tratto e dai colori delicati come la grazia delle nostre danzatrici, l’uomo e la natura si fondono in una nuova specie e la sua opera site specific “The Gate” crea un ponte che unisce i lavori in mostra, come una quinta teatrale unisce backstage e palcoscenico. Gli alberi e le piante tropicali così importanti per il nostro ecosistema (il backstage), disegnati a pastello su una carta nera che raggiunge una lunghezza di 1006 centimetri, restano sospesi al centro dello Studio Museo di Francesco Messina (il palcoscenico) dove ha luogo la rappresentazione della bellezza. Una bellezza che ormai abbiamo capito essere, nelle intenzioni di curatrici e artisti in mostra, un tutt’uno con la natura e le sue regole.
Il titolo completo dell’opera “Nel mezzo del cammin di nostra vita”, cita la Divina Commedia dantesca, riferimento ispirato all’artista dalla disposizione su tre livelli dello Studio Museo milanese. E il riferimento a temi sacri è espresso anche dall’idea di ascesa che l’artista lega alla natura stessa del luogo, una chiesa sconsacrata, e che il pannello richiama nella sua “messa in scena”.
Belle di natura
Fino al 4 Aprile
Studio Museo Francesco Messina
Orari di apertura:
martedì – domenica, ore 10-18. Lunedì chiuso.
Via S. Sisto, 4 – Milano
www.fondazionemessina.it
GIANLUCA BALOCCO
www.gianlucabalocco.com
ZACHARI LOGAN
www.zachariloganart.com